Capitolo 13: I need you

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«Jimin, si può sapere chi è?»  la signora Kim guardava suo figlio, stretto ancora al collo di quello che per lei era ancora un completo sconosciuto ma il biondino non aveva nessuna intenzione di prestarle attenzioni. 

«Dai piccolo, basta» sussurrò Yoongi all'orecchio del suo fidanzato, cercando di farlo smettere di piangere, baciandogli poi il capo, mentre lo sosteneva per le braccia, avendo paura che se lo avesse lasciato, sarebbe caduto rovinosamente a terra. 

«Sei qui...» sussurrava Jimin, tenendo il viso sprofondato nell'incavo del collo del corvino, respirando forte il suo profumo: vischio e menta, proprio come se lo ricordava. Aveva passato ore nel suo letto, circondato da quell'odore così forte e risentirlo di nuovo fece risalire in lui una tenue sensazione di calore. «Sei qui».

Il maggiore sorrise intenerito, schiacciando la guancia sul capo del più piccolo, prima di sollevargli lentamente il volto per farsi guardare negli occhi. Quelli del piccolo erano arrossati e lucidi dalle lacrime, ma sempre del loro colore scuro e penetrante. Erano la cosa che più preferiva del suo viso. Erano sottili e non possedevano doppia palpebra, ed ogni volta che rideva si assottigliavano talmente tanto da impedirgli di vedere decentemente; cosa che francamente trovava adorabile. «Sono qui» sussurrò piano, poggiando la fronte alla sua, prima di fargli un piccolo nasino, accarezzandogli la schiena. 

«Adesso non mi stacco» sussurrò Jimin, alzando anche le gambe che portò a circondare il bacino del più grande, che lo sorresse per le cosce, sospirando, baciandogli il capo. 

«Va bene va bene» rispose il corvino, voltandosi poi verso la donna che continuava ad osservarli allibita. Insomma, un perfetto sconosciuto si era presentato a casa sua e stava tenendo in braccio suo figlio che la stava completamente ignorando; di certo non poteva starsene calma e tranquilla con un sorriso stampato sulla faccia. Allora, Yoongi si avvicinò a lei, con ancora il biondino in braccio, porgendole una mano, appena impedito. «Piacere signora Kim, mi chiamo Min Yoongi, sono il manager di Taehyung».

Mihyun gli strinse la mano con fare esitante, osservando la situazione in cui si erano ritrovati. «Sei... il manager di Taehyung» sussurrò, annuendo, cercando di fargli capire che aveva bisogno di spiegazioni per la sua evidente intimità con suo figlio minore.

«Ed i mio fidanzato» aggiunse Jimin, con ancora il capo poggiato alla spalla del corvino, prima di alzarsi appena, guardando l'altro in malo modo, colpendolo con un forte pugno al petto. «Dovevi dire prima questo!» lo ammonì con le gote rosse e gli occhi ancora gonfi.

«Si, scusa» rispose il maggiore ridacchiando, baciandogli la guancia, voltandosi poi di nuovo verso la madre del più piccolo. «Si, sono il suo fidanzato».

«E quando avrei dovuto saperlo, figliolo?» chiese con tono ironico la donna, alzando un sopracciglio in direzione di suo figlio, battendo appena il piede sul pavimento, creando dei tok davvero fastidiosi. 

Jimin si voltò lentamente verso di lei, sorridendogli colpevole. Sapeva che se c'era una cosa che sua madre odiava erano le bugie. Gli aveva sempre ribadito che non importava quanto brutta fosse la cosa che avevano fatto ma dovevano sempre dire la verità, sia lui che suo fratello. Era una donna dai mille principi e uno dei quali era che nella sua famiglia si parlasse e si chiarisse qualsiasi dilemma. «Mamma... era un pò complicato da dire... Insomma, lui non aveva mai tempo di venire e io... io non potevo lasciare la città» iniziò, facendosi mettere giù da Yoongi con un piccolo gesto della mano. «Volevo presentartelo al momento giusto e visto che è giunta quest'occasione... rimarrà con noi fino a che sarà libero» disse, con un sorriso stampato in faccia, cercando di sembrare il più felice possibile. Se sua madre lo vedeva contenta, si sarebbe addolcita... almeno era quello che sperava.

Don't ruin my Christmas - Vkook/KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora