Capitolo 6

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Inutile dire che questa mattina, dopo la nottata che ho passato ieri, sto veramente male, ma nonostante questo le lezioni sono iniziate ieri, quindi devo alzarmi e andare per forza all'università.

Faccio una doccia veloce e asciugo i capelli lasciandoli naturali e poi vado a vestirmi.
Metto dei semplici leggings neri e una maglia bianca che mi arriva fin sopra l'ombelico.

Nel mio zaino metto l'iPad , il quaderno degli appunti e i vestiti di ricambio per la palestra, dato che ho intenzione di andarci essendo che è a scuola ed è inclusa nel prezzo che paghiamo mensilmente.

Mi guardo per un po' allo specchio, indecisa nel coprire o no le mie occhiaie che sono veramente evidenti, ma poi alla fine decido di non farlo, non m'importa.

Appena esco dalla mia stanza noto che Carla è già pronta e che si sta preparando un caffè. Questa notte anche lei non ha dormito tanto e mi è stata tutto il tempo vicina.

«Scusami...» le ripeto per l'ennesima volta.
«Emma, non devi scusarti. So che in questo periodo stai male e non voglio fartene una colpa, come non dovresti fartela tu» sospira sbadigliando per via delle poche ore di sonno che entrambe siamo riuscite a fare.

Per me ormai è un'abitudine non dormire, ma per le no, e mi dispiace veramente tanto.

«Vuoi il caffè? Ne ho fatto in più»
«Si dai, grazie» le rispondo, e subito dopo mi passa la mia tazza.

Non appena abbiamo fatto andiamo entrambe a lavarci i denti e poi usciamo fuori dal palazzo.
Appena siamo fuori incontriamo subito Polo, Guzmàn e Ander.

Ieri sera con l'ultimo ho fatto una gran figuraccia, dimostrando che sono fin troppo debole quando si tratta di lui.

Come ho avuto il coraggio di chiamargli? E per giunta era pure con quella ragazza. Mamma mia che gran figura di merda che ho fatto. Vorrei sotterrarmi.

Saluto da lontano Polo e Guzmàn e dico ad Emma che preferisco andare da sola, ma i tre ragazzi ormai mi hanno raggiunta.

«Emma, che avevi ieri sera? Ti senti bene ora?» chiede Polo preoccupato.
«Si Polo, sto bene. Ero uscita con un amico e avevo esagerato con l'alcol, tutto qua.
Ora devo vedermi con Jace, ci si vede» mento.
È la prima cosa che mi è venuta in mente da dire.
Non posso nemmeno dirgli che ho fumato erba, altrimenti si incazzerebbe come una belva e lo voglio evitare.

Andando verso l'università incontro realmente Jace e questa volta con lui c'è anche Alec.

«Hei Emma, va tutto bene?» mi chiede Alec non appena mi avvicino a loro.
«Si, perché?» domando a mia volta non capendo il perché della domanda.
«Sei un po' pallida e hai gli occhi infossati. Hai dormito poco?» chiede questa volta Jace.
«Si, ho dormito poco» questa almeno è mezza verità rispetto a quello che ho detto a mio fratello.

Entriamo insieme all'interno della struttura e visto che mancano ancora almeno venti minuti restiamo insieme a chiacchierare, finché improvvisamente vedo Ander venire stranamente verso di me. Magari vorrà solo parlare con i miei amici.

«Emma, possiamo parlare da soli?» domanda subito e quasi non ci credo che mi stia rivolgendo la parola. Sarà sicuramente curioso di ciò che mi è successo ieri sera.
«No.» dico secca, non voglio parlarne con nessuno, e soprattutto con lui.
«Sono discreto perché ti sto chiedendo di farlo in privato, ma se vuoi dico ora davanti ai tuoi amici cosa è successo ieri se non vuoi venire.»

Lo sto odiando. Ora Alec e Jace me lo chiederanno sicuramente e sarò obbligata a dirgli qualche cazzata.

Mi sposto verso una zona più tranquilla in cui parlare e lui mi segue.

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