Capitolo 20

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Ma...sono viva?!? Come... Perché... Sento il mio petto e mi concentro su ogni inspiro ed espiro. No non è un sogno sono veramente sopravvissuta e so perfettamente chi è stato a salvarmi, ma così la compagna di Blake verrà uccisa.
Raccolgo tutte le forze che ho in corpo per aprire gli occhi. Mi guardo intorno. Conosco dove mi trovo, sono nella stanza di Alam. Alla mia destra si trova un marchingegno che controlla il mio battito cardiaco e una flebo collegata alla mia mano da un lungo tubicino. Alla mia sinistra, invece, si trova lui, il mio compagno addormentato. È molto più magro di quanto ricordassi, sembra anche molto stanco viste le sue profonde occhiaie violacee, ed ha un accenno di barba che farebbe impazzire qualsiasi donna al solo sguardo.
Devo andare in bagno e sta volta non finirò di nuovo nel mausoleo di Lydia. Mi alzo silenziosamente, e con attenzione stacco dal mio braccio l'aggeggio che controlla le pulsazioni.
In quel momento la macchina comincia a produrre un suono acuto, quasi stridulo che sveglia l'alpha facendolo saltare giù dal letto di scatto.
Appena vede il letto vuoto si guarda intorno confuso, fino a che il suo sguardo non incrocia il mio. Non so se è più scioccato, felice o arrabbiato.
"S-scusa volevo solo andare in bagno anche se trovo qualche difficoltà nel muovermi" rido amaramente sapendo che probabilmente non mi perdonerà mai per quello che ho fatto, gli ho fatto rivivere l'esperienza più dolorosa di tutta la sua vita. Non voglio giustificarmi ma non volevo che qualche innocente morisse a causa mia.
Lui mi corre in contro piangendo "Dea Luna ti ringrazio per non avermela portata via" è l'unica cosa che sento fra i singhiozzi. Fa tanto il duro ma in realtà è dolce e sensibile.
"Non ne potevo più di vederti lì immobile e fredda. Mi mancava il tuo calore, mi mancavano le tue mani, mi mancava il tuo profumo di gigli appena colti, mi mancava tutto di te!" Mi abbraccia con le sue forti braccia nel probabile tentativo di stritolarmi.
"Mi sei mancato anche tu - dico mentre prendo il suo viso fra le mani e poggio la mia fronte sulla sua - ti amo"
Mi prende in braccio a mo di sposa e mi porta al bagno affianco alla sua stanza, dove non ero mai stata. È tutto in marmo bianco e nero con una piccola ma elegante finestra, e subito sotto si trova una enorme vasca da bagno con idromassaggio. Lo caccio letteralmente dalla stanza facendolo scoppiare a ridere perchè sembrava che una pulce (cioè io) cercasse di spostare una montagna (lui). Anche se più magro è rimasto un energumeno in confronto a me.
Alla fine lui mi lascia sola e io faccio...quello che devo fare insomma.
Dopo essermi accuratamente lavata le mani, osservo la mia immagine riflessa nello specchio. Sono anche io dimagrita per quanto fosse possibile. Sembro un ramoscello che si sta per spezzare da un momento all'altro.
Le mie gambe mi sorreggono a fatica ma almeno non sembro proprio uno scheletro. Mi soffermo a guardarmi il petto, non ho più nessuna ferita ma una cicatrice profonda e lì vicino si trova un tatuaggio con due lupi uno rosso che sembra fatto della stessa luce del sole, mentre l'altro azzurro chiaro, del colore della luna, messi come se fossero lo ying e lo yang.
Mi precipito fuori dalla stanza sapendo perfettamente chi mi stesse aspettando proprio fuori dalla porta, "Cos'è questo?!?" Gli chiedo alterata. Inizialmente mi guarda leggermente sorpreso, come se sapesse già cosa stavo per dire.
"Ah beh ecco... per poterti salvare tempestivamente ho dovuto marchiarti, perciò ora siamo una cosa sola" dice lui mentre fa gli occhi da cucciolo bastonato.
Faccio un lungo sospiro esasperata, non ero ancora pronta a legarmi per la vita a qualcuno e lui ha scelto per me quindi credo che dovrei essere a dir poco infuriata con lui ma non ci riesco. Non riesco ad essere arrabbiata con lui perché so che lo ha fatto per salvarmi.
"Cosa devo fare con te" sussurro e a lui quasi scappa una risata. "Amarmi" dice solamente, come se fosse una cosa semplice amare un alpha pestifero come te!
"Ah ecco cosa non ti ho detto, devi stare attenta a quello che pensi perché ora condividiamo veramente tutto, quindi pensieri (con cui possiamo anche fare discorsi senza che altri ci sentano), sentimenti e se ci concentriamo abbastanza possiamo vedere attraverso l'uno gli occhi dell'altro per capire dove ci si trova" dice come se fosse una cosa tranquillissima. Dopo alcuni secondi realizzo che ha sentito quando l'ho chiamato alpha pestifero, arrossisco violentemente fino alla punta delle orecchie.
Stupido alpha e dimmelo prima no?
Lui scoppia in una fragorosa risata che mi fa sorridere come se fosse la prima volta che lo vedo in tutto il suo splendore.
"Torniamo in camera? Ti devo chiedere un po' di cose" dico mentre apro le braccia sapendo ormai che mi avrebbe trasportato in quel modo comunque.

Dopo esserci sdraiati sul sontuoso letto, adornato di coperte di broccato e cuscini ricamati, gli faccio almeno duecento domande a raffica, sul marchio, su come funzioni etc. Per tutta risposta ricevo una fragorosa e bellissima risata del mio compagno. Non sopporto quando ride di me ma vederlo così felice mi scalda il cuore.

Rimaniamo tutto il pomeriggio a parlare del nostro legame che per me è un mondo nuovo tutto da scoprire.

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