Punizione

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Le schegge di vetro bruciavano a contatto con la mia pelle. Levi era ancora su di me. Le sue labbra sfioravano la mia tempia e il suo respiro veloce colpiva la mia pelle. Stavo tremando dalla paura, non riuscivo a muovere un muscolo.
-Levi: "qualsiasi cosa succeda, resta giù e non muoverti" mi sussurrò ancora in quella posizione muovendo le sue labbra sulla mia pelle. Lo sentii muoversi velocemente sopra di me, mentre cercava qualcosa sotto il sedile. Si alzò con uno scatto da me, lasciandomi vulnerabile.
Aprii i miei occhi di colpo, non potevo muovermi ma volevo capire cosa stava accadendo.
Vidi Levi con una pistola puntata verso il parabrezza. Sparò un colpo solo.
Chiusi di nuovo gli occhi e cacciai un urlo dalla mia bocca. Sentii il rombo della macchina ripartire a tutta velocità, andando dritti nella direzione di chi prima ci aveva sparato. Altri rumori pesanti, altri spari.
Misi le mie mani sui miei capelli e dopo poco le spostai sui miei occhi. il cuore sembrava battere così forte da stare per esplode. Levi andava sempre più veloce, la macchina oscillava velocemente evitando altre macchine che suonavano all'impazzata.
-Levi: "barbone di merda!" Disse Levi quasi urlando, girò poi tutto lo sterzo e contemporaneamente tirò il freno a mano, la macchina eseguì un drift perfetto e io urlando ringraziai dio di essere rimasta incastrata tra il sedile del guidatore e quello del passeggero.
L' auto riprese la sua rincorsa e Levi riprese la sua pistola sparando due colpi dopo pochi secondi.

Passarono diversi minuti, la situazione sembrava essersi calmata. Io ero rimasta in quella posizione scomoda, le mie braccia adesso era stese sul mio corpo. Finalmente ero riuscita a calmarmi, anche se ancora tremavo maledettamente.
Lui aveva mollato la pistola e con la mano libera aveva afferrato la mia stringendola con forza, la spostava solo nel momento in cui cambiava la marcia e ritornava a stringerla. Io non smettevo di guardarlo. Il sole gli colpiva parte del viso, sarei rimasta ad ammirare quello spettacolo per ore, studiando ogni suo lineamento, volevo quasi imprimere nella mia mente questo momento. Avevamo rischiato la morte, ma nonostante questo non c'era nessun altro posto al mondo in cui volevo trovare in quel momento. Il corvino ogni tanto spostava il suo sguardo velocemente su di me per poi riprendere la sua completa attenzione alla strada.
Arrivammo in fretta al locale. Parcheggiò nel lato esterno, in un posto abbastanza isolato.
Mi alzai lentamente cercando di uscire dai due sedili, le mie gambe si erano completamente addormentata, ma ne era valsa la pena. Levi mi afferrò dalla vita e mi tirò verso di lui come se non pensassi nulla, mi posizionò sulle sue gambe, gli davo la schiena e il suo respiro sta volta arrivava dritto sul mio collo, provocandomi dei brividi che ero sicura avesse già percepito. Mi sollevò il braccio sinistro per poterlo guardare, il vetro mi aveva graffiato e delle piccole linee di sangue erano ben visibili sulla mia pelle. Mi guardai attorno, il parabrezza della macchina era quasi del tutto distrutto, il vetro era ovunque. La cosa che mi saltò più all'occhio era come i proiettili avevamo colpito la parte più vicino al lato passeggero, frantumando quell'esatto punto mentre il lato guidatore era quasi intatto. Mi voltai spostando lievemente il mio busto, ritrovandomi così vicino al suo viso da potergli toccare il naso. I nostri occhi si scrutavano e in silenzio dicevano quello che a parole non riuscivamo a dirci.
Lo baciai senza pensare alle conseguenze. Non mi importava di niente, non mi importava di nessuno, solo di lui. Volevo solo lui.
Mi strinse a se, avvicinando ancora di più i nostri corpi. Io posizionai le mie mani sui suoi capelli, spingendolo contro la mia bocca. La sua lingua era già dentro di me, danzava con me.
Posò la sua mano sul mio seno stringendolo con violenza, mentre l'altra scendeva sempre di più.
Il mio corpo bruciava. La sua mano arrivò in fretta sotto la gonna e istintivamente io aprii lievemente le gambe. Sfiorò le mie cosce con le sue dita lentamente, facendomi fremere contro le sue labbra e dopo poco toccò la mia intimità protetta dai boxer che mi aveva prestato. Gemetti forte, senza ritegno. Lui mi stava mordendo il labbro inferiore, tirandolo e allontanandosi leggermente mi guardò con i suoi occhi profondi. Mi stavo perdendo.
Sentii le sue mani spostarsi sopra i miei boxer per abbassarli. L'eccitazione saliva sempre di più e anche la sua si faceva sentire tra le mie natiche.
Lasciò il mio labbro, leccandosi il suo, io mi morsi il mio mentre lo guardavo. Sentivo la sua mano che mi aveva completamente levato l'indumento risalire. Mi baciò il collo respirando la mia pelle.
-Levi: "adesso, non urlare" mi sussurrò per poi affondare con forza due dita dentro di me, senza darmi il tempo di prepararmi. Portai la testa all'indietro inarcando la mia schiena, gemetti così forte che lui posò la sua mano libera sulla mia testa spingendola contro il suo viso, la sua bocca avvolse la mia attutendo il suono.
Continuò a muovere le dita dentro di me velocemente, il suono della mia intimità bagnata riecheggiava nell'aria. Cercavo di contenermi, mordendo le sue labbra e affondando le mie dita tra i suoi capelli e sulla sua spalla. Lui mi guardava, il suo sguardo intenso, pieno di desiderio e di compiacimento sapevo già sarebbe diventato la mia droga. Chiusi gli occhi prima incollati su di lui, portando la testa all'indietro e mostrandogli il mio collo vulnerabile, lo baciò e succhiò con avidità immediatamente.
Stavo già arrivando in pochi secondi. Le mie gambe tremavano e io gemevo di nuovo senza ritegno. Sta volta a lui non sembrò importare, aumento i movimenti portando la sua mano sulla mia schiena per reggermi mentre perdevo il controllo. Mi morde il capezzolo coperto dal vestito e in quel momento sentii un piacere immenso partire come una scossa dalla mia intimità. Persi il respiro per qualche secondo in preda all'inizio di un orgasmo. In quel preciso momento Levi uscì da me con un movimento brusco. Lasciando il mio corpo rigido e pieno di adrenalina con una sensazione di incompletezza e fame mai provata. Aprii gli occhi guardandolo implorante con il fiato corto. Lui spostò la mano con cui aveva giocato con me sulle sue labbra e con un veloce movimento leccò le dita davanti al mio sguardo attento.
-Levi: "considerala la tua punizione".

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Undisclosed desires  (levixreader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora