Malfoy prese atto della sua presenza facendosi da parte per permetterle di entrare nella stanza, ma non mostrò in nessun modo sul volto impassibile di esserne particolarmente lieto. Lei si impegnò a non sentirsi ferita dalla sua perfetta indifferenza, riconoscendo che era stato lui, nell'aula di Pozioni, a ricevere un trattamento ingiusto: anche uno che, anni prima, e con gaudio, aveva tanto offeso aveva il diritto di considerarsi egli stesso offeso.
Spostandosi di lato con un paio di passi, lui si mosse verso la parete lungo la quale trovavano posto il guardaroba di legno e una porta chiusa, imponendole una distanza che sarebbe risultata opportuna tra due estranei, benché ore prima entrambi l'avessero accorciata con piacere. Incrociò le braccia davanti al torace: fronteggiava la finestra sul muro opposto, aperta sul paesaggio silvestre esterno, e accanto a essa la scaffalatura, al di sopra della scrivania, era affollata di rotoli di pergamena e volumi impilati. La luce tra gli alberi fuori era scarsa e avrebbe disegnato ombre soffuse sul suo viso spigoloso se la camera non fosse stata invece sufficientemente illuminata dalle torce e dalle candele sempre accese per magia, permettendole di scorgere ogni movimento del suo corpo.
Lei non si mosse, limitandosi a chiudere l'uscio dietro di sé.
«Weasley?» chiese, con una durezza che in fondo non la colse impreparata.
«È andato a casa» rispose calma.
«E tu non sei tornata con lui?»
La sua voce era come un sottile veleno, ma lei ricordò che una volta aveva pensato, di loro due, che potessero combinarsi efficacemente in un antidoto complesso.
Hermione camminò verso il mago, il quale indietreggiò ancora fino a quando non fu costretto a fermarsi con la schiena che quasi aderiva alla seconda porta all'interno della stanza – lei immaginò dovesse essere quella del bagno, visto che la disposizione del mobilio ricalcava quella in cui aveva dormito la notte precedente, benché questa le desse una ben diversa sensazione di vissuto.
«Ho ancora da fare qui.»
Le rivolse un sorriso quasi crudele, che le fece dolere ferite minuscole su cui non pensava che lui avesse ancora sale da spargere. «Non ti scomodare, tornatene dal tuo affettuoso marito. E ora lasciami scendere a cena.»
Un'ombra di tormento oscurò i suoi occhi e lei la riconobbe, perciò seppe di poter e dover insistere. «Non voglio.»
«Non vuoi» mormorò, ponderando le sue parole. Raddrizzò il busto, guardandola a testa alta. «E questo l'hai deciso prima o dopo averlo salutato così amorevolmente? Ti era mancato?» Le prese il mento tra due dita per alzarle il capo, congiungendo i loro occhi. «Io non intendo farmi prendere in giro.»
Lasciò ricadere la mano lungo il fianco e Hermione sentì un freddo improvviso sulla pelle che lui aveva abbandonato senza grazia e l'istinto di riprenderla per portarsela addosso.
«Non mi tratterai come il tuo passatempo.»
Comprese che lui credeva che le sue azioni non fossero andate di pari passo con le parole, quando poco prima di ritrovare la bocca di Ron e passare con lui il resto della giornata lei aveva asserito di avere intenzione di parlarci. Tra lei e l'uomo che aveva sposato, che l'aveva accusato senza eufemismi di un atto criminoso, era lei che aveva avuto il potere di deluderlo e quella consapevolezza rafforzò il proposito di dimostrargli che non ne aveva ragione.
Hermione cedette al suo impulso: avanzò fino a lasciare solo uno spazio effimero tra i loro vestiti, e lui non fece niente per portarla a sé. Fu lei a prendergli una mano e a condurla alla base della propria schiena, perché la stringesse. Lui non la premette sui vestiti, ma neanche la spostò, e il suo calore la rese più coraggiosa.
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Come un antidoto universale
FanfictionSHORTLIST WATTYS 2022 [HP. Draco/Hermione. Completa.] Il Ministro Granger in visita a Hogwarts ritrova l'uomo con cui ha condiviso confidenza e prossimità inaspettate tempo prima, al sesto anno di scuola. Dal professor Malfoy apprende che lui è anco...