Capitolo 42.

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Il treno ci lasciò alla stazione e tornammo a casa, Draco non aveva detto una parola o mi aveva fatto capire se gli fossi mancata o meno.

Mi ritrovai nel salotto della villa, ogni sguardo che posavano all'entrata mi faceva risentire la stretta di Lucius sul collo, mi portai una mano su di esso per accertarmi che fosse solo un ricordo. Un brutto ricordo.

I passi di Narcissa echeggiavano in tutta la casa, la sua figura era in cima alle scale e mi guardava con gli occhi pieni di lacrime e una mano sul petto. Dovetti spostare lo sguardo altrove per impedirmi di piangere. La sentii precipitarsi di sotto e mi abbracciò forte, quasi da togliermi il respiro.

"Bambina mia." Pianse come non mai. Esso riempiva le mie orecchie e non riuscii a scamparla. Cominciai a piangere nel suo abbraccio al ricordo di quella sera, le urla, il dolore, le parole...

Narcissa si staccò da me e mi accarezzò la testa togliendomi i capelli da viso, mi guardò con uno sguardo di dolore immenso.

"Cissy, io- io non volevo-" tirai su col naso e lei mi abbracciò di nuovo.

Draco era sgattaiolato via da un po', probabilmente si sentiva male anche lui a ripercorrere i momenti di quella sera.

"Sh bambina, non è colpa tua." Sussurrò Narcissa baciandomi la fronte.

Restammo abbracciate e in silenzio sul divano, non guardai l'ora, non contai i minuti, in quel momento avevo bisogno della persona che più amavo al mondo; della persona che mi aveva amata proprio come una madre, senza pensare al fatto che non mi avesse portata lei in grembo.

"Mi dispiace così tanto, io non so cosa gli sia passato per la testa." Narcissa parlò dopo ore.

Lucius non era mio padre, io non ero sua figlia. Era quello il motivo per cui aveva fatto ciò che aveva fatto. Mi odiava, non l'aveva mai nascosto certo, ma non pensavo che si potesse spingere fino a quel punto.

"Narcissa..." alzai la testa dalle sue gambe e mi misi seduta accanto a lei, aveva gli occhi scavati dalle lacrime. Non aveva smesso di piangere, neanche in silenzio. "Lucius mi ha detto delle cose quella sera." Dissi chinando il capo, avrei giurato di averla sentita irrigidirsi alle mie parole.

"C-cosa ti ha detto?" Cercò di mostrarmi un sorriso tirato, la preoccupazione traboccava nelle sue parole così come la paura segnava il suo viso.

"Che non è mio padre." Sbottai guardandola, i suoi occhi si riempirono nuovamente di lacrime, si portò una mano sulle labbra e chiuse gli occhi.

"Ho bisogno di sapere la verità." Abbassai la voce e mi avvicinai a lei. "Ti prego, Cissy." Cercai di non ricominciare a piangere, mi schiarii la gola e le appoggiai una mano sulla sua.

"Oh, Grace.." disse aprendo gli occhi. "Lucius-" le mise una mano davanti il viso bloccandola.

"No, Narcissa. Non accetto più una sola parola su quell'uomo. Io ho bisogno anche della mia famiglia, ho bisogno di conoscere mio padre, mia madre. Voglio sapere se ho un fratello o una sorella..." parlai così velocemente che a malapena riuscii a respirare. Il nervosismo mi scorreva per tutto il corpo, Narcissa non faceva altro che guardarmi con gli occhi da bambina.

"Hai ragione." Si alzò e si avvicinò al camino. "Hai il diritto di sapere." Si avvicinò allo scaffale con tonnellate di libri e ne prese uno, lo aprì e poco dopo lo rimise al suo posto.

"Non è tuo padre Lucius, ma-" si fermò davanti a me e mi porse un pezzo di carta, lo presi e mi resi conto che era una foto. Ero io da neonata tra le braccia di una donna. "Ma non posso dirti io la verità, Grace." Si sedette di nuovo accanto a me.

Stepbrothers; Draco Malfoy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora