m o r n i n g

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cosa sarebbe successo se due ragazzi apparentemente eterosessuali si trovassero nello stesso letto, appena usciti da una lunga sessione di baci, con una ragazza in piedi davanti a loro, che li fissava da lontano con uno sguardo abbastanza indecifr...

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cosa sarebbe successo se due ragazzi apparentemente eterosessuali si trovassero nello stesso letto, appena usciti da una lunga sessione di baci, con una ragazza in piedi davanti a loro, che li fissava da lontano con uno sguardo abbastanza indecifrabile sul volto?

questo nessuno lo sa, ma la situazione nella stanza 203 esattamente quella.

'

minho aveva alzato gli occhi, trovandosi davanti la figura esile del suo amato, il quale con le guance paffute stava appoggiato al cuscino  bianco, mettendo in bella vista le labbra rosse, il collo pieno di cerchietti viola e segni di denti. minho ne andava fiero, andava fiero di quella sua creazione, posata su un qualcosa di un ben presto suo, ma non così sicuramente.

che si fosse innamorato in così poco tempo? non lo sapeva, ma ammetteva a se stesso finalmente di provare un qualcosa per quel biondino che andava oltre la semplice amicizia adolescenziale.

almeno l'aveva ammesso a se stesso no? era già un passo avanti.

abbozzò un sorriso e si sporse di poco per lasciare un piccolo bacio sulla guancia del minore adesso attorno a lui. lo abbracciò ancora di più, quasi come se lo stesse stritolando, e giurò fu la sensazione più bella mai sentita in vita sua. davvero, sentiva le farfalle.

il biondino si svegliò piano, trovandosi tra le braccia di minho, nonché stranamente comodo.

anche lui sorrise al maggiore e ricordando la sera precedente, dove si erano spinti un po' più oltre, le sue gote diventarono di un colore rosato, se non rosso fuoco. possibile che un ragazzo potesse fargli provare così tanto?

si guardarono per poco, la voglia di alzarsi dal letto era tanta, e fu quello che fecero. per mano si alzarono, ma appena fatto ciò notarono una presenza indiscreta vagare gli occhi su di loro e le loro mani legate, una figura che non avrebbero mai voluto vedere, era un medico, o meglio, un'infermiera, che con la bocca aperta li fissava intensamente, se di stupore o schifo non si riusciva a capire bene, ma la bocca formava ancora una o.

" s-scusate non volevo interrompere nulla, volevo portare la colazione ad han " si guardarono tutti e tre confusi ed imbarazzati, la mora decise di andarsene lasciando l'abbondante colazione sul comodino nel biondo senza neanche aspettare risposta dai due.

questi si guardarono scioccati, per poi scoppiare a ridere

cosa c'era di divertente? forse nulla, o il fatto che la ragazza fosse imbarazzata nel vedere i due pieni di segni rossi sul collo, od il fatto che li aveva trovati da soli nella stanza, od altre tante cose

volevano ridere, ridere assieme, essere felici assieme, e lì capirono di essersi drogati, drogati dei rispettivi sorrisi.

si erano innamorati?
nah
impossibile

si guardarono per poco, prima che minho si avvicinasse al cibo che la dottoressa aveva lasciato poco prima sul comodino

lo sguardo di jisung si incupì e il suo sorriso piano piano svanì, mentre una fitta al petto si allargava sempre di più

" che fai minho? " " lo sai " " non voglio " " jisung non fare storie " " ti ho detto di no " " han jisung non farmi arrabbiare "

gli occhi di jisung si abbassarono immediatamente dall'imbarazzo, in quella frase aveva trovato un qualcosa di eccitante e nemmeno lui sapeva perché. alzò poi lo sguardo e vide minho portare il vassoio sul letto, era pieno, di  poche cose, ma pieno, ed a jisung fece schifo. ricordandosi di come fosse entrato in quell'ospedale per un calo di zuccheri e non esserci ancora uscito per un'allarme di anoressia gli fece bagnare la sua stessa guancia con la sua stessa lacrima, che però, venne fermata in tempo da una manica azzurra di una felpa calda, non sua.

minho aveva notato il piccolo, e con decisione decise di abbracciarlo, sentendosi in dovere di fare qualcosa, lui sapeva, cosa stava provando il più piccolo, e se anni prima si era ripromesso di non volere che nessuno provasse quel dolore, doveva aiutare a tutti i costi quel biondino.

jisung si scostò dall'abbraccio lentamente, non volendo bagnare la felpa  al maggiore, pronunciando parole che ferirono anche lui.

" non serve che provi pena per me minho, lo faccio già abbastanza da solo "

a minho si spezzò il cuore, le parole che jisung aveva appena pronunciato erano le stette dette da lui anni prima, mandò giù della saliva e delle lacrime amare intenzionalmente scesero dai suoi occhi color ossidiana, cosa che sconvolse il biondo. parlò piano, sibilò quasi, ma facendo sentire le sue parole al minore

" jisung " sussurrò

" i-io non provo pena per te "

jisung si schiarì la voce e si avvicinò piano al maggiore, impaurito da una sua possibile sgridata

" e allora perchè mi stai sempre addosso, perchè vuoi che mangi, perchè vuoi che io stia bene? " parlò jisung, intenzionato ad avere risposte certe dopo tanto tempo

minho ancora sull'orlo delle lacrime decise di mettere un punto alla questione, stanco dell'ingenuità del biondo

" jisung, pensavo tu l'avessi capito ma forse non è così — io, io, io lee minho, ho passato le tue stesse cose anni fa, per questo ti capisco, per questo ti voglio vicino, sano e vegeto, ormai non sei più una persona qualunque per me, non scandalizzarti se ti chiedo come stai, se stai mangiando, come ti senti, se vomiti, se svieni, se piangi: perchè tutte queste erano le uniche domande che volevo sentire

e non mentire

anche te vuoi sentirti chiedere come stai "

la bocca di jisung si spalancò, capì, capì tutto, e non voleva farlo, ma lo fece, e sospirò pesantemente facendo scontrare le loro labbra, dando vita alla grazia

trasmise amore, l'unica cosa che jisung voleva fare era trasmettere amore al maggiore, amore

quello che c'è tra di loro

amore, amore vero, quello nelle favole, che poche volte esiste davvero, ma che in quel momento provarono entrambi

si amavano, l'importante era solo accettarlo.

𝘀𝗶𝗰𝗸 | 𝗺𝗶𝗻𝘀𝘂𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora