I. Cedere

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L'edizione del giorno della Gazzetta del Profeta, datata 2 maggio 2018, recava in copertina una vecchia foto della Sala Grande durante la battaglia di Hogwarts, irriconoscibile nella disordinata distruzione prodotta dallo scontro. C'erano bambini e adolescenti nel Mondo Magico che non l'avevano mai vista meno che perfetta, con i quattro tavoli allineati e ordinatamente apparecchiati, la meravigliosa volta celeste del soffitto incantato e le innumerevoli candele a mezz'aria a illuminare l'ambiente. Per loro, la guerra esisteva solo nei racconti degli adulti e nelle lezioni di Storia della Magia, ma molti altri maghi più grandi ne avrebbero ricordato le drammatiche conseguenze, in occasione del ventennale della sua conclusione. Hermione sospirò, perché era una tra loro, quindi continuò a leggere il quotidiano sulla scrivania, che iniziava con la ricostruzione accurata degli avvenimenti storici a partire dal ritorno del Signore Oscuro nel suo corpo.

Il fruscio della prima pagina che veniva voltata fu seguito da alcuni colpi in successione alla porta, che fu aperta subito dopo. Alzò gli occhi dai caratteri d'inchiostro per posarli sulla testa bruna della sua assistente, che si sporse a lasciarle una comunicazione: «La preside McGranitt ci ha avvisato di aver appena disattivato le protezioni anti-Materializzazione all'ingresso. Possiamo andare, Ministro.»

«Ti ringrazio, Rose.»

Preso atto del fatto che la scuola fosse pronta ad accoglierle, Hermione si mise in piedi per raggiungere la segretaria sulla soglia del suo semplice ufficio, lanciando un'occhiata distratta alla pila di libri davanti al giornale, che non aveva ancora riordinato negli scaffali alle pareti. Accanto a essa, una tazza piena per metà di tè ormai freddo era poggiata sul ripiano di legno, sul quale aveva lavorato da quando era arrivata al Ministero, di buon mattino.

La donna le porse un braccio e lei lo strinse gentilmente. «Non soffri di nausea, vero Rose?»

La sua assistente rise con leggerezza. «Per fortuna no, Ministro» rispose, quindi usò un dito per sistemare in su gli occhiali squadrati sul naso.

Hermione annuì e guidò la loro Smaterializzazione Congiunta. Apparvero davanti alle imponenti porte della Sala Grande, trovandole chiuse, dal momento che a metà mattina tutti gli studenti erano occupati con le lezioni, nelle diverse aule del castello. Era certa che, nelle cucine poste in corrispondenza nei sotterranei, numerosi elfi domestici si stavano dando da fare per ultimare le pietanze del banchetto che vi si sarebbe tenuto, in condizioni lavorative finalmente accettabili, grazie al suo operato all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Lei avrebbe presenziato al pranzo per raccontare ai giovani maghi e streghe gli eventi che erano accaduti nello stesso luogo, perché la memoria era un valore irrinunciabile affinché non fossero ripetuti.

La preside stava lì ad aspettarle, con un aspetto severo nella veste lunga e scura e i capelli raccolti e tirati indietro, e Hermione la salutò calorosamente, incapace di mantenere il medesimo contegno davanti a colei che in passato era stata la sua professoressa e solida guida e supporto. «Lei è Rose Zeller, la mia segretaria» continuò. «Era molto più giovane quando l'ha conosciuta.»

«Zeller?» La strega parve per un secondo persa nel tentativo di associarle un volto tra le cospicue file di facce infantili che affollavano i ricordi dei suoi anni da insegnante e direttrice della sua Casa a Hogwarts. «Eri tra i Grifondoro?»

«No, professoressa. Lei era la mia insegnante di Trasfigurazione, io sono stata smistata in Tassorosso» chiarì Rose, che Hermione sapeva essere di cinque anni più giovane di lei, e in effetti non ci aveva mai avuto a che fare durante i suoi anni di scuola. Lavorava già per il precedente Ministro quando lei aveva ricevuto l'incarico e aveva deciso presto di confermarla nel suo ruolo, convinta dalla sua esperta affidabilità e probabilmente irrazionalmente conquistata dal nome che condivideva con sua figlia.

Come un antidoto universaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora