c h e r r y

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minho è da più di due anni che lavora nella stessa caffetteria ed è da due anni che ripete ai suoi clienti che lui, i frappè, non li sa fare

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minho è da più di due anni che lavora nella stessa caffetteria ed è da due anni che ripete ai suoi clienti che lui, i frappè, non li sa fare.

ovviamente questi fanno una faccia abbastanza stupita, nel senso, dai, lavori in una caffetteria dove vendi di tutto tra cui dolci, merende, caffè, thè ed altro ancora ma non riesci a fare un semplice frappè? esilarante no? beh non molto per questo piccolo ragazzo che è da due anni che viene minacciato dal suo capo di esser sbattuto fuori se non impara a fare un benedetto frappè.

minho però non si arrende, è sicuro che prima o poi riuscirà a fare un frappè che non sappia di calzini e ricci di mare ... o almeno è quello che dice al suo capo. minho non è un ragazzo che si arrende subito, e questa cosa si sa, solo ... beh ... sta cominciando a perdere le speranze e, come detto all'inizio, è sempre più sicuro che lui, un cavolo di frappè, non lo sappia fare.

era una semplice giornata di aprile, un venerdì per precisione, le piccole stradine di Seoul erano coperte da dei piccoli fiorellini bianchi e rosa. la stradina che portava al bar " kitt " era anch'essa di un bianco candido, accostato ogni tanto al grigio sbiadito della strada. minho strisciava i piedi in quella via, facendo così formare due lunghe righe dietro di lui, aveva le mani in tasca ed in una di queste teneva stretto il suo telefono che riproduceva nelle sue orecchie delle semplici canzoni.

sbuffava di tanto in tanto facendo formare davanti a lui dei piccoli nuvolini più chiari dell'aria, era abbastanza stanco e quella mattina si era svegliato più presto del previsto e non sapeva nemmeno lui il perché. ne era sicuro però, era felice fosse venerdì, sarebbe stato il suo ultimo giorno di lavoro di quella settimana ed avrebbe potuto dedicarsi poi due giorni di riposo.

avanzava piano e pesantemente la strada e si fermò appena riconobbe il tappetino rosa davanti all'entrata del cafè. alzò lo sguardo indifferente ed aprì quella porta di vetro che fece così suonare un piccolo campanellino. entrò senza spegnere la musica alle sue orecchie, cosa che infastidì il suo collega, l'avrebbe voluto salutare, anche come semplice gesto tra amici, invece minho si stava dirigendo verso la porta sul retro per mettersi il grembiule nero e rosa.

all'apparenza quel cafè sarebbe potuto passare come un qualcosa di ' hentai ' o qualcosa che centrasse con gli anime, invece era un semplice cafè che come tema principale aveva il nero ed il rosa: tavoli neri e sedie rosa, grembiuli neri con scritte rosa, muri dipinti di nero e rosa, e porta di vetro con scritte nere e rosa.

il proprietario non è che avesse così tanta fantasia ecco.

minho fece il nodo a quel grembiule che ogni giorno era sempre più sporco e spense finalmente la musica, avendo la possibilità di sentire il suo compagno parlare al telefono con qualcuno, capì fosse il loro capo sentendolo parlare in modo più formale possibile.

" che vuole il capo? "
" dice che oggi dobbiamo fare un'ordine più grande del solito, per domani dobbiamo preparare 5 torte e circa 150 dolcetti come quelli in vetrina " " ma sei serio? " " serissimo, e poi ha detto che vuole che impari a fare i frappè " " ah beh quella sarà l'unica cosa che non farò oggi, mettiamoci a lavoro " minho ed il suo collega jaemin si misero così a lavoro.

𝘀𝗶𝗰𝗸 | 𝗺𝗶𝗻𝘀𝘂𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora