Resta con me

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<Buona lettura❤️>


Le sue braccia mi sostenevano mentre tutto il mondo sembrava mi stesse crollando addosso. Avevo appena perso quello che credevo fosse la mia ancora di salvezza, ma non mi ero mai resa conto di quando mi stesse portando giù.
Levi continuava a camminare senza fermarsi, il suo passo era lento, mi faceva sentire quasi cullata, al sicuro.
Stavo cercando in tutti i modi di trattenere il mio pianto nascondendo il mio viso sul suo petto. I suoi vestiti sicuramente erano già sporchi del mio sangue e del mio mascara sbavato, ma non mi importava. Finora non mi ero accorta di quanto fosse buono il suo odore, era dolciastro, molto simile a quello delle bustine da the *the nero* pensai.
Lo sentii fermarsi ma non avevo il coraggio di muovere un muscolo, forse eravamo già dentro il locale.
-Levi: "fammi vedere" Disse chinandosi, lasciò la sua presa sulle mie gambe permettendomi di rimettermi in piedi mentre il suo braccio era ancora attorno alla mie schiena.
Rimasi avvinghiata a lui con tutta me stessa. Sentivo che lui era l'unico punto fermo a cui potevo aggrapparmi in quel momento. *sono patetica*.
I miei pensieri si fermarono quando sentì la sua presa sulla mia schiena allentarsi e la sua mano sulla mia testa che sfiorava i miei capelli. Quel gesto mi fece esplodere in un pianto liberatorio a cui lui rispose continuando ad accarezzarmi lentamente.

Passarono pochi minuti, mi sentivo già più leggera. Avevo pianto come una disperata. Il pensiero della mia faccia attualmente inguardabile e di come avessi ridotto la camicia del completo di Levi mi assalì provocandomi non poca ansia. Mi spostai leggermente dal petto caldo di lui per guardare la situazione che avevo combinato e per cercare di nascondere il mio viso misi la mano davanti per coprirmi. Era proprio come pensavo, la camicia era sporca di sangue e zuppa di lacrime, per non parlare del mascara spalmato qua e là come ultimo colpo di grazia.
Levi mi afferrò il polso con delicatezza e lo spostò per guardarmi, alzai lo sguardo e lo guardai anch'io. Mi stava osservano attentamente con i suoi occhi di ghiaccio.
Potevo sentire il suo fiato caldo sul mio viso, eravamo molto vicini e questa situazione mi faceva sentire in imbarazzo, senza contare il fatto che probabilmente dovevo sembrare un mostro. L'immagine di me con il mascara sbavato in viso mi faceva andare in panico ancora di più.
-Levi: "vado a prendere del ghiaccio, resta qui" disse in modo calmo per poi allontanarsi.
Lo lasciai andare senza dire niente ritrovandomi a fissare un punto indefinito del pavimento.
*ora come farò, sono sola, la mia vita è finita*, stavo già ripiangendo, sta volta in silenzio e da sola.
Mi diressi nel bagno che per fortuna si trovava vicino e mi chiusi lì. Mi avvicinai allo specchio sconvolta di quello che vedevo. Il lato sinistro del mio viso e il mio naso erano gonfi, la mano stampata alla perfezione mi aveva colpito anche un angolo delle labbra che era già nero. Avevo poche tracce di mascara sulle guance e del sangue sparpagliato sul mento e sulle labbra, Il correttore come già mi aspettavo era finito tutto sulla camicia di Levi. Toccai delicatamente la guancia, la mia pelle ancora bruciava. Lasciai cadere la mia mano sul bordo del lavandino mentre ancora mi guardavo allo specchio, mi sembrava tutto un sogno. Non poteva essere vero.
La porta dietro di me si aprì lasciando un Levi apparentemente arrabbiato con le braccia conserte sulla soglia. Lo guardavo attraverso lo specchio mentre la mia testa vorticava di pensieri autolesionisti.
-Levi: "ti avevo detto di restare ferma ad aspettarmi" mi disse per poi avvicinarsi verso di me. "È la prima volta che ti aggredisce?" Poggiò la sua mano sulla mia spalla costringendomi  a voltarmi verso di lui, prese poi un fazzoletto con cui iniziò a pulirmi il viso con una delicatezza che non pensavo potesse avere.
-(t/n): "si" dissi guardando il pavimento.
-Levi: "ho trovato una pomata che potrebbe aiutarti" finì di ripulirmi e mi guardò soddisfatto del suo lavoro "vieni, hai bisogno pure del ghiaccio" si allontanò da me andando verso la porta e io lo seguì.
Lui stava lì a fissarmi, mi aveva obbligato a sedermi e a stare ferma mentre mi spalmava la pomata con le dita, disegnando cerchietti immaginari sul mio viso arrivando fino alle mie labbra. Cercavo di distrarmi da quella situazione guardando altrove mai i suoi occhi erano magnetici e io finivo sempre per cedere, tuffandomici dentro. Sentii il mio viso avvampare mentre lui mi sfiorava le labbra con le sue dita, poi si fermò e il suo sguardò dalla mia bocca si spostò ai miei occhi. Non riuscivo a capire quello che stava pensando. Ci guardammo entrambi per qualche secondo, poi lui distolse lo sguardo e si allontanò voltandosi per darmi le spalle.
-Levi: "ti accompagno a casa" disse per poi incamminarsi verso la porta "vado a prendere la macchina tu aspettami qui dentro" uscì e chiuse la porta.
Mi preparai in fretta prendendo le chiavi della mia macchina e la borsa, uscendo fuori dalla porta consapevole di stare disubbidendo a Levi. L'aria fresca mi accarezzava il viso. Stavo tremendamente male ma allo stesso tempo mi sentivo libera.
-Levi: "ehi, (t/n) non ascolti proprio" mi voltai verso di lui avvicinandomi, estraendo le chiavi della mia macchina dalla borsa.
-(T/n): "Levi non c'è bisogno che tu mi accompagni, vado da sola" dissi guardando la sua camicia che adesso era pulita *deve averla cambiata in macchina* Hanji mi aveva detto che lui era un maniaco delle pulizie e a quanto pare lo era talmente tanto da portarsi i vestiti puliti anche in auto.
-Levi "ti seguo con la mia macchina" rispose camminando verso quest'ultima.

Arrivata a casa lui era già lì ad aspettarmi all'entrata del palazzo.
-Levi: "ha le chiavi di casa tua?" Mi domando mentre io aprivo il portone cominciando a salire le scale mentre lui mi camminava dietro. Nella mia mente si materializzò l'immagine della mia stanza con i vestiti tirati ovunque, i miei calzini e le mie mutande in giro per casa sarebbero stati la ciliegina sulla torta per finire la nottata. Dovevo inventarmi qualcosa per non farlo entrare.
-(T/n): "si ha la copia" dissi preoccupata per poi arrivare davanti la porta del mio appartamento
-Levi: " allora entro prima io" mi scanso per spingere la porta con un piede ma io lo fermai tirandolo per un braccio e rimettendomi davanti la porta ormai spalancata.
-Levi: " tch, non dirmi che ora lo vuoi difendere" mi guardò furioso.
-(T/n): "no io, non è questo"
-Levi: "allora qual'è il problema?" Era nervoso mi stava guardando male
-(T/n): "ecco, io" cercai di blaterale qualcosa ma non sapevo che dire. Levi mi spostò con decisione ed entro in casa prima che io potessi fare qualcosa. Camminò a passo svelto, pronto a incenerire qualsiasi essere vivente gli si parasse davanti, entrando in ogni stanza. Volevo sotterrarmi.
Si fermò davanti l'ingresso della mia stanza guardando il monte di vestiti sul letto.
-Levi: "è entrato un ladro o cosa qua dentro" mi guardò come se volesse rimproverarmi. Diventai rossa in viso e mi voltai dirigendomi verso la cucina per prendere dell'acqua fresca, sentivo di averne il bisogno. Lui mi segui e si sedette sulla sedia accanto a me.
-Levi: "disordinata e disubbidente, non andiamo proprio bene" mi disse mentre mi guardava, aveva poggiando il suo gomito sul tavolo e si reggeva il viso con la mano.
-(T/n): "posso offrirti qualcosa?" Dissi cercando di sviare il discorso tremendamente imbarazzata, "ho del the nero se vuoi"
-Levi: "vorrei accettare ma si è fatto tardi, sarà meglio se torno a casa" si alzo dalla sedia, lo vidi poi passare la mano sotto il tavolo con fare tranquillo per poi analizzarla.
-(T/n): "capisco, allora ti accompagno alla macchina" mi diressi verso la porta d'ingresso prendendo le chiavi di casa, levi era dietro di me. Aprì la porta per uscire per prima ma lui mi prese per il polso tirandomi di nuovo dentro e attirandomi verso di lui. Ero di nuovo contro il suo petto. Il suo profumo mi innondò di nuovo le narici. Desideravo che restasse ma non avevo il coraggio di chiederglielo, sarei sembrata patetica. Levi mi prese il viso tra le mani, spostandolo in modo da potermi guardare negli occhi.
-Levi: "chiamami se succede qualcosa" mi stava guardando ancora, mentre sentivo i miei occhi diventare lucidi e pizzicare. Si spostò da me per oltrepassare la porta e poi chiuderla, lasciandomi di nuovo da sola con me stessa.
Contavo i secondi per cercare di calmarmi mentre il nodo alla mia gola diventava sempre più doloroso, mi poggiai sulla porta e mi lasciai scivolare toccando il pavimento con le ginocchia, poi esplosi in un altro pianto, non riuscivo a zittirmi per quanto lo volessi. Sentivo un vuoto enorme che mi stava inghiottendo, tutto attorno a me vorticava e la nella mia testa erano ricominciati quei pensieri da cui non ero mai riuscita a liberarmi, adesso li sentivo forti dentro di me, adesso non ci sarebbe stato nessuno a fermarli. * è finita, la mia vita è finita, sono sola adesso. Voglio morire ora, devo morire ora.*
Sentii un sobbalzo dalla porta e smisi istintivamente di singhiozzare trattenendo il respiro.
-Levi: "tch, apri la porta".

<ciao a tutte!! come avrete già capito questa storia ormai sta diventando la mia dipendenza 😂 preparatevi a dormire con Levi nel prossimo capitolo 😉. Un abbraccio ❤️>

Undisclosed desires  (levixreader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora