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Pov's Martina
Martina si guardò allo specchio e spalancò gli occhi –MAMMA!– sbraitò con tutto il fiato che aveva in gola.
Sua madre apparve sulla porta e si mise le mani sulla bocca –Sei bellissima amore mio!- disse quasi con le lacrime agli occhi.
Martina si voltò verso la genitrice pazza e si mise le mani sui fianchi –Mamma!Tu sei pazza io non ci esco conciata così.Ma ti rendi conto?Si vede tutto!Non posso andare a scuola vestita come un pagliaccio,si girerebbero tutti.– ringhiò.
La madre assunse un'espressione alquanto sorpresa e poi scoppiò a ridere –Tini...non l'hai detto sul serio,vero?-
-Spiritosa!– sibilò,sapendo benissimo cosa pensava sua madre del suo abbigliamento abituale.
Non poteva uscire di casa così,era troppo imbarazzante!La persona riflessa sullo specchio non era lei.
-Amore?– Elizabeth si sedette sul letto –Vieni qui.Dobbiamo rifare lo stesso discorso di domenica sera per caso?Mi hai chiesto aiuto e hai accettato di fare a modo mio.Vuoi che polipo-stronzo-Jorge cada ai tuoi piedi e diventi agnellino-zerbino-Jorge?Si?Allora fà come ti dico io.Vedrai che entro sabato sarà il tuo tappetino personale!– disse soddisfatta.
Certo che la sua cara genitrice (e non nel senso di vedova,ma divorziata,anche se,visto come erano andate le cose,probabilmente avrebbe preferito trovarsi nel primo status) ne sapeva proprio una più del diavolo.
Quando era rientrata domenica sera,sua madre era già a casa.Non appena aveva visto gli occhi gonfi si era trasformata nel tenente Colombo della situazione e non c'era stato verso di farla desistere dalle domande,finchè,Martina,ormai stremata,aveva vuotato il sacco.
Le aveva raccontato tutto di Jorge,dal primo scontro allo sgabuzzino.Le aveva anche detto che quel ragazzo le piaceva fin troppo.
Elizabeth si era grattata il mento pensierosa e poi se ne era uscita con un –Qui ci vuole un piano!-
Aveva passato le due ore successive ad ascoltare la madre impazzita che le diceva come si sarebbe dovuta comportare e vestire.
Martina l'aveva ascoltata senza riuscire ad esalare nemmeno un respiro.
Sua madre era fuori di testa!
Verso mezzanotte,ormai allo stremo delle forze e con il sonno che cominciava a succhiarle tutte le forze,aveva capitolato e aveva acconsentito a mettere in atto il piano pazzoide della madre.
Ma adesso,guardandosi allo specchio,non era più convinta che quella fosse la scelta giusta,o meglio,più adatta a lei.
La prima parte del piano l'aveva svolta diligentemente.
Il lunedì mattina,vestita con i suoi soliti abiti comodi,si era recata a scuola.
Aveva aspettato con trepidazione la fine delle lezioni della mattinata e l'ora della pausa pranzo.
Si era nascosta in un angolino buio del corridoio aspettando di vedere Davis Carter.
Quando sua madre le aveva chiesto se c'era qualche ragazzo che conosceva,ci aveva pensato su.In verità non conosceva praticamente nessuno,se non di vista.
Non si era mai preoccupata di stringere amicizia con altre persone,quella di Lodovica era più che sufficiente.
Le era venuto in mente solo Davis.Ci aveva scambiato qualche parola nel corso di quei cinque anni di liceo,ma non si erano mai nemmeno presentati.Conosceva il suo nome solo perchè era il direttore del giornale della scuola,non per altro.
Tuttavia,il ragazzo la salutava sempre e accennava sempre un sorriso ogni volta che si incrociavano arrossendo fino alle radici dei capelli.Lodovica,più di una volta,le aveva detto di farsi avanti,perchè affermava che il ragazzo era stracotto di lei,ma a sentire l'amica,erano tutti cotti di lei e Davis,in ogni caso,non era proprio il suo tipo.
Lo aveva descritto alla madre che aveva arricciato il naso –Se non hai niente di meglio,ce lo faremo bastare!– aveva detto alzando gli occhi al cielo.
Martina aveva sorriso.Quella era sua madre!
Genitrice pazza,come lei la soprannominava.
In ogni caso,aveva aspettato pazientemente l'arrivo di Davis e poi gli si era lanciata addosso facendo volare di proposito il foglio del suo compito con il bel quattro scritto a caratteri cubitali con un inchiostro rosso fuoco.
Si trattava di un agguato bello e buono,lo sapeva,però,come diceva il proverbio:a mali estremi,estremi rimedi.
Si era ritrovata,così,a chiacchierare amorevolmente con naso aquilino e a ridere sforzatamente alle battute infauste del suo nuovo amico,sotto suggerimento di Elizabeth,la quale affermava che gli uomini si sentivano appagati se una donna apprezzava le loro battute (pessime).Effettivamente era bastato ben poco,qualche ciglia sbattuta qua e là,una risata acuta,quando vedeva che anche lui rideva e il gioco era riuscito alla perfezione.Non solo era riuscita in pochissimo tempo a ricevere un invito per ripetizioni gratuite di matematica per il giorno dopo,ma anche ad avere un invito per sabato sera e il tutto vestita come un sacco di patate,come Jorge amava definire il suo stile.
Incredibile!
Il fato l'aveva anche aiutata.Non poteva credere alla sua fortuna.Jorge era comparso dal nulla,proprio nel momento giusto e,grazie alle sue arti recitative,era riuscita anche a far invitare Davis alla festa di compleanno di Jorge,l'evento dell'anno.
Quindi,prima parte del piano:risolta!
Ma adesso bisognava mettere in atto la seconda,che le sembrava molto più complicata.
Uffa!Perché si era lasciata convincere?
Si riguardò allo specchio e provò subito l'istinto di cambiarsi –Mamma...ma è proprio necessario che mi vesta così?Proprio così?– piagnucolò.
Elizabeth si alzò dal letto –Và in bagno e truccati un pò,oggi pomeriggio hai un appuntamento in biblioteca!– ordinò enfatizzando la frase con l'indice puntato verso la porta.
Martina si avviò sconsolata.
Ormai era in ballo e doveva ballare e comunque era stato troppo divertente vedere l'espressione da pesce lesso che aveva assunto Jorge quando l'aveva lasciato solo in mezzo al corridoio.
Aveva dovuto reprimere con tutte le sue forze quel sorriso che,da quando era comparso il ragazzo,voleva a tutti costi uscire.Ma ce l'aveva fatta.
Era un'attrice degna di oscar!
Questa volta polipo-stronzo-Jorge avrebbe ricevuto una lezione che si sarebbe ricordato per tutta la vita,sperando solo che non fosse lei quella che,alla fine,ci avrebbe rimesso.
Perchè Jorge le piaceva davvero tanto,questa era la verità.

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