Capitolo 1

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UN ANNO DOPO

Ormai l'estate è finita, l'ultimo anno di liceo terminato, e ora mi ritrovo sopra un aereo per andare verso il college.

Non riesco a fare a meno di pensare a ciò che è successo l'ultimo anno, o forse a quello che non è successo ma che avrei voluto accadesse.
Ad esempio, avrei voluto che Ander mi avesse scritto mentre era in Florida, che si fosse fatto sentire, e invece niente, nemmeno per i compleanni e le festività.
Avrei voluto che quando lui veniva a trovare la madre, venisse a trovare pure me.
Avrei voluto che non mi ignorasse ogni singolo messaggio.
Avrei voluto che quando chiamavo Polo al telefono chiedesse di passarglielo, o che almeno chiedesse di me.
Avrei voluto ciò che mi aveva promesso, in poche parole.
Avrei voluto non vivere sotto lo stesso tetto di mia madre.
Avrei voluto non cadere in depressione.
Avrei voluto non iniziare ad ubriacarmi e fumare marijuana quasi tutte le sere.
Avrei voluto che Carla non mi dovesse far riprendere ogni volta che stavo male, facendo stare male anche a lei.
Adesso avrei anche voluto che mia madre non avesse scelto l'università per me, solo per seguire le sue orme e stare nella stessa città di Polo, a Miami.
E sapete cosa significa questo? Beh, che presto incontrerò anche Ander, e che lo vedrò ogni giorno.

È da giorni che mi chiedo come sarebbe per me incontrarlo dopo un anno preciso che non lo vedo, che non lo sento, che non ho sue notizie se non quelle vaghe che mi dava la madre quando chiedevo di lui o le storie su Instagram.

Questo ragazzo mi ha veramente distrutta mentre non c'era, e sono sicura che lo farà anche mentre sarò là. Sicuramente andrà a letto con chissà quante ragazze, mi avrà già dimenticata da un pezzo.
In fondo questo è l'unico motivo che può giustificare il suo comportamento.

Adesso, anche solo a pensare che dovrò stare sotto il suo stesso tetto finché io e Carla non troviamo l'appartamento perfetto per noi, mi viene da piangere. Non so come farò a sopportarlo, ma manca sempre meno.

Sono partita verso le 15:25, ed è previsto l'arrivo per le 18:45, ovviamente ora legale di Miami.
Sono circa nove ore e un quarto di volo e credo di averne già fatte sette.

Improvvisamente, stanca di pensare a tutto quanto, mi addormento.

«Emma, siamo arrivate!» esclama Carla svegliandomi, sicuramente felice perché presto rivedrà mio fratello.
Anch'io sono felice di rivedere Polo, Guzmàn... ma non so se sono altrettanto felice di rivedere Ander.
Spero che non si faccia trovare già qua, ma dubito, sarà a casa.

Scendo dall'aereo e noto di iniziare ad aver sempre più ansia. Io e Carla abbiamo spedito tutte le nostre cose a casa di Polo, tranne una valigia a testa che abbiamo potuto imbarcare con noi, quindi non abbiamo nemmeno il problema di aspettare i bagagli.

Appena esco dall'area bagagli vedo un mucchio di gente attaccata che si sbraccia per cercare di attirare l'attenzione di parenti, amici e molte altre persone che non vedono da tanto.

Io e Carla ci guardiamo costantemente attorno alla ricerca di mio fratello, finché non sentiamo qualcuno tamburellare le dita sulla nostra spalla. Ci giriamo di scatto e ci ritroviamo Polo e Guzmàn davanti a noi.
Carla abbraccia subito il suo ragazzo, così io mi fiondo nelle braccia di Guzmàn, mi è mancato tantissimo.

«Hei diavoletto, ti fai sempre più bella, non è vero?» dice Guzmàn sorridendo e io rispondo dandogli un bacio sulla guancia.

Quando finalmente Carla e Polo si staccano posso abbracciare mio fratello. Ci stringiamo fortissimo, come se non ci vedessimo da anni interi.

«È stata una tortura stare con mamma senza di te» rido guardandolo e stessa cosa fa lui.
«Conta che io sono stato due anni solo con mamma!» esclama lui.

I due ragazzi ci prendono la valigia dalle mani, il che è abbastanza divertente dato che la mia e fucsia fluo e quella di Carla è rosa, ma è comunque un bel gesto.

Usciamo dall'edificio e ho ancora più ansia. Sto tremando come una foglia, cazzo. Non posso fare così. Se già sto così, non oso immaginare a ritrovarmelo davanti.

Polo esce fuori le chiavi della macchina. L'avevo vista in foto, ma dal vivo è ancora più bella.
È una Land Rover Range Rover bianca, il  solito suv enorme da ricconi.
I ragazzi mettono i bagagli nel cofano, mentre io e Carla saliamo in auto, io dietro e lei davanti.
Guzmàn mi raggiunge e si mette vicino a me abbracciandomi.

«Ma stai tremando?» mi chiede sottovoce.
Cazzo, si nota così tanto?
«Nah, tranquillo» rispondo iniziando a tremare ancora di più.
«Si, stai tremando. È per Ander?» sussurra ancora.
Colpito e affondato. Cazzo.
Faccio cenno di no col capo e concludiamo il discorso facendo finta di niente.

                                           ~•~

Siamo arrivati davanti all'enorme palazzo dove abita Polo. Ho un'ansia incredibile ora. Per tutto il viaggio in macchina non ho fatto altro che tremare e mangiarmi le unghie dal nervoso.
Polo scarica i nostri bagagli, mentre Guzmàn è già andato ad aprire il portone, così lo raggiungo.
Polo e Carla ci seguono subito, così chiamiamo l'ascensore, che fortunatamente arriva subito.
Guzmàn preme il numero 8, e a quanto pare dev'esserci una vista bellissima essendo così in alto.

Le porte dell'ascensore si aprono.
Mi sento svenire. Ho un'ansia terribile.
Guzmàn gira le chiavi,
Apre la porta lentamente,
Entra lui,
Carla,
Polo,
Sento già la sua voce.
Mi sento svenire sempre di più.
Entro. È davanti a me.
Il mio cuore si è letteralmente bloccato.

‼️Spazio autrice‼️
   IMPORTANTE
Eccomi già tornata. Ammetto che non potevo fare a meno di iniziare già a scrivere.
So che il capitolo è corto, ma diciamo che è un'introduzione alla nuova storia.
Volevo dirvi anche che ho caricato un "trailer" della storia che molto sfortunatamente non mi fa caricare qua, quindi se volete guardarlo, e spero di sì, basta che cerchiate su YouTube "Siamo un rompicapo 2" e lo troverete subito.
Fatemi sapere se vi piace e anche cosa pensate di questa introduzione.
😘

Siamo un rompicapo 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora