Capitolo 4

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4.


Essere al centro delle attenzioni maniacali di Dev poteva anche essere visto come qualcosa di piacevole.

Dagli estranei.

Da chi non lo conosceva davvero.

Da chi non aveva idea di cosa si nascondesse dietro quella bella faccia e quegli occhi fantastici.

Chi non era al corrente della sua reale natura dispotica, poteva ingannarsi, di fronte a quel concentrato di bellezza e testosteroni.

Ma lei non si era lasciata ingannare, se non per i primi cinque minuti dal suo arrivo a Clearwater. Al sesto, diabolico minuto, aveva iniziato a comprendere cosa volesse dire vivere sotto lo stesso tetto con lui e, con un sospiro esasperato, aveva accettato l'idea di essere finita dalla padella nella brace.

Se suo padre era un amante dell'ordine, Dev ne era la quintessenza.

Non era stata in grado di scoprirne i motivi – i nonni di Chelsey sostenevano fosse sempre stato così, e lui nicchiava di fronte alle sue domande – ma, dal giorno in cui era diventata una sua coinquilina, aveva scoperto il suo lato oscuro.

Lato oscuro che, ahi lei, comprendeva anche l'essere trattata come una bambola di porcellana, se l'occasione lo richiedeva.

Dopo la riunione tenutasi la sera precedente, Devereux si era fatto dannatamente protettivo, con lei, e pur apprezzandone le attenzioni, era arrivata quasi sul punto di desiderare di poter sfoderare le sue armi contro di lui.

Quando ci si metteva, Devereux Saint Clair era una palla al piede di proporzioni immani perciò, l'idea di tornare a scuola le sembrò quasi una manna dal cielo, in confronto al pensiero di restare a casa con il suo ospite.

«Sicura di potercela fare?» domandò dubbiosa Chelsey, fermandosi sull'entrata della scuola assieme all'amica.

«Non ti ci mettere anche tu, Chelsey, o giuro che ti toglierò il saluto» borbottò la giovane, vedendo l'amica ridere per tutta risposta.

«Starò zitta, promesso, ma tu non diventare matta nel tentativo di estorcere informazioni a Mark» la salutò a quel punto Chelsey, balzellando sui gradini di fronte al plesso scolastico per poi dirigersi verso la sua aula.

Liza sospirò esasperata e, con passo ciondolante, si avviò verso il primo piano della scuola, lo zaino a premerle sulla schiena e un peso maggiore a schiacciarle il cuore, ben più difficile da portare con sé rispetto alla zavorra rappresentata dei libri.

Aveva sempre detestato fare la spia ma, a conti fatti, le si chiedeva di fare giustappunto questo. Parlare con Mark, fare la carina con lui e, se possibile, spulciargli qualche segreto.

Il tutto, ovviamente, senza destare sospetti.

Non che non fosse realmente incuriosita dalla storia di Mark – una persona nuova portava con sé, per forza, un sacco di novità – ma era il motivo che la spingeva a chiedere, a turbarla.

Quando, però, lo trovò in classe e con il cellulare in mano, l'aria ombrosa e accigliata e il cappuccio della felpa color blu mare calata sui mossi e lunghi capelli, il rimorso si fece piccolo piccolo e la sua innata curiosità ebbe il sopravvento.

Con un sorriso, si avvicinò quindi a Mark – dopotutto, lei aveva il banco accanto al suo! – e lo salutò, ma lui si limitò a un borbottio stentato, subito seguito da un profuso rossore e un 'ciao' più sentito.

Sorridendo maggiormente e con fare assai comprensivo – immaginò che la discussione di cui era stata testimone, si fosse protratta anche a casa – Liza intrecciò le braccia sul banco di lui e lo squadrò con fare attendista.

Luci del Nord - Seguito di "Claire de Lune" (spin-off Trilogia Werewolves)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora