Capitolo 7

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Dopo il malessere di ieri in palestra per il resto della giornata ho dormito, recuperando un po' del sonno perso in questi giorni.

Questa mattina mi sono sentita un po' più energica e ho anche fatto colazione, non voglio svenire più in pubblico e stare in quelle condizioni davanti a persone totalmente sconosciute.

Ora sono in aula da almeno un'ora con il professore di Storia dell'arte contemporanea, finalmente riesco a stare molto più attenta e a prendere molti più appunti. Forse lo svenimento di ieri mi ha un po' aiutata a capire che sto veramente esagerando, o almeno spero.

La campanella suona e per me le due ore sono volate molto velocemente, devo dire che la lezione è stata molto interessante e per niente noiosa.

«Andiamo fuori?» chiede Carla non appena usciamo dall'aula.
«Io vado un'attimo in bagno, tu se vuoi puoi iniziare ad andare» enuncio incamminandomi appunto verso la mia meta.

Entro nel primo bagno libero e inizio a fare le mie cose. Appena esco vedo la ragazza che vedo sempre con Ander che si sta lavando le mani.

Non appena finisce guarda verso di me e inizia a parlarmi. Ma siamo seri? Mi sta seriamente rivolgendo la parola?

«Ciao, io sono Alexis. Sei l'amica di Ander, giusto?
Io sono la sua ragazza.» dice alzando le sopracciglia e guardandomi con aria di superiorità mentre mi allunga la sua mano in modo tale che io possa stringerla, e dopo essermi asciugata le mani lo faccio.

«Io sono Emma. Beh, quindi ora si scopa te, wow»
Dico guardandola da testa a piedi ridendo.
Vi state chiedendo se voglio provocarla? Beh, avete ragione.

«Si, scopiamo molto. Ti da fastidio?» sputa acida. Ma quanto può essere patetica? Io la sgozzo.
«No, in realtà per niente. Ti voglio dare un consiglio in realtà.  Non infastidirti troppo quando passerà dallo scoparsi a te a scoparsi un'altra come se niente fosse, okay?»
«Beh, io e lui stiamo insieme ufficialmente da quasi un anno, e tranquilla, a me ama a differenza di quello che provava per te, che era solo attrazione fisica, giusto per portarti a letto.»

Io questa ragazza la uccido. Ho una voglia matta di staccarle ogni singolo capello dalla testa, cazzo.

«Forse il tuo amato Ander non ti ha detto che ero io quella che voleva scoparselo e basta... ma infondo che pretendi? Che ti dica realmente quello che provava per me? Secondo te avrebbe rischiato l'amicizia con mio fratello solo per portarmi a letto? Beh, allora tesoro, svegliati.»
Dico per poi uscire dal bagno lasciandola senza parole in bocca.

Bene, ora sono un fascio di nervi.
Quella ragazza è soltanto da prendere e sbattere al muro. Come diavolo fa Ander a sopportarla? Non avrei mai pensato che cadesse così in basso.

Ora che ci penso mi chiedo se realmente gli abbia detto quelle cose, perché quello che le ho detto io alla fine è solo una mezza verità.
È vero che io all'inizio volevo solo scoparmelo, solo che poi standoci a letto quasi ogni giorno ho iniziato a provare dei sentimenti nei suoi confronti, e pensavo li provasse anche lui nei miei, ma come sempre è solo un bugiardo di merda.

Non riesco proprio più a stare qui dentro. Ho bisogno di calmarmi perché potrei seriamente tornare dentro a quel bagno e commettere un omicidio.

Prendo subito la mia borsa ed esco dalla struttura andando verso il parco, magari una camminata mi può aiutare.
                                              ~•~

Sto camminando da circa mezz'ora, ma niente, sono ancora troppo nervosa.

Dopo un po' decido di sedermi su una panchina.
Prendo il telefono dalla mia tasca posteriore e la prima cosa che faccio è andare nella cartella dove ho tutte le foto fatte con Ander, o anche semplicemente le foto che mi mandava su Whatsapp.
Mi manca così tanto, cazzo.

Senza rendermene conto inizio a piangere e credo sia uno di quei pianti liberatori, quei pianti che servono a sfogarti.

All'improvviso sento una mano sulla mia spalla, così mi giro e vedo Guzmàn che mi sta guardando preoccupato.
Si siede accanto a me e porta la mia testa alla sua spalla.  Restiamo così per un po', finché non mi calmo.

«Emma, che succede? Che ti sta accadendo in questi giorni?» domanda prendendomi la testa fra le mani in modo tale che io possa guardarlo negli occhi.

«Non ce la faccio, Guzmàn. Non ce la faccio.»
Lui mi guarda stranito non capendo a cosa io mi stessi riferendo. D'altronde non ha tutti i torti.
«Non riesci a fare cosa?»
«Ad andare avanti senza lui. Non posso farcela.» sussurro a voce bassa.
«Senza Ander?» domanda, capendo subito a chi lo stessi riferendo.
«Si...»
«Non l'hai ancora superata, vero?»
«Come cazzo faccio a superarla? Non mi sono mai innamorata di qualcuno come mi sono innamorata di lui. Prima di lui pensavo solo a scopare, mi interessava solo essere la ragazza che tutti volevano portarsi a letto, e con lui inizialmente era così, ma poi mi sono innamorata di lui, del modo in cui mi trattava, del modo in cui s'ingelosiva se qualcuno mi sfiorava e basta, del modo in cui mi baciava, del modo in cui sorrideva, del modo in cui facevamo sesso e soprattutto mi ha fatta innamorare di come mi sentivo stando con lui. Avevo costantemente le farfalle nello stomaco, ed era una sensazione bellissima. Ora sono qua e quando lo vedo ci sto male a non poterlo abbracciare, baciare o semplicemente a non potergli parlare come una volta, sembriamo dei cazzo dì sconosciuti.
Sono anche troppo incazzata con lui per come è uscito dalla mia vita senza dirmi nulla, senza dirmi se magari avessi sbagliato qualcosa o se magari non provava più nulla per me. Ha preferito ignorarmi e devo dire che mi ha anche rimpiazzata subito senza farsi problemi. Questo mi fa stare male, Guzmàn. Mi fa stare male da morire. Non sai l'anno di merda che ho passato a Madrid quando voi non c'eravate.
Mi ubriacavo ogni sera, mi drogavo e soffrivo di depressione e bulimia, ed è tutt'ora così, e non riesco ad uscirne, non riesco a stare bene senza Ander.
Posso sembrarti una pazza, posso sembrarti esagerata, ma ti giuro che sto davvero male per lui è che non ce la faccio più a tirare avanti.»

Le mie lacrime scorrono a fiumi sulle mie guance e Guzmàn mi guarda molto rattristito.

«Posso dirti una cosa senza che te la prendi?» domanda e io annuisco subito. Guzmàn di solito capisce bene le situazioni e sa dare buoni consigli.

«A parere mio la vostra relazione era tossica.
Eravate troppo gelosi l'uno dell'altra, litigavate per ogni cosa e spesso vi facevate ingelosire a vicenda. È vero, vi siete amati molto, forse anche con tutta l'anima, ma eravate veramente in una situazione tossica. Io capisco che tu ora stia male, ma secondo me la cosa migliore che tu debba fare per stare bene è dimenticarlo. Ander ti ha amato tanto, ma non torna mai sui suoi passi, e se tu continui per tutta la tua vita a stare dietro a lui ti rovinerai e basta.
Il mondo è pieno di ragazzi migliori di Ander, e tu puoi certamente trovare di meglio, quindi devi cercare di superarla e andare avanti.»

«A me non interessa come sono gli altri ragazzi se non sono come Ander. Io voglio Ander, cazzo. Voglio solo Ander. Non voglio nessun altro oltre a lui.» dico subito decisa. Il mio amico mi guarda scuotendo la testa e torna ad abbracciarmi.

Sfogarmi con lui mi ha davvero aiutata, ma io penso che non riuscirò mai a stare con un'altra persona che non sia Ander.

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