Apro gli occhi.
Mi guardo in giro non capendo dove sono.
So solo che di fronte a me c'è Guzmàn che parla a telefono. Ha gli occhi scavati dal sonno, non avrà dormito tutta la notte.Continuo a guardarmi attorno non capendo come sono finita qua, so solo che mi sento uno schifo.
Ho un dolore alla testa lancinante e i nervi che ho mi provocano un bruciore nello stomaco persistente.
Ho dormito a terra in uno strano posto che non so manco come ho fatto a raggiungere, in più sono con il pigiama.«Ci hai fatto spaventare. Mi spieghi cosa cazzo ti è passato in testa? Perché sei scappata?» domanda Guzmàn incazzato. «Io... non me lo ricordo.» sussurro. «Come non te lo ricordi?» continua lui, sembra veramente sotto stress. «Non lo ricordo, non so nemmeno come sono finita qua»
«Bene, ora torniamo a casa, ti fai una doccia e poi vediamo di farti ricordare»
Mi circonda le spalle con un braccio e c'incamminiamo verso "casa". Mi sento leggermente meglio.Non appena arrivo tutti quanti mi abbracciano piangendo. Ma da quanto tempo sono fuori casa?
«Cos'è successo?» domando io non capendo nulla.
«In che senso cos'è successo? Sei stata fuori tutta la notte!»dice Polo stranito. Io non ricordo però.
«Te ne sei andata via da qua verso mezzanotte e mezza sbattendo fortissimo la porta» dice improvvisamente Ander. Bene, ora mi ricordo tutto.
Ricordo di averlo sentito scopare, di essere uscita per cercare della droga e di essere svenuta, ma cosa posso dire agli altri? Di certo non la verità.Corro subito in bagno a farmi una doccia.
Non voglio stare qua un secondo di più.Mi tolgo velocemente i vestiti che porto addosso e mi infilo in doccia. Strofino più forte che posso la spugna colma di bagnoschiuma sul mio corpo e appena la passo nelle gambe sento un forte bruciore, così provo a guardare e noto di essere piena di graffi. Me li sarò fatta cadendo a terra.
Lavo anche i capelli e appena ho fatto mi avvolgo nel l'accappatoio e vado in camera mia. Carla mi raggiunge subito.«Mi spieghi che è successo? Centra Ander, non è vero?» domanda Carla preoccupata, mettendomi una mano sulla spalla. Io annuisco e inizio a piangere. La abbraccio. Piango sempre di più.
Non posso ridurmi a sto schifo, non posso proprio.
Quando finalmente mi calmo inizio a spiegarle cos'è successo.Le dico che quando mi sono messa a letto ho sentito dei strani rumori, che mi sono avvicinata alla porta di Ander e che venivano da lì. Le dico che sono uscita sbattendomi la porta alle spalle, che ero fuori di me e che piangevo come una fontana mentre correvo per dei strani viali cercando della droga. Le dico di essermi fatta tre canne, e che da quel punto in poi non ricordo più nulla. Le dico che poi di mattina mi sono ritrovata a terra, con Guzmàn al telefono che mi scuoteva per farmi svegliare. Le dico che appena ho visto Ander ho ricordato tutto, e le dico anche che ora mi sento ancora peggio.
Lei mi guarda con le lacrime agli occhi e mi abbraccia.
«Mi dispiace Emma, mi dispiace.» sussurra al mio orecchio.
Io ricomincio a piangere e le chiedo di lasciarmi da sola.Appena va via prendo il mio pacchetto di sigarette, apro la finestra e inizio a fumare. Sto tremando dal nervoso.
Voglio essere apatica.
Voglio essere felice, cazzo.
Voglio avere la vita che avevo prima.
Voglio trovare qualcuno che mi ami come io amo lui.
Voglio trovare qualcuno che faccia il possibile per rendermi felice, e non per farmi stare male.
Voglio tornare la vecchia me, quella che si diverte e che pensa solo a scoparseli i ragazzi, senza iniziare una vera e propria relazione.
Voglio tornare in me, cazzo, perché questa non sono io, questa persona non mi rappresenta.È incredibile come una sola persona riesca a farti cambiare umore, stato fisico e mentale. È veramente incredibile, ma non voglio pensarci più.
Mi guardo allo specchio e mi trovo orribile.
Sono troppo stanca, non ho più forze.
A malapena riesco a stare alzata.
Mi butto sul letto a peso morto.
Non mi vesto neanche, ho l'accappatoio.
Provo a dormire ma non riesco, non ce la faccio.
Ho troppi pensieri, troppa confusione in testa. In questo momento vorrei scomparire, vorrei non essere qua, vorrei essere con mio padre. Sarebbe tutto più facile se a quest'ora stessi con lui, mi andrebbe bene anche morta, cazzo, tanto alla fine a chi interesserebbe? A mio fratello, Carla, Guzmàn...? Dopo una settimana starebbero tutti bene, quindi che importa.Sento bussare alla mia porta e quasi salto in aria.
La maniglia si abbassa e vedo la faccia di Polo sbucare dalla porta.
«Emma, è pronto da mangiare, vieni.»
Io scuoto subito la testa.
«Non ho fame» sussurro.
«Devi mangiare Emma, non mangi da ieri sera, e comunque quello che hai mangiato non sfamerebbe nessuno. Dai, vieni.» insiste, ma io non voglio proprio saperne. Non voglio uscire da questa stanza e vedere quello stronzo del cazzo. Non voglio vedere nessuno.
«Ho detto di no, cazzo! Lo vuoi capire che ho detto di no? Non voglio mangiare, porca puttana. Ficcatelo in testa Polo, ficcalo in testa!» urlo, totalmente fuori di me.
Polo mi guarda come se non mi riconoscesse, e non ha tutti i torti dato che anch'io non riesco più a riconoscere me stessa.Carla lo chiama da lei, facendolo andare via.
Ora sento nuovamente la voce di Carla urlare.
«No, tu sei l'ultima persona che deve parlarle» dice.
Ma a chi si sta riferendo?La porta si apre di nuovo e davanti a me trovo Ander, il motivo per cui sto così male e anche l'ultima persona al mondo che voglio vedere.
«Vattene!» urlo, ma lui non si smuove.
«Mi dici che ti prende?» dice sedendosi ai piedi del letto.
«Ho detto che devi andartene, lo hai capito o no?» urlo ancora, ma questa volta sto piangendo.
«Voglio solo sapere che hai, e non esco di qua finché non me lo dici.» enuncia.
Come fa a non sapere che ho? È serio?
Lo sto odiando come non mai.Mi alzo in piedi ma mi sento troppo debole. Provo a dargli un pugno, non riesco. Sto cadendo a terra ma lui mi ha afferrata per il polso.
«Lasciami, cazzo. Lasciami! Con che cazzo di faccia ti presenti da me dopo quello che mi hai fatto? Sei solo uno stronzo di merda. Vattene!» urlo. Lui lascia la presa dal mio polso e io cado di peso a terra.
Lo guardo in faccia e sembra sconvolto. Sconvolto di che? Di essere uno stronzo?Guzmàn entra in camera e lo fa uscire subito. Dopo si fionda da me e mi abbraccia. Io scoppio nuovamente in un pianto liberatorio.
«Emma, mi dici che ti succede? Non riesco a vederti così...» mi dice all'orecchio preoccupato.
«Ander.» mi limito a dire. Lui capisca quello che vuole capire. «Stai male per lui?» continua a domandare e io annuisco.Improvvisamente esce dalla stanza e lo sento urlare, sicuramente contro Ander.
«Mi spieghi che cazzo le hai fatto? Mi dici come cazzo l'hai ridotta così?»
«Non lo so Guzmàn, non lo so.» urla lui a sua volta.Come fa a non saperlo?
Non si è reso conto che mi ha ignorata per un anno intero? Non ci ha pensato che così facendo io potessi starci male? Direi di no, perché tanto a lui importa solo se stesso.Quanto avrei voluto non conoscerlo mai.
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Siamo un rompicapo 2
FanficContinuo della storia "Siamo un rompicapo" Dopo la partenza di Ander fra lui ed Emma restano molte cose in sospeso. Emma, spinta dalla madre, andrà all'università che frequenta anche suo fratello e i suoi due migliori amici, e sarà accompagnata da...