Capitolo 12

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Questa mattina la testa mi gira in un modo allucinante e i raggi di luce che entrano attraverso le tende non aiutano proprio.

La scorsa sera, un po' come tutte, ho esagerato con l'alcol, ma penso che sia stata una delle serate migliori da quando sono a Miami, ieri sera ero felice, e non lo ero da davvero molto.

Mi alzo goffamente dal letto per poi andare in bagno e darmi una rinfrescata e mettermi dei vestiti puliti. Quando sono finalmente pronta esco dal bagno per poi dirigermi in cucina a prendere un'aspirina in modo tale si togliere, per quanto possa farlo un medicinale del genere, la sbornia mattutina post serata intensa.

«Buongiorno!» esclama la mia amica Carla varcando la soglia. Io le porgo un semplice sorriso e la guardo mentre accuratamente versa del caffè nella grossa tazza cercando di non versarlo nei piani da lavoro della cucina sulla quale è poggiata.
«Come stai? Ieri quando sei tornata a casa eri distrutta» continua puntano improvvisamente gli occhi alle mie pupille senza più badare alla sua tazza colma di caffè.

«Bene, mi sono divertita molto ieri» dico convinta e Carla fa un grosso sorriso.
«Ne sono felice. Comunque questa sera si esce con Polo e Guzmàn, chiaro?»
«Chiaro!» esclamo per poi prendere la borsa e uscire dal mio appartamento, dirigendomi verso l'università.

Neanche a farlo apposta, appena entro dentro il bar dove solitamente prendo il caffè, intravedo Ander e la sua bellissima modella mentre sorridono e si mandano qualche sguardo complice, per poi scambiarsi un bacio sulle labbra.

Ecco che la mia giornata, che era iniziata apparentemente bene, si è tramutata in una pessima giornata.

La felicità nella mia vita non dura mai troppo.

Esco velocemente dal bar, più che altro per non incrociare il suo sguardo, e vado verso l'aula di informatica.

~•~

Le lezioni sono appena finite, così io e Carla ci dirigiamo verso la mensa.
Appena arrivo e vedo tutto quel cibo ne prendo veramente tanto, per poi, appena arrivata al tavolo, spazzolarlo in davvero pochissimo tempo.

Ed ecco che ora arrivano i sensi di colpa.
Ed ecco che ora mi sento uno schifo per ciò che ho appena fatto.

"Ma sei impazzita? Tutte queste calorie? Ora diventerai una balena e non sarai mai all'altezza della fidanzatina di Ander!" Mi ripete all'impazzata la mia vocina interiore.

Mi alzo di scatto dalla mia postazione e corro in bagno. Ora o solo bisogno di espellere tutto il cibo che ho mangiato.

Entro nel primo libero che mi capita e mi infilo due dita in gola e pochissimo tempo dopo, finalmente, inizio a vomitare tutto ciò che ho appena mangiato.

Ed ecco che ora arriva quell'altra fase, il pianto disperato. Quel pianto che arriva ogni volta che faccio questa cosa al mio corpo.
Quel pianto che arriva quando non capisco come mi sono potuta spingere fino a questo livello.

Improvvisamente sento bussare alla mi porta, così mi asciugo le lacrime ed esco.
Davanti a me c'è la mia migliore amica, è evidentemente preoccupata.

«Emma, cazzo. Ancora!?» dice cercando di mantenere la calma, mentre io riprendo a piangere.
«Io... io pensavo che oggi potesse essere una bella giornata, ma no. Me lo ritrovo ovunque assieme alla sua ragazza e non posso proprio sopportarlo. Una parte di me vorrebbe vederlo felice, ma l'altra, quella più egoista, vorrebbe vederlo felice con me.» dico balbettando tra le lacrime.
«Lo so tesoro, lo so...» si limita a dire cercando di confortarmi facendomi delle carezze sulla schiena.

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