Capitolo 26

4.4K 107 1
                                    

"Ci vediamo domani, buonanotte anche a voi" così ci lasciarono Lautaro e Dolores dopo averci accompagnati vicino casa.
"La serata più bella della mia vita" affermai.
La prima tappa fu Plaza San Martin, proprio in centro città, restai meravigliata alla visione degli artisti di strada che s'impegnavano al massimo per dimostrare tutta la loro bravura come se fossero su un vero palco.
Ci fermammo in uno dei tanti caffè presenti lì nei pressi, entrambi ci astenemmo dal bere qualsiasi tipo di alcolico nel caso uno di noi avesse dovuto guidare.
La parte più bella arrivò però quando mi portò al Parque Sarmiento, la più vasta area verde della città che mi raccontò venne ideata da un francese durante la belle epoque.
Restai incantata davanti ai roseti e all'anfiteatro Romano dove scattò un meraviglioso bacio pieno di calore ed emozione, mi sentii in cima al mondo.
"Non facciamo rumore, a quest'ora dormono tutti" sussurò mentre faceva girare la chiave nella serratura che immediatamente scattò.
"Ho bisogno di una doccia" gli feci notare una volta in camera.
Sfilai i tacchi dai piedi, così anche il vestito e indossai l'accappatoio per poi dirigermi verso il bagno.
Aprii il getto d'acqua assicurandomi che fosse caldo e, mentre ero in procinto di spogliarmi, la porta si spalancò rivelando Paulo con indosso solo i boxer.
"Cosa vuoi esattamente?" domandai alzando un sopracciglio.
Mi guardò con un ghigno in volto avvicinandosi con estrema lentezza.
"Ti avevo promesso che quel completino te l'avrei tolto io e le promesse sono sempre un debito" la voce profonda, le iridi scure.
Tirò via la cintura che manteneva il tessuto spugnoso sul mio corpo lasciandolo cadere ai nostri piedi.
Socchiusi per un momento gli occhi puntandoli subito dopo nei suoi.
"Baciami" e non se lo lasciò ripetere una seconda volta.
Si fiondò sulle mie labbra prendono a torturarle con i suoi denti perfetti, le sue mani iniziarono a vagare ovunque su di me fermandosi sul gancetto del reggiseno che ben presto finì sul pavimento.
Mi sbarazzai dei suoi boxer e lui delle mie mutandine, eravamo completamenti nudi, esposti l'uno all'altro, senza alcuna vergogna.
Realizzai che lui aveva guarito le mie ferite pregresse, era riuscito a farle rimarginare completamente e finalmente potevo essere me stessa al 100%.
Mi spinse nel box e la mia schiena toccò le mattonelle fredde a contrasto con l'acqua bollente almeno quanto i nostri animi.
"Lo abbiamo fatto più volte in doccia che in altri posti" osservò.
Aveva ragione.
"La prossima volta puntiamo al bancone della cucina di casa tua" anche se lo dissi con tono ironico ero abbastanza seria, sarebbe stato assolutamente divertente.
Le nostre bocche entrarono nuovamente in contatto e pochi secondi dopo mi ritrovai con la guancia stampata contro il muro, la sua mano destra tra i capelli, stringendo il pugno dopo aver creato una specie di coda, e quella sinistra sui miei fianchi.
Non mi diede il tempo di dire nemmeno una parola, entrò in me lasciandomi totalmente spiazzata.
Eravamo una cosa sola, un unico corpo, un'unica anima.
Spostò il suo palmo sulla mia bocca per smorzare i gemiti che ne uscivano in modo che non si sentissero per tutta la casa.
"Oh Nena. Tan hermosa" si lasciò scappare segnando la mia e di conseguenza anche la sua disfatta.
Mi voltai incollando immediatamente le mie labbra alle sue, non riuscivo a tenerlo lontano, lo volevo vicino, vicino come non mai.
Ci guardammo, gli occhi brillavano felici e non potevo fare a meno di sentire quella meravigliosa sensazione che ormai da tempo accompagnava le mie giornate quando ero in sua compagnia: il desiderio di vivere così per il resto della vita.
Sempre e solo con lui.
Sentimmo bussare flebilmente.
"Paulo, ¿todo bien?" era Alicia.
Diventai rossa come un pomodoro nascondendo il viso nell'incavo del suo collo per la vergogna.
"Si mamá, non potrebbe andare meglio di così" rispose lui avvolgendo le braccia intorno al mio busto lasciandomi poi un tenero bacio sulla testa.
Prese il bagnoschiuma iniziando ad insaponarmi, l'odore di vaniglia c'invase le narici e seppur non fosse uno dei miei preferiti in quel momento mi fece sentire in paradiso.
Ci sciacquammo e infilammo gli accappatoi recuperati dal suolo o, nel suo caso, dall'appendiabiti.
Tamponai i capelli con un asciugamano asciutto, poi lo passai sui suoi e glielo lasciai ricadere in faccia provocandogli una risata spontanea.
"Posso asciugarteli io?" mi chiese rendendomi estremamente felice.
Annuii prontamente passandogli spazzola e phon.
Mi sorprese perché solitamente dopo aver fatto la doccia insieme si ritirava in camera lasciandomi fare le mie cose, quella volta invece non volle separarsi da me.
Ci guardai nello specchio, io in fucsia davanti, lui in blu dietro di me con l'espressione concentrata come quando era in campo.
"Mi mancherai la settimana prossima" sussurrai aprendo tutto il mio cuore facendo fuoriuscire le emozioni che provavo.
"Mi mancherai da impazzire piccola, ma ci sentiremo tutti i giorni, te lo prometto" mi accarezzò una guancia.
"Non farò come l'ultima volta" e il mio cuore fece un balzo.
Avevo paura, dovevo ammetterlo, ma me lo stava promettendo, le cose sarebbero andate diversamente.
Una volta tornati in camera indossai i suoi pantaloncini d'allenamento e una sua t-shirt infilandomi nel letto, lui fece lo stesso aprendo poi un braccio invitandomi ad avvicinarmi maggiormente.
Mi accoccolai sul suo petto inspirando a fondo il suo profumo e iniziando a pensare a milioni di cose.
"Sai qual è la cosa che più amo della nostra relazione?" chiesi.
Scosse il capo.
"Il fatto che nonostante tu sia un calciatore famoso e io una giornalista viviamo nella semplicità più assoluta, una vita bella e felice ma senza cose sfarzose ed esagerate" aggiunsi stringendomi di più a lui.
"Anche io adoro questa cosa, adoro il fatto che tu non pretenda niente da me al contrario delle mie ex che ogni settimana volevano gli comprassi una cosa diversa" disse facendomi sorridere.
"Ho già il tuo amore, mi basta e avanza" non rispose.
Tra di noi calò il silenzio, non uno di quelli imbarazzanti ma di quelli che ti fanno stare bene, un silenzio dove si dicono tante cose con la mente senza emettere alcun suono.
"Sai che dovremmo annunciarlo prima che esca un articolo su di noi" suonò più come un'affermazione che come una domanda.
"Lo so" sussurrai.
"Sarebbe carino se postassi le foto che abbiamo fatto oggi sul ponticello al parco" erano davvero bellissime, il riflesso delle luci era un qualcosa di veramente stupendo.
"Lo facciamo ora?" proposi.
Non riuscivo ad aspettare, sarei morta d'ansia nel mentre.
"Sono le 4 e 30 del mattino" mi fece notare.
"In Italia sono le 8 però" gli ricordai.
Dopo vari discorsi e anche brevi discussioni convenimmo entrambi che era giusto toglierci immediatamente il pensiero.
Il suo dito tremava in direzione del tasto "pubblica", si fece forza e lo pigiò.
"@paulodybala ti ha taggato in un post" mi avvisò il mio cellulare.
"El verdadero amor no se conoce por lo que exige, sino por lo que ofrece. Te amo Nena♥️"
La descrizione migliore che avesse mai potuto scegliere.
@carolinaferrari: Te amo mi amor♥️
Commentai immediatamente repostando poi il tutto sul mio profilo.
Ricevemmo tantissimi like e anche qualche critica di cui però m'importava poco e niente.
Il telefono mi si riempì di messaggi da parte di colleghi, amici che non si facevano sentire da anni e da tutta la squadra che non vedeva l'ora di congratularsi.
Mi appuntai mentalmente di rispondere il prima possibile poiché stavo letteralmente morendo di sonno.
"Possiamo dormire ora?" proposi strofinandomi gli occhi come una bambina piccola.
"Vorrei dirti un'altra cosa in verità" si grattò la nuca.
Ecco il momento che aspettavo da tutta la sera, mi sedetti sorridendo, chiaro invito a parlare.
"Pensavo, quando questo periodo finirà dovremmo tornare a Torino e riprendere a lavorare, l'inizio di campionato è sempre difficile per tutti ed è molto stressante" non capivo dove volesse arrivare perciò lo lasciai proseguire.
"Sarà scomodo spostarsi da una casa all'altra, non avrò, come non lo avrai tu, tempo per fare su e giù per vestiti ecc.." non me lo stava chiedendo sul serio.
"Quindi, sarebbe carino se venissi a vivere da me" la mascella sul pavimento, non riuscivo a pronunciare mezza parola.
"Carolina ti sto dicendo che voglio vivere con te, ti prego non farmi sentire stupido" diventò paonazzo.
Okay, dovevo pur esprimermi in qualche modo, lo stavo mettendo in imbarazzo.
Nonostante la mia mente mi supplicasse di non farlo il mio cuore non poteva dire di no.
Annuii.
"Si?" domandò speranzoso.
"Sì" esclamai buttandogli le braccia al collo.
"¡Dios mio!" sussurrò prendendo poi a baciarmi come mai aveva fatto prima.
Sarebbe andata bene, saremmo stati bene insieme, ne ero certa.

Joya💎 ||Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora