Capitolo 27
"Hai mai visto il vento? Arriva da lontano e smuove le foglie sugli alberi, facendole vibrare. Riflettere i raggi del sole, poi piano piano ti raggiunge e ti abbraccia. Ti avvolge nel suo leggero tocco e quando passa oltre ti lascia una sensazione di vuoto e malinconia. Questo è quello che provo quando non sono con te. Vorrei fermarlo nel mio cuore e goderne in eterno, vorrei che il vortice che sento potesse durare per sempre. Tu per me, sei il vento."
Alice aveva le lacrime agli occhi, non si aspettava di scoprire un Edoardo romantico, quasi poetico. Aveva letto il messaggio più volte, e ogni volta si era sentita trasportata dal vento, ne aveva sentito l'abbraccio e il suo cuore aveva perso un battito. Lui l'amava? Forse.
Edoardo aveva ancora il cellullare in mano e aspettava una risposta, una qualsiasi. La sua anima palpitava e l'inferno nel quale si trovava era dolce come il paradiso. Avrebbe potuto essere più chiaro, dirle che ora quello che provava era reale ma sempre per quella paura di soffrire si era tenuto distante, anche se ora era arrivato il momento di essere sincero con se stesso. Il messaggio di Alice lo fece alzare dal letto e prima di leggerlo appoggiò il cellullare allo sterno, aveva forse paura di conoscere finalmente la verità? Sperava che lei ricambiasse il suo sentimento?
"Sei il mio vento, il rumore delle foglie, il raggio di sole che illumina le mie giornate. Resteremo in questo vortice di favolose emozioni abbracciati. Buona notte."
Lei non era brava come lui nell'esprimere i propri sentimenti attraverso le parole, figuriamoci se doveva scriverle. Ma sperava di aver reso l'idea, sperava che il giorno successivo fosse meraviglioso.
Edoardo lo lesse e rilesse fino a quando la sua mente stanca di interpretare quel meraviglioso sentimento non fu ebbra di felicità. Anche lei lo amava e questo sarebbe stato il punto di svolta, il suo volere essere serio con qualcuno che ricambiava onestamente quello che provava, la sincerità e l'impegno.
Daniela era arrivata a casa felice e stanca, si era preparata un panino mentre ascoltava le ultime notizie alla tv. La casa di un candido bianco esprimeva il suo senso di perfezione, solo qualche sprazzo di colore nei quadri appesi alle pareti e illuminati da piccole lampadine, rendeva l'ambiente più caldo. Ripensava al bacio di Lorenzo, quel bacio tanto anelato che lei aveva ricambiato con passione. Si era stretta a lui e aveva sentito il suo corpo caldo, i muscoli delle spalle tendersi mentre l'abbracciava, aveva percorso con le dita il suo torace, delineando un disegno perfetto nella sua mente. L'eccitazione l'aveva presa alla sprovvista facendola sentire desiderata.
Lorenzo camminava ballando, dopo che aveva parcheggiato l'auto in garage, canticchiava una canzone degli anni novanta, in mano teneva l'abito di scena e la sensazione di completezza. Avrebbe mangiato un piatto pronto mettendolo nel microonde. L'ascensore arrivò silenzioso, le porte si aprirono su un viso felice ma stanco e si sorrise allo specchio. Riusciva a vedere la luce nei suoi occhi, e si chiese da quanto tempo quegli occhi non avevano rispecchiato la magia di un bacio. Quando entrò in casa sentì il bisogno di aprire le finestre, di respirare l'aria anche se ancora calda, uscì sul balcone e guardò di sotto, la strada era vuota e i lampioni si accendevano al passaggio delle poche macchine che cercavano parcheggio. Si spogliò restando in boxer, si sedette sulla poltroncina che teneva accanto alla porta finestra e iniziò a mangiare. La sua casa a differenza di quella di Daniela emanava calore, il legno faceva da padrone a cominciare dal parquet, i mobili di noce, l'arte povera, il pavimento adornato con tappeti ovunque, rendevano l'ambiente confortevole. Molti libri sparsi sui vari mobili e altri riempivano una capiente libreria che adornava una parete color corallo. Era il suo posto preferito, in quell'angolo poteva viaggiare con la fantasia, leggere, guardare un film, ascoltare musica e pensare a Daniela.
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Bad Girl
ChickLitCosa accadrebbe se ad un colloquio di lavoro ti venisse chiesto di fare sesso? A quante è capitato? A me si. Mi chiamo Alice, ho trent'anni, vivo da sola e a volte con il mio fidanzato, una coppia gay come vicini di casa sui quali posso sempre conta...