Capitolo 17

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Mi sveglio nella mia camera ancora svestita per ieri.
Tenendomi con la mano destra le lenzuola per coprirmi guardo il mio compagno accanto a me mentre tiene il suo braccio attorno alla mia vita, come se avesse paura che scappassi da lui.

Ha le labbra dischiuse, accentuandone la carnosità. Prendendomi totalemente alla sprovvista mi tira a sè, stringendomi o dovrei forse dire stritolandomi forte al suo petto. Lo guardo pronta a dirgliene quattro ma mi accorgo che in realtà sta ancora dormendo.

La sua espressione si fa quasi disperata, penso stia avendo un incubo. Cerco di tranquillizzarlo con baci e carezze, ma invano perchè lo vedo svegliarsi di scatto con il sudore colante sulla fronte e gli occhi igniettati di sangue. Comincia a gridare istericamente finchè il suo sguardo incrocia il mio. Si ferma per qualche secondo ad osservarmi come se mi vedesse per la prima volta.

"Scusami tesoro, era da tanto che non facevo incubi" mi dice abbassando lo sguardo, mentre con le sue braccia possenti mi stringe forte a se chiudendomi in un abbraccio senza vie d'uscita.

"Vuoi raccontarmi cosa hai sognato? Magari potrei alleviare le tue pene" gli dico in un sussurro come se fosse una piccola e dolce carezza sul suo viso sconvolto mentre al contempo gli asciugo con il lembo della mia camicia da notte le piccole gocce che ricoprono il suo volto.

Mi abbraccia come se avesse assoluto bisogno del mio contatto, ma è così delicato, così attento nei movimenti.
Gli do un bacio sulla fronte rassicurandolo come un bambino.
"Vado a prenderti qualcosa da bere" gli dico staccandomi dolcemente dal suo caldo abbraccio.

Vado in cucina, che ormai ho scoperto come trovare, e mi faccio preparare dalle gentili cuoche un vassoio con dei biscotti e un bicchiere di succo d'arancia.
Tornando, sento come se qualcuno o qualcosa mi seguisse. Mi volto più volte ma non vedo mai nessuno.

Raggiungo la mia, o forse dovrei dire la nostra stanza ma appena apro la porta mi si presenta una scena raccapricciante.

Comincio a urlare a squarciagola, producendo un suono da far accapponare la pelle.
Vedo la cameriera che mi aveva prestato soccorso quando ero svenuta, distesa a terra in una pozza di sangue con indosso uno dei "miei" vestiti e un coltello conficcato nella schiena.
Corro da lei e cerco di scuoterla leggermente sperando in una sua reazione di qualche tipo ma invano. Osservo le mie mani coperte di un liquido scarlatto dall'odore metallico, lo stesso liquido che ricopre, ormai, gran parte del pavimento.

Sentendo le mie urla qualcuno mi raggiunge in tutta fretta. Dall'odore capisco che è il mio compagno ma non ci faccio troppo caso perché sono ancora sotto shock.

I suoi occhi spenti e senza vita guardano il vuoto, la sua pelle candida è diventata di un colore molto più cadaverico, con la bocca dischiusa in una smorfia di dolore.

"Chi, cosa, perché..."
Sono le uniche cose a cui riesco a pensare.

Resto a fissarla per secondi interminabili, rimanendo comunque estraniata dal mondo che mi circonda, sento solo delle voci fioche e distorte di sottofondo.

Ad un certo punto Alam decide d'improvviso di abbracciarmi coprendomi gli occhi con la mano e sussurrando "Va tutto bene ci sono io con te, puoi sfogarti se vuoi", e a quelle parole è come se qualcosa dentro di me si fosse rotto.
Scoppio in lacrime e comincio a gridare dal dolore "NOOOO DOVEVA TOCCARE A ME È TUTTA COLPA MIA".

"Non è colpa tua, amore, c'è un solo responsabile ed è l'assassino! Ora tu rilassati cerca di riposare, vuoi che ti porti le tue medicine?" mi dice nel vano tentativo di farmi sentire meglio, meno colpevole, ma io mi sento sporca, macchiata del sangue di quella innocente.

Faccio segno di no con la testa ma non smettendo di versare lacrime per la ragazza che mi ha salvata ben due volte, la seconda dando la sua vita in cambio della mia.
"Non preoccuparti, prenderò il colpevole fosse l'ultima cosa che faccio" mi dice in tono serio ma rassicurante.

I Segugi (che ho scoperto essere una specie di guardia personale dell'alpha e della sua luna) sotto forma di lupi cominciano ad annusare, fiutando ogni minima traccia che potrebbe essere connessa all'assassino.
Vedo un lupo dal pelo rosso scuro ritramutarsi in umano, ma non riesco a finire di guardarlo che Alam mi ricopre gli occhi con la mano ma per motivi differenti.

Dimentico, infatti, che dopo esserci ritramutati in forma umana non abbiamo gli abiti perché si lacerano durante la metamorfosi in lupo.

" C'è l'odore del Dottor Blake" e a quelle parole il mio cuore perde un battito.

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