Capitolo 17

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17.


A svegliarla fu il rumore delle ossa che si spezzavano e delle urla di qualcuno a cui, presumibilmente, queste ossa erano state appena spezzate.

Chanel aprì gli occhi doloranti solo per scoprire di essere stata condotta fin sulla cresta di un monte, o almeno così le parve a una prima occhiata.

Era circondata da rada vegetazione battuta da un vento gelido, e il colpo d'occhio che riusciva ad avere da quel punto di osservazione le diceva che erano molto più in alto rispetto al bosco in cui era svenuta.

Ombre lunghe e cupe si stavano allungano sull'orizzonte mentre il tramonto, ormai prossimo, tingeva il cielo e le nubi che, evidentemente, dovevano aver condotto in zona un temporale. A giudicare dai suoi abiti zuppi e dal terreno umido, doveva aver piovuto per diverse ore.

Rade stelle erano ormai visibili a est, pallide e tremolanti, dandole l'idea di quanto fossero ormai prossimi alla notte. Sulle creste delle Montagne Rocciose, i rossi e i viola del tramonto stavano scomparendo rapidamente e, grazie a questa luce residua e all'altitudine a cui si trovava, capì quanto fossero distanti le prime luci della civiltà. Erano lontanissimi da tutto!

«Ah, la principessina si è svegliata...» ghignò l'uomo che li aveva bloccati nel mezzo della foresta, puntando i suoi occhi animaleschi su di lei.

Subito, Chanel si mise seduta e arretrò in preda al panico, tastandosi poi il corpo alla ricerca di qualche segno di violenza. Non ricordava nulla di quanto successo dopo l'attacco della donna nel bosco, che aveva impedito loro di fuggire, perciò quell'uomo poteva averla anche...

Il ghigno del maschio si trasformò in un ringhio animale, quando lui le disse: «Non ti ho violentata, se è quello che temi. Non mi abbasso più ad assaggiare carne di donna a quel modo, se non da Lei.»

Quel 'lei' gorgogliò fuori dalla gola dell'uomo con così tanta devozione che Chanel si chiese se si stesse riferendo alla donna che l'aveva colpita. Nel guardarsi attorno alla sua ricerca, singhiozzò inorridita quando vide, a pochi passi dal suo zaino, la figura accucciata della creatura bionda che l'aveva immobilizzata.

Era splendida per bellezza e perfezione quanto terribile e glaciale nello sguardo e, in quel momento, stava curiosando tra i suoi effetti personali come se le fossero in qualche modo alieni, estranei.

«Mi aiuti... la prego...» sussurrò Chanel, tentando di far leva sull'appartenenza al medesimo sesso. Immaginava in tutta coscienza quanto fosse inutile – visto che si trovava accanto all'uomo che li aveva attaccati – ma le sembrò assurdo non tentare.

La femmina, allora, si volse a guardarla e Chanel, in quel momento, si accorse finalmente quanto poco, in lei, vi fosse di umano, o anche soltanto umanamente accettabile.

Gli occhi erano del tutto neri, privi della consueta sclera bianca e le lunghe ciglia chiare – quasi bianche – accarezzavano una pelle liscia come alabastro e del tutto priva di difetti, oltre che di peluria. Sembrava essere completamente glabra, con l'unica eccezione della folta chioma color biondo platino.

Della sua nudità – così come era stato per l'uomo – non si faceva il minimo scrupolo e, quando si alzò per raggiungerla, Chanel seppe in qualche modo che quella donna era ancor più pericolosa di colui che stava infliggendo ferite orribili a Fergus.

Indietreggiando su mani e pieni nel vano tentativo di sfuggirle, Chanel ansimò disperata quando la donna la afferrò al collo con una presa ferrea e, iniziando a piangere, balbettò: «P-perché c-ci fate q-questo?»

Luci del Nord - Seguito di "Claire de Lune" (spin-off Trilogia Werewolves)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora