Capitolo 5

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Capitolo 5

Alice tornò in ufficio accaldata e stanca, si era fatto tardi ed era quasi ora di andare a casa. Edoardo non era rientrato con lei e si era fermato con i soci per le ultime direttive. Quando gli aveva detto che l'evento si sarebbe tenuto un in Resort a cinque stelle in riva al mare e che, se le poteva interessare seguire e imparare a gestire il fondo, lui le avrebbe prenotato una stanza, Alice era rimasta sorpresa. Non si aspettava un compito così importante e questo comportava stargli vicino parecchie ore al giorno ma doveva avere a che fare anche con Ginevra che era uno scoglio obbligatorio da superare. Aveva accettato, doveva comprendere bene di cosa si trattasse nei minimi particolari e aveva anche il bisogno di svagarsi. Trovò l'idea di un week-end al mare l'occasione giusta per ricaricarsi. Edoardo era contento, avrebbe potuto approfondire la sua conoscenza e il tempo passato insieme sarebbe servito anche a fargli capire come mai lei gli desse quelle belle e sconosciute sensazioni. Quando Edoardo rientrò in ufficio trovò solo Daniela che stava controllando gli ultimi documenti legati ad una successione spigolosa, il giorno dopo avrebbe visto i clienti ed era preoccupata che potesse scoppiare una lite.

«Buona sera Daniela, ancora presa con la successione?»

«Si, anche se mi manca poco. Sono davvero stanca, questa famiglia mi sta facendo impazzire» disse chiudendo la cartellina.

Alice finalmente a casa sentiva il bisogno di fare un bagno ma al contempo aveva una voglia matta di fare sesso. Le mancava la presenza di un uomo che potesse darle piacere, così prese dal cassetto il suo sexy toys e mentre riempiva la vasca cominciò ad accarezzarsi, si era spogliata ed entrando nella vasca l'acqua calda le procurò la pelle d'oca. Si sdraiò poggiando la testa contro il bordo dove aveva messo un piccolo cuscino di spugna e piano piano raggiunse il basso ventre. Il vibratore, usato sapientemente entrando e uscendo dalla sua vagina bagnata la fece ansimare e iniziò a contrarsi, inarcando la schiena per godere al massimo. L'orgasmo tese i suoi muscoli, il battito del cuore accelerò e l'aria uscì più velocemente dalla sua bocca. La cosa che le sembrò più strana, fu quella di percepire la presenza di Edoardo, i suoi occhi scandagliavano minuziosamente il suo corpo, immaginò di averlo stretto a lei nell'acqua, che le sue mani potessero arrivare dove lei ne aveva più bisogno la nuca spingeva contro il cuscinetto di spugna mentre sognava di essere baciata, restando senza fiato. Chiuse gli occhi per assaporare ancora un po' il suo corpo fremere. Aveva goduto di più immaginando Edoardo con lei in quel profondo attimo di intimità, riaprì gli occhi e sospirando cominciò a lavarsi. Il campanello suonò ma lei non andò ad aprire non aveva voglia di vedere nessuno e sapeva chi era. Tutte le volte che faceva il bagno, la persona che abitava al piano di sotto aveva da ridire per il rumore dell'acqua che scrosciava nella vasca. Non era un problema di perdite dalle tubature, la signora diceva che i tubi suonavano rimbombando nel suo bagno. Spense le candele e aprì la finestra per far arieggiare il bagno che si era velato di vapore. Aveva ordinato una pizza e quando il citofono suonò rispose con calma. Il campanello la fece trasalire, non pensava che il ragazzo ci mettesse così poco a salire, con l'accappatoio ancora addosso e l'asciugamano stretto intorno ai capelli aprì la porta, lui sorrise quando si rese conto della mancia. Accese la tv per guardare una serie tv su Netflix e incrociando le gambe sul tavolino addentò la prima fetta. Si rilassò e il sonno arrivò presto lasciandola dormire sul divano, si svegliò che era l'una passata ma non aveva voglia di andare a letto, in sala la porta finestra era aperta e faceva passare un leggero venticello che conciliava il sonno, prese la sveglia in camera da letto e la mise sul tavolino in sala, si riaddormentò pensando che il giorno dopo sarebbe stata in compagnia del Notaio tutto il tempo. Il raggio di sole attraversò le persiane socchiuse e colpì il bel viso di Alice che sonnecchiava aspettando di sentire il trillo della sveglia. Si alzò massaggiandosi il collo e si diresse in cucina per prepararsi il caffè, due biscotti e la sua attenzione venne catturata da alcune urla che arrivavano dal corridoio. Riconobbe la voce di Claudio che alterato urlava a Paolo di andarsene. Aprì la porta, non voleva che litigassero, erano suoi amici e le faceva male pensare ad una loro separazione.

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