Parole taglienti

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Levi mi aveva mollata all'ingresso del locale. Non ero riuscita a dire una parola. La mia testa viaggiava veloce con mille paranoie. Che cosa mi stava prendendo. *questa non sono io* pensavo a ripetizione nella mia mente, ma in realtà sapevo benissimo che non mi sarei mai pentita di tutto quello che stava accadendo con lui.
Forse stava solo giocando. Si, si stava divertendo a mandarmi in tilt il cervello.
Punirmi poi, per cosa? Perché gli avevo mentito, o forse perché avevo visto quei fogli.
'La tua punizione' aveva detto con la sua voce roca e quella parola la sentivo rimbombare nelle mie orecchie per poi espandersi lungo il mio corpo, pervadendolo completamente.
Dovevo avere qualcosa che non andava, perché ero così dannatamene masochista da infatuarmi sempre di stronzi sadici?
Le sue ultime parole erano state 'promettimi che aspetterai fino a sera prima di uscire, voglio che ti accompagni Hanji'
Avevo già capito che la situazione in cui mi ero cacciata era parecchio pericolosa, non sarebbe finito tutto così, con un semplice inseguimento e lo sapevo.
Forse la mia dote era quella di mettermi sempre in situazioni di merda.
'Va bene, ma tu promettimi che tornerai' gli dissi chiudendo la portiera. Ero rivolta verso di lui ma non riuscivo a guardarlo. Sentivo i suoi occhi scavarmi dentro.
La macchina si accese e prima che potessi sentire una risposta lui partì lasciandomi immobile davanti al nulla.
Dolore, delusione abbandono.
Tutto quello che potevo sentire adesso. C'era qualcosa che non andava nella mia testa.
* Ha ragione sono davvero una bambina* pensai.

12:00
Correvamo veloci in preda al panico con comande infinite. Hanji volava come il giorno prima dalla sala alla cucina, urlandoci in continuazione di muoverci e sparando piatti in aria come una disperata. Impiantava tutto così velocemente che mi girava la testa ancora di più.
La mia sbronza era bella pesante, e si vedeva a distanza. La quattrocchi, come la chiamava Levi, era sempre attenta a tutto e aveva già capito ogni cosa. Si era precipitata da me appena ero entrata dalla porta e preoccupata mi aveva aiutato a riprendermi.
Sconvolta era la parola giusta per descrivermi.
Sconvolta non solo per l'inseguimento ma anche per tutto quello che era successo con lui, per tutto quello che mi aveva fatto provare.
Nessuno mi aveva mai fatto sentire così. Nessuno.
Aveva la capacità di farmi impazzire, di farmi sentire viva. Mi accendeva. Con lui mi sentivo nel posto giusto, con lui sentivo di poter essere me stessa.
In quei suoi occhi mi sentivo capita.
Avevo raccontato ad Hanji quasi tutto, omettendo quello che avevo visto di nascosto a casa di Levi. Il suo solito sorriso si era trasformato e un espressionista preoccupata aveva preso il suo posto ma  continuava a mantenere quel luccichio nei suoi occhi.
'T/n, presto dovrai prendere delle scelte' mi disse guardandomi dritto negli occhi. 'Non avere paura'.

Presi la padella con la carne sopra senza neanche pensare, nella mia testa una tempesta di pensieri mi portava lontana dalla realtà. Quel disegno, quel corpo deforme, quelle descrizioni, perché nella maggior parte si trattava di soggetti femminili?
Mi spostai con la padella ancora calda sul tavolo. Avevo bruciato per l'ennesima volta parte di un'altra portata. Se ci fosse stavo Levi ero sicura mi avrebbe tirato la padella in faccia.
Pensavo a lui di continuo. Stava diventando un chiodo fisso, un'ossessione.
*Come starà adesso? E se gli fosse successo qualcosa? E se lui*
mi tremarono le mani. E se lui non tornasse più? Forse per questo non aveva accettato la mia promessa.
Lasciai tutto lì in preda al terrore. Eren stava già imprecando contro di me ma non mi importava. Dovevo sapere se stava bene.
Corsi dentro lo spogliatoio e presi il mio cellulare entrando subito nella chat di Levi su whatsapp. Guardai il suo ultimo accesso risalente a circa un ora fa. Scrissi senza pensare. Erano le 12:14.

[Tn: stai bene?]

Nessuna risposta. Non era ancora connesso.
Sentii Eren urlare il mio nome e decisi di uscire portando il cellulare con me.

13:55
Di lui non c'era nessuna traccia.
Avevo paura.
15:40
La situazione si era calmata. In teoria sarei dovuta tornare a casa dato che erano le mie ore libere, oggi sarebbe stata un'altra giornata con lo spezzato, ma lui mi aveva chiesto di restare e così stavo facendo.
Entrai su whatsapp e subito dopo sulla sua chat, aveva visualizzato ma non aveva risposto.
Lo odiavo.

Undisclosed desires  (levixreader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora