Capitolo 13

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Questa mattina, durante le lezioni mi è stato chiesto di iniziare a cercare un'azienda di moda per fare l'alternanza scuola lavoro, così ho deciso di approfittarne per fare un giretto per la città insieme a Carla, visto che probabilmente faremo questa cosa insieme nella stessa azienda.

La nostra prima tappa è un piccolo bar molto grazioso. È pieno di mensole con vasi colorati, fiori di tutti i tipi e fotografie stile anni '80.

«Tu che prendi?» mi domanda la mia amica continuando a guardare il menù.
«Credo che prenderò la cotoletta con le patatine» enuncio facendola sorridere.
«Che ne hai fatto della mia migliore amica?» scherza. Io di risposta alzo le spalle e i due angoli della bocca.

Quando il cameriere arriva diciamo il nostro ordine e poi nell'attesa iniziamo un po' a parlare dello "stage" che sarebbe avvenuto tra poco.

«Tu hai intenzione di andare in un'azienda tessile o proprio in una casa di moda?» domanda Carla rubandomi una patatina dal piatto.
«Una casa di moda. Voglio creare vestiti. Se poi l'azienda di mia madre sarà nelle mie mani dovrò essere in grado di portarla avanti. Alla fine le aziende per i tessuti le abbiamo, quindi mi serve decisamente di più saper creare vestiti.» gesticolo talmente tanto mentre le dico il mio parere che quasi mi sento italiana.

Finito di mangiare andiamo verso la prima casa di moda che ci capita e diamo i documenti datoci dalla scuola e diamo anche un bigliettino con il nostro numero di telefono per eventualmente farci contattare.

Alla fine siamo state in tantissime aziende o case di moda e spero davvero che qualcuno ci chiami. Nel frattempo abbiamo fatto anche dello stupendo shopping terapeutico e ora ci stiamo incamminando verso casa.

«Una di noi si dovrebbe comprare un'auto» dico stanca per tutte le ore che sono stata alzata a camminare oggi.
«Te lo avevo detto io di prendere il taxi, tu hai detto che volevi camminare!» sostiene la mia amica.
«E tu mi credi pure quando dico queste cose?» la faccio ridere finché improvvisamente non mi squilla il telefono così lo prendo e lo porto all'orecchio.

In poche parole erano Alec e Jace che mi ha chiesto di venire insieme a Carla ad una festa in spiaggia dove ci sarebbe stata tutta l'università e abbiamo acconsentito nonostante la stanchezza.

Arrivate a casa abbiamo subito sistemato i vestiti comprati nella cabina armadio e poi, a peso morto, mi sono letteralmente buttata nel letto addormentandomi poco dopo.

                   ~Due ore e mezza dopo~
La mia amica mi sta scuotendo il corpo da almeno due minuti.
«Dai Emma! Dobbiamo mangiare e prepararci per questa sera!» mi urla continuando a scuotermi.

Quando finalmente decido di alzarmi la smette di urlare e vado subito a farmi la doccia per poi mettermi dei vestiti temporanei che poi ovviamente avrei cambiato.

Carla nel frattempo aveva preso del sushi d'asporto e lo mangiammo tutto.

Tornata in camera mia asciugo i capelli che avevo lasciato bagnati e poi decido di piastrarli per poi dargli un po' di volume con l'asciugacapelli e la spazzola tonda.

Come vestito metto una maxi camicia alla quale metto una cintura marroncina in pelle, poi metto dei sandali e inizio a truccarmi come sempre.

Quando sono pronta mi spruzzo del profumo e poi esco dalla mia stanza per andare a vedere in che situazione sta Carla in questo momento.

È seduta a terra, davanti la cabina armadio in preda a una crisi isterica perché non ha la più pallida idea di cosa mettersi.

Mi avvicino al suo armadio e le tiro fuori un Body nero con delle perle e una minigonna del medesimo colore ma in vinile.

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