Divise verdi percorrevano da un capo all'altro il corridoio al quarto piano dell'Ospedale San Mungo, entravano nelle camere di degenza con alcuni fogli tra le mani e una piuma in tasca e ne uscivano consultandosi tra loro a bassa voce. Non era orario di visite e non c'erano familiari o amici dei pazienti a interrompere il giro mattutino dei Medimaghi.
Una fila di sedie di metallo seguiva la parete spoglia di fronte alle camere. Seduta con abiti civili, e nessun cartellino identificativo attaccato a essi, Hermione era in quel momento l'unico filo discordante nel complicato intreccio della sanità magica londinese. Qualche membro del personale l'aveva guardata, incuriosito, ma nessuno si era azzardato a redarguire il Ministro della Magia per la sua presenza in reparto a un orario non consentito. Dovevano aver ipotizzato che avesse un motivo istituzionale per essere lì, giacché nessuna informazione riguardo un ricovero suo o di un suo familiare era divenuta di pubblico dominio.
Rilassò il busto contro lo schienale e accavallò le gambe. Il rumore tranquillo di sottofondo – passi e discussioni, impegno ed empatia – accompagnò il fruscio di due pagine della Gazzetta del Profeta girate per saltare gli articoli di argomento sportivo. Considerò con maggiore interesse quella successiva, nella quale, con caratteri semplici e pochi colori, erano riportate file di immagini di volti maschili e femminili di tutte le età, specialmente quelle terminali, e coppie di date. Da Nata Babbana, le foto dei maghi l'avevano affascinata fin dal primo istante in cui aveva notato con sorpresa che i soggetti protagonisti si muovevano: salutavano, si abbracciavano e continuavano a occuparsi, all'interno di cornici o di album, delle attività in cui erano stati ritratti. Quella pagina del quotidiano, invece, dava un'immediata sensazione di sobrietà: visi quasi immobili, seri, su uno sfondo neutro. Erano raffigurati in primo piano e le mani non erano visibili, così non era possibile dire se fossero stati cristallizzati nell'intenzione di alzarle per salutare per sempre e non salutare mai più, da una pagina di inchiostro e lacrime.
Si soffermò sulla penultima fila, sulla foto all'estrema destra della pagina, accompagnata dalla combinazione di un nome e un cognome a cui non aveva mai pensato se non negli ultimi tempi. Un volto magrissimo e lineamenti severi, capelli fini e radi, ma un accenno di dolcezza negli occhi scuri, l'evidenza di qualcosa che non era stato consumato dalla malattia. Si domandò se quello sopravvivesse ancora nelle iridi di suo figlio, di qualunque colore fossero – lei non l'avrebbe scoperto mai. Non sapeva quanto recente fosse quella foto, eppure la donna già presentava segni evidenti di un malessere fisico che si sarebbe rivelato irrimediabile. La breve didascalia di accompagnamento restava generica, per rispetto della sua volontà di vivere l'ultimo periodo nella discrezione preziosa che i mezzi familiari potevano garantirle. Tuttavia, se pure non ci fossero state due date così vicine tra loro, separate solo da un'insopportabile manciata di anni, nessuno avrebbe potuto dubitare che fosse stata una patologia inguaribile la causa del lutto. Astoria Malfoy era la persona più giovane nell'intera pagina di necrologi.
Devo contattare il preside di Durmstrang, non posso dare la notizia a Scorpius tramite una lettera. Devo informare il Ministero. Devo far pubblicare un necrologio sulla Gazzetta del Profeta. Devo organizzare un funerale privato. Dimmi, cosa puoi fare tu?
«Eccomi, Ministro. Mi perdoni se l'ho fatta aspettare, ma ero stata avvisata di un orario diverso per la sua visita. Cosa posso fare per lei?»
Hermione alzò lo sguardo e incontrò l'espressione cordiale di Hannah Abbott, vestita della stessa uniforme che aveva già visto sui suoi colleghi, nell'attesa che lei si liberasse per riceverla. Consapevole di poter rubare solo poco tempo al suo turno in ospedale, non indugiò che per un mero istante con le dita sulla carta, quindi chiuse il giornale e lo ripose in borsa – avrebbe continuato a conservarlo.
«Non si preoccupi, ma diamoci del tu.» Ricambiò il suo sorriso. «Purtroppo il mio nuovo assistente non è ancora molto a suo agio nel ruolo.» Parlò in tono leggero, mascherando l'irritazione per l'ennesima svista di quel giovane mago che le era stato mandato dall'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia: era un vero peccato che la collaboratrice più efficiente che avesse mai avuto fosse passata al Wizengamot, e non per una promozione.
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Come un antidoto universale
FanfictieSHORTLIST WATTYS 2022 [HP. Draco/Hermione. Completa.] Il Ministro Granger in visita a Hogwarts ritrova l'uomo con cui ha condiviso confidenza e prossimità inaspettate tempo prima, al sesto anno di scuola. Dal professor Malfoy apprende che lui è anco...