Durante il viaggio verso casa, Jungkook rimase in silenzio, ascoltando la voce squillante di sua figlia che chiacchierava e rideva con Taehyung, seduto sul posto del passeggero, con il busto in torsione verso i sedili posteriori. Quello strano quadretto per quanto potesse sembrargli un bel momento dall'esterno, gli immetteva un'enorme ansia. In qualche modo era come se fosse tornato anni addietro, quando sua moglie era ancora viva e in salute. Sua figlia non l'aveva mai vissuta appieno come lui ma in qualche modo... sapeva che la piccola ne soffriva. Lo vedeva nei suoi occhi che gli mancava qualcosa e per quanto lui cercasse di darle tutto ciò di cui aveva bisogno, le mancava la mamma.
Quando arrivarono a casa, Dahyun non perse tempo e afferrando il modello per la mano, alzò gli occhi nei suoi, gli chiese con voce leggera ma insistente se potesse metterla lui a letto. Taehyung rimase a guardarla per qualche secondo, leggermente preso alla sprovvista da quella richiesta, prima di scuotere appena il capo e abbassarsi alla sua altezza. «Ehm... certo. Nel frattempo, tuo padre potrebbe fare il bagno così si rilassa» sussurrò appena, alzando lo sguardo sul ragazzo che era ancora in piedi davanti all'attaccapanni. «Andiamo» disse, prima di prendere la bambina in braccio e dirigersi nella sua stanza.
Jungkook sospirò, dopo aver dato la buonanotte a sua figlia, passandosi una mano tra i capelli. Quella situazione era assurda. Non tanto per come il loro rapporto era iniziato ma per l'atmosfera d'abitudine che si stava creando. Per quanto bene potesse farlo sentire, non sarebbe durata a lungo. Taehyung sarebbe partito alla fine delle feste e con molta probabilità non l'avrebbe più rivisto. Non poteva lasciare che sua figlia si abituasse alla sua presenza, per poi soffrire di nuovo per l'abbandono.
Scosse appena il capo, come a distogliersi da quei pensieri, prima di dirigersi in bagno per farsi una doccia rilassante, cercando di non rimuginare di nuovo su quella situazione.
Nel frattempo, Taehyung cambiò la piccola con il suo pigiama, mettendola a letto, rimboccandogli per bene le coperte. «Sei al caldo?» chiese poi, sorridendole, accarezzando i capelli scuri e morbidi della bambina, che lo guardava con i suoi occhioni tranquilli ed innocenti, incuranti di quanto la vita potesse essere dura e crudele. Era quello che lo affascinava dei bambini; la loro capacità di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno; la loro gioia e l'entusiasmo che caratterizzava ogni loro gesto. Non riuscivano ad essere cattivi perché non avevano ancora conosciuto la crudeltà e in un qualche modo, questo faceva sentire il modello nostalgico. Per quanto ardentemente avesse lavorato ed agognato la vita che conduceva al momento, non poteva non sentirsi malinconico verso la sua gioventù, dove poteva essere libero di... libero semplicemente di essere. Quando siamo piccoli spesso ignoriamo quanto arbitrio abbiamo. Quanta fantasia espressa. Perché ci lasciamo influenzare e accecare dalla dura realtà dell'essere adulti e ci dimentichiamo che un tempo eravamo bambini anche noi... un tempo eravamo spensierati... e quel tempo ci mancherà per il resto delle nostre vite.
Dahyun annuì, continuando a guardarlo, portando una piccola mano ad afferrargli le dita, come a trattenerlo per qualche altro minuto. «Taehyung...»
«Si?» le rispose, accarezzandole ancora i capelli, tenendole la mano, passando il pollice sul dorso morbido della più piccola.
«Vuoi essere la mia mamma?» chiese la bambina, guardandolo dritto negli occhi. Quella richiesta, pronunciata con tanta innocenza e serenità, quasi fosse una domanda da porre tutti i giorni normalmente, lo spiazzò non poco. Lo spinse dritto nella realtà del momento che stava vivendo. Stava giocando con le vite e i sentimenti di due persone che non meritavano di soffrire e questo lo faceva sentire, ancora una volta, cattivo; sbagliato; crudele... egoista. Egoismo... quella parola lo aveva perseguitato da sempre; fin da bambino. Era egoista perché rifletteva per troppo tempo prima di agire; perché aveva paura di ferire le persone con la sua impulsività; perché un giorno aveva smesso di preoccuparsene, troppo ferito dalle parole degli altri; perché un giorno aveva deciso che piangere per ciò che era in quel momento non lo avrebbe trasformato in ciò che voleva essere. Spesso durante le nostre vite dobbiamo prendere delle decisioni... dobbiamo fare delle scelte... ed una scelta preclude sempre una rinuncia. Una volta, quando era adolescente aveva letto quello che considerava il suo libro preferito: "La verità sul caso Harry Quebert". Il capitolo otto, intitolato "Il corvo", si apriva con una frase e quella frase era il suo eterno mantra: "Chi osa vince, Marcus. Pensa a questo motto ogni volta che affronti una scelta difficile. Chi osa vince". E lui aveva osato... lo aveva fatto sul serio... ma adesso... adesso cosa doveva fare?
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Don't ruin my Christmas - Vkook/KookV
FanfictionTaehyung è un modello molto famoso a Seoul che per la prima volta dopo sei anni torna dalla sua famiglia per Natale, finendo con l'incontrare la persona che gli manderà il cervello in pappa e la vita nel più completo caos. #1 in VKOOK 04/06/2022 #1...