d r e a m

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un silenzio straziante contornava quella stanza, le urla dei due erano l'unica cosa presente

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un silenzio straziante contornava quella stanza, le urla dei due erano l'unica cosa presente. le loro pelli sbattevano l'una sull'altra e le labbra ballavano una danza perfetta. uno era in ginocchio sul letto bianco, marcato già più volte dal suo stesso seme. l'altro stava sopra e si godeva la vista del minore affogare nei suoi stessi ansimi.

l'aria pesante, calda e dura, come la loro pelle, attraversava l'apertura del minore, ogni volta che l'altro entrava e usciva da lui. il minore urlava, piacere soltanto era il sentimento. si sentiva bene nel ricevere quelle infuocate attenzioni. il maggiore si divertiva nel vedere il ragazzo sotto di lui straziato dalle tante volte che il liquido bianco era uscito dal suo membro ancora e perennemente pulsante, voglioso di attenzioni, già ricevute.

iloro occhi si incontravano spesso, ogni volta che avevano bisogno di approvazioni e conferme. ogni volta un usciva dalle loro bocche, prima dal maggiore, successivamente dal minore, pronti a far collegare le loro labbra e dar vita a qualcosa di viscido e piacevole allo stesso tempo. il maggiore, in un attimo di pazzia, prese il collo del minore e cominciò a stringerlo, cercando di fargli provare piacere. si abbasso su di lui mentre le loro pelli ancora erano attaccate.

all'orecchio del minore vennero sussurrate frasi esplicite, caldi e accoglienti allo stesso momento. il nome del maggiore si sparse nell'aria profonda di quella stanza, senza limiti, di tempo e volume, solo il suo nome ripetuto innumerevoli volte. il maggiore non ne aveva abbastanza, il suo nome non lo voleva ripetuto, lo voleva urlato, aveva un piccolo kink.

lasciò l'orecchio del minore e con la mano prima stretta attorno al suo collo, ritornò a fare quello che aveva lasciato in sospeso. e ancora una volta il minore fu sul punto dell'orgasmo, tanto da voler urlare più forte il nome del maggiore. e per la terza o quarta volta il maggiore sorrise soddisfatto nel sentire il minore pronunciare il suo nome in un momento così intimo.

- minho - ripeteva il minore, ancora e ancora.

- m-minho - urlava poi, in preda alla voglia di far uscire il piacere dentro di se.

- minho! - ancora e ancora e ancora il suo nome veniva pronunciato.

- minho c-cazzo - la voce era sempre più alta, quasi femminile, come le curve del minore, femminili e azzardatamente sottili.

- minho ! - la voce troppo acuta, quasi non la sua, non la riconosceva più, guardò in basso, cercando gli occhi del minore, ma l'unica cosa ricevuta non furono gli occhi lucidi dal piacere di han, ma bensì luce solare, bianca, radiante e fastidiosa luce solare, che gli perforò gli occhi nel profondo facendolo svegliare dal mondo dei sogni e riportandolo alla realtà.

" minho è da quaranta minuti che cerco di svegliarti, che sognavi? dinosauri urlanti? "

minho alzò lo sguardo intravedendo l'ombra della sorella nell'atto di aprire la finestra, facendo entrare la luce nella stanza.

𝘀𝗶𝗰𝗸 | 𝗺𝗶𝗻𝘀𝘂𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora