Capitolo 3

962 34 2
                                    

L'alpha mi guarda fisso, senza staccare gli occhi da me nemmeno mentre dà ordine ai ragazzi di lasciarci soli. "Allora cominciamo dalla domanda più semplice, chi sei esattamente?" mi chiede con fare serio. "Beh mi chiamo Luna ma non ricordo molto del mio passato; a quanto ne so non ho i genitori e sono sempre stata sola. L'unica cosa che so con precisione è che voglio trovare il mio compagno, fino ad ora" gli dico cercando di rilassarmi sfogando la mia agitazione sulle mie povere dita che si stanno intrecciando fra di loro, quasi annodandosi.

"Non ricordi a che branco appartenessi o di che classe sociale fossero i tuoi genitori?" continua serio, la sua espressione è talmente impassibile che quasi mi spaventa. Come può resistere al richiamo della vicinanza con la sua compagna? "No, non ricordo nulla" dico cominciando a usare un tono infastidito per fargli notare che il suo comportamento mi irrita.

Lui sembra accorgersene e dice "Preciso già da adesso che non ti accetterò come compagna, non ho intenzione di rifiutarti perché rischi di impazzire, ma io ho un branco da mandare avanti e l'amore o una compagna non farebbe altro che distrarmi dai miei doveri e indebolirmi." Mi sta quasi venendo da piangere, ma soffro in silenzio cercando di chiudere tutto il dolore e la sofferenza più in profondità possibile.

"Tranquillo non pretendo nulla da te anzi ho tutta l'intenzione di andarmene, nella speranza che la Dea Luna mi dia la possibilità di avere un'altro compagno che si curi di me" dico spazientita, la rabbia ha preso possesso di me cancellando tutto il dolore.

Sento la rabbia pura scorrergli nel corpo e il suo viso si oscura; pur non volendomi accettare il suo istinto protettivo da compagno è attivo e reattivo. I suoi muscoli si tendono e mi lancia uno sguardo di fuoco che se avesse potuto mi avrebbe incenerito in mezzo secondo. " Tu non andrai via da qui, sei una mia proprietà e inoltre dobbiamo capire se sei una spia o meno" dice in tono solenne. "Ma- " dico per ribattere ma lui mi ferma dicendo " Non era una domanda, ma un ordine".

Cade un silenzio inquietante nella stanza, lo vedo voltare la testa in direzione della porta; sembra che si stia concentrando per contattare mentalmente dei membri del suo branco.

Vedo entrare due dei tre ragazzi che mi hanno portato qui, fortunatamente non c'è quello aggressivo e scorbutico. I due mi guardano come per incitarmi ad alzarmi, lo faccio e loro mi accompagnano lontano dal mio compagno, in una stanza a dir poco meravigliosa, sui toni del blu notte e dell'argento delle stelle.

Mi sto rendendo conto che sono stata una stupida a provare a far avverare la leggenda, come potevo pensare che il mio compagno mi avrebbe accettata. Forse ci speravo talmente tanto che si è offuscato il mio giudizio, in più continuare ad osservare coppie felici dall'alto della mia amata luna, che quasi non ricordo più, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Chiedo solo di essere amata, è troppo pretendere di ricevere dell'affetto dal proprio compagno?

Il ragazzo dai capelli color miele mi si avvicina dolcemente, e con una voce dolce e calorosa mi indica dove poter trovare degli abiti puliti, all'interno di un armadio di dimensioni mastodontiche, mi dice anche dove poter trovare il mio bagno privato che è annesso alla stanza.

Mi guarda con occhi quasi colpevoli prima di congedarsi accompagnato dall'amico.

Sono rimasta di nuovo sola, a farmi compagnia ci sono solo i miei pensieri, che mi rendono sempre solo più confusa. Perché il mio compagno odia l'idea di potermi amare e di poter essere amato? Forse c'è qualcosa di sbagliato in questo? Oppure c'è qualcosa di sbagliato in me?

Forse le mie domande non avranno mai risposta. In realtà sono stata fortunata, ho incontrato subito il mio compagno appena discesa sulla Terra e lui non ha voluto rifiutarmi per preservare la mia sanità mentale. Altri cercano il loro compagno per tutta la vita senza trovarlo, oppure vengono semplicemente rifiutati finendo col impazzire.

Mi faccio una doccia veloce, cercando senza successo di rilassarmi e magari far scivolare via tutti i miei problemi con l'acqua che scorre sul mio corpo. Guardo nell'armadio e trovo moltissimi abiti un po' sgualciti dal tempo, penso siano già stati usati in passato, alcuni sembrano addirittura usciti da un'altra epoca. Ci sono vestiti di tutti i generi ma non ci sono pantaloni. Solo abiti in stile vittoriano o più semplici.

Trovo una splendida camicetta da notte lunga fino alla caviglia in pizzo bianco e con leggere sfumature azzurre. Mi domando a chi appartengano. Mi corico nel letto con ancore un milione di dubbi in mente, nella speranza che un giorno venga soddisfatta la mia curiosità.

Luna's heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora