Capitolo 43

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"Buona giornata amore" ci salutammo con il consueto bacio e ci dividemmo, io andai verso il mio ufficio e lui verso lo spogliatoio.
Tutti coloro che incontrai nel tragitto mi fecero gli auguri, com'era possibile che lo sapesse ogni singola persona che faceva parte della società? Eravamo davvero tanti, anche se si fosse sparsa la voce non sarebbe potuta arrivare alle orecchie di tutto il personale.
Arrivai davanti la mia porta che stranamente era chiusa, sbuffai sonoramente mettendomi a cercare le chiavi all'interno dell'enorme borsa che mi ero portata appresso.
In mesi interi di lavoro al mio arrivo avevo trovato sempre tutto come lo avevo lasciato la sera prima, ovvero in ordine e aperto, chi si era preso il privilegio di cambiare le cose?
Non avevo però intenzione di lamentarmi al riguardo, non ero proprio il tipo.
Dopo interminabili minuti di esplorazione fui sollevata dal trovarla.
Restai sorpresa quando mi accorsi che intorno al mazzo era avvolto un cordoncino con appeso un bigliettino.
"Feliz cumple mi Reina, spero que ti piaccia" la sua calligrafia, la riconobbi immediatamente, insieme al miscuglio di parole spagnole e italiane.
Sentii le lacrime minacciare di uscire ancor prima di scoprire ciò che aveva fatto ma le trattenni.
Dopo aver fatto due giri nella serratura posai la mano sulla maniglia che abbassai lentamente, più del dovuto, probabilmente Serena che mi guardava dalla sua postazione in pieno corridoio mi prese per pazza.
Avevo letteralmente paura di entrarci visto che non avevo la più pallida idea di cosa mi aspettasse, quell'uomo era davvero imprevedibile e me ne stavo rendendo conto sempre di più, dopo esser stata con lui giorno e notte non avevo sospettato nulla di nulla e lui non aveva accennato al fatto che conoscesse la data in cui compievo gli anni.
Mi sorprendeva ogni volta in maniera diversa, incredibile come ci riuscisse senza essere scontato.
Una miriade di palloncini rossi ed oro mi apparvero davanti agli occhi, il mio studio ne era letteralmente invaso, una lieve musica a fare da sottofondo allo spettacolo e una decina di bouquet di rose a riempire completamente la scrivania, infine sul divanetto era poggiata una scatola color nude con un fiocco in pandan con le altre decorazioni.
Sulla vetrata erano attaccate la maggior parte delle nostre foto, mi soffermai ad osservarle mentre partiva "Photograph" di Ed Sheeran, coincidenza o mi stavano spiando?
Ne trovai di tutti i tipi, da quelle più stupide con le facce buffe a quelle più importanti dove ci baciavamo davanti ai paesaggi dei posti che avevamo visitato quell'estate, ne aggiunse anche un paio poco consone nate a letto dopo aver consumato i nostri momenti d'amore.
Era matto, completamente matto.
Decisi di accomodarmi posando il recipiente sulle mie ginocchia ricoperte dal sottile tessuto della gonna che avevo deciso d'indossare, non era pesante, anzi.
Sfilai con delicatezza il nastrino, avrei voluto aspettare ad aprirlo ma ero troppo curiosa.
Trovai immediatamente un biglietto posato su una velina rosa:
"Ciao amore mio, probabilmente adesso starai piangendo.
Ecco, cerca di non farlo perché altrimenti ti sbavi il mascara e poi devi passare il resto della giornata in bagno ad aggiustarti quando invece hai del lavoro da fare.
Quello che troverai qui dentro lo useremo questa sera (non pensare male porcellina), a pranzo ti aspetto giù ai campetti, non mangiare, lo facciamo insieme.
Te amo.
Paulo"
Mi passai un dito sotto l'occhio, chiaramente macchiato di nero, mi conosceva così bene..
Voltai il capo di scatto quando sentii bussare sullo stipite, era Tommaso con in mano una guantiera, dietro di lui scorsi altre sei o sette figure che non riconobbi immediatamente ma che iniziarono a cantare la classica canzoncina di compleanno.
Un sorriso a trentadue denti si fece spazio sul mio volto, mi stavano davvero rendendo la persona più felice del mondo, con così poco.
Mi accorsi che erano presenti i miei giornalisti minori, non ne mancava uno, erano tutti lì, dal primo all'ultimo, a stringermi ed offrirmi stuzzichini di ogni tipo.
La mattinata passò così velocemente che non me ne resi conto, erano già le 13 ed io ero pronta per scendere dal mio amato lui.
Mi sistemai più e più volte i capelli, il tailleur e addirittura i braccialetti, compreso quello che mi aveva regalato il giorno in cui entrambi eravamo tornati ad essere operativi dopo il brutto periodo che avevamo vissuto.
Arrivai con passo deciso facendo risuonare i tacchi sul pavimento e quel rumore mi riportò al primo giorno in cui misi piede lì dentro, quello del mio colloquio.
Non ringrazierò mai abbastanza il destino o chiunque ci sia lì in alto per aver fatto sbattere quel pallone sulle mie gambe e anche per avermi fatto urtare la sua macchina all'angolo di casa mia solo poche ore dopo.
"Sei bellissima quando ridi senza accorgertene, lo sai?" sentii dire alle mie spalle.
Me lo ritrovai davanti con un mazzo di fiori enorme tra le mani, era stupendo anche tutto sudato dopo aver sgobbato, probabilmente non aveva avuto modo di lavarsi.
"Perdonami, gli altri hanno occupato le docce, non volevo essere in ritardo quindi non ho aspettato per pulirmi" si scusò ma, non curandomene, corsi tra le sue braccia facendo scontrare le nostre labbra come se non ci vedessimo da secoli.
"No Caro, ti sporco tutta" si scostò leggermente e io mi finsi offesa.
"Ho la soluzione, tranquilla" mi afferrò per il polso e mi portò proprio dai suoi compagni.
Un boato mi accolse e quasi dovetti reggermi a lui per non cadere all'indietro, c'era chi mi baciava, chi urlava, chi incitava cori, sembrava il giorno della vittoria di una finale tanto ambita.
Ammetto che la cosa un po' mi sconvolse, significavo davvero così tanto per quelle persone?
"Okay belli, ora potete andarvene visto che non mi va che la vediate mezza nuda?" intimò ai suoi compagni e l'unica cosa sensata che mi venne da fare fu arrossire.
Era scemo?
"Nono, mi è bastato sentirvi l'ultima volta" gli diede una pacca sulla spalla il numero 33.
Si riferiva alla festa scudetto quando avevamo fatto pace e ci eravamo appartati in un angolino dove nessuno poteva vederci, peccato che ci era mancato il contegno..
Ricordo ancora la faccia shoccata di Federico quando mi vide apparire completamente bagnata con indosso solo una maglia a raccogliere dai suoi piedi i miei pantaloni buttati lì poco prima quando ci eravamo spogliati.
"Mi sa che abbiamo traumatizzato Berna" sussurrai all'orecchio di Paulo che fece un risolino in tutta risposta.
"Vai a frugare nella mia borsa" m'invitò e così feci.
Era al suo posto, posata sullo sgabello.
Ci trovai dentro dei pantaloni della tuta grigi, un croptop nero e le mie Air Force 1 bianche completamente sporche che usavo soltanto per allenarmi visto che gli anfibi erano pressoché scomodi.
"Che significano?" domandai alzando un sopracciglio.
Okay che dovevo tenermi in forma ma così mi pareva esagerato.
"Voglio abbracciarti senza sgualcirti il completo e vorrei anche che tu stia comoda visto che comunque stiamo andando su un prato" chiuse la porta e ci si appoggiò contro invitandomi poi a cambiarmi.
Scesi dalle scarpe, anche chiamate aggeggi infernali, e abbassai la gonna facendola atterrare ai miei piedi, tutto ciò girata di spalle.
Dallo specchio con la coda dello occhio notai la sua espressione, mi fissava con le pupille dilatate mentre si mordeva il labbro inferiore.
Avremmo potuto fare l'amore h24 ma non gli sarei mai bastata, come lui non sarebbe bastato a me.
"Mi aiuteresti.." feci segno con l'indice al bottoncino della blusa posizionato sul retro del mio collo.
Lo sentii avvicinarsi con estenuante lentezza facendomi sospirare, poi risucchiai l'aria quando sfiorò la mia pelle che prontamente reagì al suo tocco.
Senza pensarci due volte ne afferrò i bordi e la sfilò lasciandomi poi un bacio sulla spalla allontanandosi nuovamente subito dopo.
Finii di vestirmi e feci una sfilata in tutta la mia goffaggine per arrivare da lui, stile uomini e donne.
Mi prese per mano conducendomi nel campetto, quello più grande dove solitamente giocavano la partita le Juventus Women e rimasi a bocca aperta quando vidi quello che aveva organizzato per me.

Canzoni consigliate: Il Cielo Contromano -Deddy (in loop).
È quella che ho ascoltato quando l'ho scritto

Joya💎 ||Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora