Capitolo 44

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Rimasi incantata.
Al centro del campo aveva sistemato un tavolo elegantemente apparecchiato con un enorme mazzo di rose rosse come centrotavola, il resto dello spazio circostante era pieno di petali della medesima pianta che aveva specificato essere sintetici poiché, a detta sua, non avrebbe mai rovinato così tanta bellezza sprecandone grandi quantità, visto che per spargergli ovunque avrebbero dovuto "assassinare" parecchi fiori.
Ottima decisione, il mio bel fidanzato era attento alla piccole cose, come piaceva a me.
La gioia che provavo era incontenibile, ormai il piano di non rovinare il make-up era letteralmente andato a quel paese, non poteva pretendere che dopo una sorpresa del genere non avrei pianto anche l'anima.
Mi fece accomodare scostandomi la sedia come un vero gentelman, in realtà lo faceva sempre, anche a casa, e ogni volta quel suo gesto mi lusingava.
Prima di sollevare la cloche che entrambi avevamo davanti mi resi conto della presenza di una busta contenente l'ennesimo bigliettino.
"Quanti altri ne troverò fino a questa sera?" domandai ironica.
"Un altro paio" alzò le spalle fingendosi non curante.
Lo scrutai attentamente ma era bianco, senza un accenno d'inchiostro e in tutta risposta corrugai la fronte come faceva sempre lui.
"Sai, forse dovresti girarlo" mi fece notare e quando mi resi conto che aveva ragione mi sbattei una mano sulla faccia dandomi mentalmente dell'imbecille.
"Legami Sushi & More" ancora scritto da lui con grafia altrettanto impeccabile.
Le mie sopracciglia rimasero inarcate, in che senso?
"Hai aperto il pacco, vero?" domandò e mi resi conto che in effetti non lo avevo fatto.
"Oddio no, ho solo letto la premessa ma non ho visto cosa c'era sotto la carta velina" i miei ragazzi mi avevano interrotta perciò avevo lasciato correre.
Mi ero ripromessa di farlo non appena sarei stata sola visto che la reputavo una cosa estremamente intima e personale ma poi si era fatto tardi e mi era passato di mente.
"Non preoccuparti, te lo dico io" si posizionò meglio sulla sedia e mi parse un tantino agitato.
"Lì dentro c'è un vestito, molto bello a mio parere, che indosserai più tardi per venire con me al ristorante di Claudio" mi spiegò e non potei fare a meno di sorridere.
Collegai immediatamente tutto, il nome del posto e il fatto che avesse scritto che lo avremmo usato la stessa sera.
"Paulo non merito tutto questo" fui semplicemente sincera.
"Infatti, meriti molto di più" mi prese la mano e ne baciò il dorso sciogliendomi il cuore.
Passammo il resto dell'ora a mangiare insalata con pollo, poiché dovevamo mantenerci leggeri per l'infinità di pesce che avremmo degustato non troppe ore dopo.
Mi raccontò che Tommy, come lo chiamava lui, lo aveva aiutato ad organizzare tutto e ammetto che a quella sua rivelazione risi parecchio, inoltre gli chiesi come aveva fatto a scoprire quand'era il mio compleanno e rispose di aver letto la data di nascita sulle analisi che avevo fatto, molto astuto.
Mi sentii anche in dovere di spiegargli perché non avevo voluto dirglielo e ci fu un momento molto emozionante in cui iniziai a parlare dei miei e di come non avevo più avuto il coraggio di festeggiare quel giorno dopo la loro morte.
"Bene piccola peste, ci vediamo dopo. Passa da Andrea prima di andartene, ti vuole salutare" mi lasciò un bacio e scomparì insieme a Rodrigo Bentancur che era stato mandato dal mister per richiamarlo.
Mi aveva detto che il Presidente mi aveva gentilmente concesso di staccare due ore prima, quindi alle 18, in modo da andare a casa e sistemarmi, lui avrebbe terminato alle 15 e sarebbe uscito prima per sistemare alcune cose, infine alle 20 sarebbe passato a prendermi e ci saremmo diretti insieme alla mia... festa? Non sapevo bene come definirla.
Mi rinchiusi nel mio ufficio cercando di recuperare tutto il lavoro che avevo trascurato, furono ore intense e mi distrassi unicamente quando bussarono alla porta.
"Avanti" dissi.
Poi mi girai verso le finestre, cavolo si era fatto tardi, eravamo sulla golden hour che stava già iniziando a scemare.
"Sei rimasta solo tu signorina Ferrari" si sedette sbottonando la giacca.
"Errato, a meno che non ti stia immaginando, caro Andrea" lo salutai facendogli un occhiolino.
"È ora di andare a farti bella" m'invitò gentilmente.
Avevo già sforato l'orario.
"Ehi, io sono già bella" mi alzai iniziando a riporre i documenti nella borsa.
Si mise in piedi anche lui dirigendosi verso l'uscio.
"Buon compleanno Carolina, sono stato davvero fortunato a trovarti, come lo è stato Dybala" proferì prima di abbandonare completamente la stanza.
Ammirai ancora una volta quello spettacolo che avevo già fotografato diverse volte dato che il giorno dopo tutto sarebbe tornato alla normalità, afferrai l'abito e iniziai a camminare verso l'uscita.
I corridoi erano vuoti, le scale altrettanto, wow, ero rimasta davvero solo io.
Entrai nella mia auto, misi a moto e mezz'ora dopo ero a casa nostra.
Niente di diverso dal solito finché non arrivai in camera dove trovai un solo palloncino a forma di cuore che si manteneva in aria a cui era appesa una lettera.
La srotolai, mi sedetti sul letto e iniziai a leggere..
Ciao Nena, o forse sarebbe meglio dire amore della mia vita.
Sì, lo so che te l'ho detto tantissime volte e mi ero ripromesso di non essere monotono come lo sono di solito, però ti amo, ti amo davvero tantissimo.
Non immagini quanto mi senta fortunato a svegliarmi ogni giorno al tuo fianco, ti svelo un segreto, ogni tanto metto una sveglia a basso volume sul telefono, un po' prima di quella in comune, così posso guardarti per qualche minuto dormire, sei così carina.
Hai gli occhi da cerbiatta, penso che si dice così, scusami ma sai che nonostante viva in Italia da anni ancora mi capita di fare qualche errore.
Che stavo dicendo.. ah sì, i tuoi occhi! Non credo ci sia molto da aggiungere, sono davvero bellissimi e resterei ore intere a fissarli, sia aperti che chiusi.
A volte mi chiedo come ho fatto a meritarti.. so che è una frase fatta ma mentre mi alleno oppure quando sono da solo ci penso.
Non sono stato un grande fidanzato negli ultimi tempi.. a dire il vero non lo sono stato mai.
La maggior parte delle volte hai sofferto per colpa mia, anche per altri motivi ma comunque io non ero con te per poterti consolare come invece era mio dovere fare.
Ci tengo ancora a chiederti scusa per quella volta che mi hai trovato con Antonella e anche se tua nonna era morta io ho preferito restare con lei anzichè correre da te.. mi dispiace anche di averti trattata male quando mi hai detto di non essere ancora pronta per avere un figlio, la mia abuela mi ripeteva sempre che bisogna stare attenti anche alle esigenze degli altri e non pensare solo a noi stessi perchè altrimenti si rimane da soli.
Ecco, io mi aspettavo che tu mi mollassi, che non volessi avere più nulla a che fare con me, invece sei tornata, sei tornata sempre.
Non ho ancora capito se è perchè mi ami davvero davvero tanto o perchè hai realmente compreso quant'è che io ti amo.
Beh, nel dubbio ti dico che senza di te non posso più vivere, lo capisco ogni giorno che passa, sempre di più.
Senza di te mi manca l'aria, mi sembra di non riuscire a respirare.. l'ultima volta mi ha dovuto portare Leo a fare una passeggiata, e se non l'hai capito sto parlando di Leo Messi, sai che non abbiamo un grande rapporto e immagina come mi sono sentito in imbarazzo.
Okay, mi sto perdendo in chiacchiere, questo non c'entra nulla..
Perdonami ma non riesco a mettere le parole in ordine, probabilmente tutto questo apparirà molto confuso ma non voglio ritoccarlo, è così che mi sta venendo dal cuore.
Ah, mi sono dimenticato di dirti che sei bellissima, ogni curva del tuo corpo lo è.
So che non me lo dici ma mi accorgo che a volte quando ti spoglio diventi insicura, abbassi lo sguardo e storci le tue stupende labbra, non dovresti avere di questi problemi, ogni tua imperfezione è la più meravigliosa che abbia mai visto, le tue cicatrici, anche se hanno una brutta storia, sono perfette, fanno parte della grande donna che sei, come potrei non amarle?
Ti ho bramata per così tanto tempo (ammetto di aver trovato sul dizionario questo termine e poi essermelo fatto spiegare da Barza), ti ricordi come ti guardavo all'inizio? Non riuscivo a scollarti gli occhi di dosso e dopo otto mesi è ancora così, non cambierà mai.
Oh no, mi è caduta una lacrime sul foglio, lo ha macchiato e non va via... vabbè fa niente, l'importante e che non lo bagni anche con le tue, mi raccomando!
Ti prometto che sarò l'uomo che meriti di avere al tuo fianco, anche se rimarrò sempre un po' bambino, ti prometto che le cose tra di noi andranno bene e anche se non potremmo avere dei cuccioli d'uomo saremo per sempre Paulo e Carolina, perchè la cosa più importante che ho sei tu, non ho bisogno di altro per vivere.
Ricordati.. al final somos siempre nos.
Ti devo tutto.
Buon compleanno vita mia, te quiero muchísimo.
Tu amor.
Le sue parole mi colpirono profondamente, sapevo non fosse molto bravo ad esprimersi ma io lo avevo capito, quello che provava per me mi era più che chiaro.
Credeva sul serio di non essere abbastanza quando in realtà se c'era qualcuno a non essere all'altezza ero io.
Mi aveva promesso delle cose importanti che sapevo avrebbe mantenuto e dopo tutto ciò non vedevo l'ora di poterlo abbracciare e dirgli grazie, per ogni singolo momento passato insieme, bello o brutto che fosse.
Finalmente l'avevo trovata, avevo trovato la mia persona.
Una notifica sul cellulare mi distrasse dai pensieri sdolcinati che stavo facendo nei suoi confronti ma tornarono immediatamente quando vidi:
@paulodybala ti ha menzionato nella sua storia.
Non persi tempo ad aprirla, aveva pubblicato il video girato quella mattina mentre spegnevo la candelina sul muffin e poi coprivo la videocamera intimandogli di smetterla, ero totalmente imbarazzata ma la dolcezza e l'amore sincero che trasparivano da quella breve clip di 15 secondi erano qualcosa d'incredibile.
Sorrisi quando realizzai che la mia intera esistenza oramai si basava su un individuo ben preciso: Paulo Bruno Exiquel Dybala, anche se lui odiava esser chiamato così.

Joya💎 ||Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora