Capitolo 56

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Canzone consigliata: Outside -Zayn

22 dicembre 2019

Solito posto, solito stadio, o almeno così credevo quando da casa mi ero diretta all'Allianz.
In realtà in tribuna avevo passato circa la metà dei novanta minuti.
Juventus vs Roma, al 36' di gioco Mandzukic sovrasta Santon e trova l'1-0, esattamente 38 minuti dopo a me stava crollando il mondo addosso, per l'ennesima volta.
Pensavo fosse finita, pensavo non sarebbe successo più e invece..
"Tutto bene?" mi afferrò il braccio tremante Andrea che era seduto alla mia sinistra, come sempre.
"No, per niente" risposi sincera inspirando a fondo.
"Se hai bisogno di allontanarti fallo, non preoccuparti" propose e colsi l'occasione al volo.
Mi ritirai negli spogliatoi sedendomi in un posto totalmente a caso, figuriamoci se tra tutti i pensieri che avevo in testa potevo dar importanza a quello.
Presto Allegri lo avrebbe sostituito, sarebbe venuto lì e io avrei potuto affrontarlo, non aspettavo altro.
Continuavo ad osservare quelle foto incredula, perché lo aveva fatto? E soprattutto perché stava venendo fuori soltanto allora?
Quella donna dai capelli scuri e gli occhi verdi tendenti al marrone con cui camminava per le strade della Russia, le stesse che avevo percorso io e da cui avevo comprato quei fantastici dolci la sera stessa in cui mi avevano mandato via, quei dolci che non eravamo riusciti a mangiare insieme come tanto avrei voluto.
Non la conoscevo, non avevo la più pallida idea di chi fosse eppure riusciva a farlo ridere forse come non ero mai riuscita a fare io.
Insomma, era bellissimo e felice, felicità che io non provavo a chilometri di distanza mentre scoprivo di avere una sindrome e non poter procreare forse mai nella vita.
Lo odiavo, lo odiavo tantissimo.
Come aveva potuto farlo? Come?
Ma soprattutto, come aveva potuto tenermelo nascosto?
"Che schifo" esclamai ad alta voce.
Mi scoppiava la testa, ero così incazzata e volevo piangere ma le lacrime non uscivano, ne avevo versate già troppe nei mesi precedenti.
Fantastico, ero di nuovo nel bel mezzo di uno spettacolare attacco di panico!
Stupida io che mi ero crogiolata nella tranquillità e nella sicurezza che non ne avrei più avuti.
Quell'articolo di tutto sport mi distruggeva il cuore, con quel titolo poi..
"Paulo Dybala con una nuova fiamma? Ha già dimenticato la bella e talentosa Carolina Ferrari?" lo rilessi un paio di volte.
Non riuscivo a respirare, dovetti sbottonarmi i primi tre bottoni della camicia, come se servisse a qualcosa...
Sospirai e mi paralizzai sul posto quando sentii un rumore proveniente dai corridoi.
"A ella le gusta cuando bajo downtown
Me pide que me quede ahí envenciao'" la sua voce, la riconoscerei tra un milione.
Il cuore prese ad accelerare, stava venendo da me.
"Le digo uh mami, estoy interesao'
Si quieres yo me quedo pa' otro round"
"Certo, continua pure a cantare" pensai.
Dio, quanto mi stava dando sui nervi.
Varcò la soglia della porta e quando mi notò si zittì immediatamente.
"Nena, cosa ci fai qui?" domandò avvicinandosi.
Non risposi, lo guardai solamente con disprezzo.
"Quella canzone è bellissima, è di J Balvin e.." provò a dire per fare conversazione e smorzare l'aria pesante che anche lui avvertiva ma lo fermai immediatamente:
"Non me ne frega un cazzo Paulo, proprio un cazzo".
Forse ero stata troppo dura, il suo sorriso si era spento, quello stesso sorriso che con me non aveva mai..
"Che succede? Perché sei così arrabbiata?" si posò con le mani al tavolo al centro della stanza, esattamente dal lato opposto a quello dove mi trovavo io.
Mi alzai in piedi, il rumore dei tacchi sul pavimento, quel fatidico rumore che associavo a lui, al primo giorno in cui ci eravamo scambiati uno sguardo, poi il tonfo del telefono sulla superficie in legno e subito dopo una scia, il dispositivo che strisciando si muoveva nella sua direzione.
Lo afferrò tra le mani, prima una faccia stupita, poi mi guardò e io semplicemente scossi il capo disgustata.
"Posso spiegarti?" domandò immediatamente.
Voleva spiegare...
Improvvisamente ero diventata molto più calma, avevo notato una sostanziale differenza rispetto alle altre volte in cui lo avevo colto in fragrante, la serenità con cui stava agendo.
"No, non voglio spiegazioni, lasciami solo parlare e sfogarmi, ti prego" quasi lo supplicai e con un gesto della mano mi diede il via libera.
"Ci ho provato sai? Ci ho provato a darti tutto quello di cui avevi bisogno ma evidentemente ho fallito. Che poi questo non posso nemmeno dirlo perché stiamo parlando di quasi 6 mesi fa e in questo lasso di tempo è successo davvero di tutto. Domani sera c'è la cena di Natale, ti ricordi com'eravamo l'anno scorso? Ci scansavamo nei corridoi perché eravamo attratti l'uno dall'altra ma troppo orgogliosi per ammetterlo, ti ho amato dal primo istante in cui hai bussato al mio finestrino e io avevo paura di chi potesse essere, e alla fine sono finita ad avere paura delle conseguenze quando la sera della vigilia ti ho baciato, anzi tu mi hai baciato, ma io non mi sono tirata indietro nonostante sapessi che fossi fidanzato. Quante cazzo di cose sono cambiate in 365 giorni? Quante? Pensavo di festeggiare in bellezza il nostro anniversario, perché anche se non abbiamo mai dichiarato una datata sappiamo entrambi che è iniziato tutto in quel bagno del locale dove ti ho aiutato ad allacciare la cravatta e ci siamo ritrovati così vicini che riuscivo a sentire il tuo sapore anche se le nostre labbra non si toccavamo. Sai perché ero lì? Beh no, non te l'ho mai detto. Tu eri venuto perché mi avevi vista entrare, io invece ci ero andata per calmare un attacco di panico e non di certo per adescare il super sexy numero 10 della mia società. 365 giorni e devo avere ancora paura di perderti, non me lo sarei mai aspettata sinceramente dato l'andamento degli ultimi tempi, era tutto così perfetto.. ma si sa, ciò che è perfetto non è reale, giusto? Perché mi hai sempre detto di essere uscito con i tuoi compagni? Addirittura con Leo Messi che ha dovuto consolarti, lo hai scritto in quella lettera e io quella lettera ce l'ho stampata nel cuore. Non avrei mai creduto potesse uscire fuori qualcosa del genere. Non posso credere tu me l'abbia tenuto nascosto.." abbassai il capo verso nel pronunciare le ultime parole.
Avevo buttato tutto fuori, avevo detto le cose come stavano cercando di evitare di ferirlo.
"Ti prego, posso spiegarti? Magari evitiamo di rovinare un anno di amore per una sciocchezza" tentò di venirmi vicino ma io indietreggiai.
"Quale amore Paulo? Quale amore?" non riuscii nemmeno a guardarlo in faccia per la vergogna nei miei stessi confronti, non nei suoi.
"L'amore che provo per te, per la nostra famiglia, perché famiglia siamo io e te" iniziò e lo lasciai continuare senza intervenire.
"Quella donna si chiama Oriana Sabatini, è un'attrice, cantante e modella, fa un po' di tutto. È Argentina come me, sua zia è un ex tennista molto molto famosa, ha vinto un bel po di premi e una volta è venuta a vedere l'allenamento della nazionale con sua nipote, chiaramente io ero lì. Non ti nego che abbiamo avuto un flirt ma era il 2015 e io avevo 21 anni, giocavo ancora nel Palermo, era l'anno del mio esordio. Se ho tradito Antonella con lei? No, ci scambiavamo soltanto qualche messaggio, lei l'ho tradita solo con te" e non potei trattenermi alla sua ultima affermazione.
"Perché ridi?" corrugò la fronte.
"Mi fa strano pensare di essere stata l'amante, dai forza scemo, continua" lo dileguai.
"Insomma, siamo rimasti buoni amici, poi anche lei è fidanzata, da due anni ormai, è una relazione seria, esattamente come la nostra" un colpo al cuore.
Esattamente come la nostra.
"Vuoi sapere cosa stavamo facendo quel giorno insieme?" annuii.
"Lei era lì per uno shooting e sapeva ci fossi anche io, mi ha chiesto di vederci e semplicemente abbiamo fatto due passi insieme da vecchi amici. Credimi che non ti avrei mai fatto nulla del genere, ti prego credimi" mi afferrò il viso tra le mani posando la sua fronte contro la mia ma non riuscii, ancora una volta, a fronteggiare il suo sguardo.
"Carolina io volevo chiederti una cosa importante oggi, ti supplico devi credermi, devi farlo perché ti amo" sospirai, semplicemente sospirai.
"Guarda" si mise in ginocchio e sgrani gli occhi.
"Che cosa fai? Sei stupido? Alzati!" lo ammonii immediatamente.
"No, non mi alzo. Non mi alzo perché devi capire che io da te mi farei mettere i piedi in testa pur di tenerti al mio fianco, anche se so che non lo faresti mai perché sei troppo buona e onesta per abusare di me, dei miei soldi e della mia fama, mi sono innamorato anche per questo. Ti sto implorando, sono in ginocchio, perdonami" cosa potevo dirgli? Di no?
Lo avevo già perdonato non appena aveva messo piede lì dentro, era anche ora di seppellire l'ascia di guerra.
"Alzati e baciami deficiente" non se lo fece ripetere due volte.
Le nostre labbra si scontrarono e le mie guance si bagnarono con le sue lacrime sottili, lacrime di gioia e di gratitudine.
Come al solito mi ero fatta troppi film mentali, andava tutto bene, sì, andava tutto bene.
Dovevo smetterla d'impedirmi di essere felice.
"Che cosa volevi chiedermi, Paulo?" domandai quando ci staccammo.
"Sei brava, hai una laurea e sei preparata. Gustavo non vuole più rappresentarmi, non se la sente arrivati a questo punto della mia carriera, perciò.." avevo il fiato sospeso dall'attesa.
"Carolina, vuoi diventare la mia manager?"

Joya💎 ||Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora