Capitolo 18: Haeven

2.1K 123 23
                                    

«La smetti di origliare?» 

Jungkook era ancora poggiato alla ringhiera di legno di casa Kim, osservando Taehyung che teneva le mani poggiate sulla porta della camera del fratello, con il labbro inferiore intrappolato tra i denti, concentrato ad ascoltare ciò che ne stava avvenendo all'interno. 

«Zitto!» gli intimò il modello, portando una mano all'indietro verso di lui, come se stesse cercando di fermarlo dall'avvicinarsi, cosa che il corvino non stava affatto facendo. Il maggiore sbuffò, alzando gli occhi al cielo, scuotendo poi il capo, completamente scocciato dal solito comportamento impiccione e prima che l'altro potesse continuare ad immischiarsi in fatti che non erano suoi, lo afferrò per i fianchi, tirandolo via e schiacciandoselo contro. 

«Ehi!» rispose il castano a quel gesto, voltando appena il capo verso di lui, prima di mettere su un piccolo broncio capriccioso, guardandolo come un bambino di quattro anni al quale viene tolto il suo giocattolo preferito. «Avranno fatto pace?» chiese, poi, poggiando la nuca sulla sua spalla, mentre l'altro gli stringeva la vita tra le braccia, respirando il suo profumo dolce e vanigliato. «Penso proprio di sì...» rispose dunque il corvino, baciandogli un piccolo tratto della sua morbida epidermide. «Ora possiamo andare, ficcanaso?».

«Va bene» rispose l'altro sospirando, voltandosi nella sua presa, guardandolo negli occhi, osservando il colore intenso delle sue iridi. Erano così scure e profonde... ogni volta che le guardava si sentiva cadere nell'oblio più totale della sua mente: niente ricordi, niente pensieri, niente preoccupazioni. Solo un mondo nuovo di desiderio e calore. Solo quella sensazione dell'essere arrivati nel luogo che si è cercato per tutta la vita. Solo... Jungkook. 

Pensare in questo modo non era per niente tipico del Taehyung che qualche settimana prima era giunto a Daegu con l'unica intenzione di passare in qualche modo le vacanze natalizie, nell'attesa di riprendere a lavorare nella sua grande città. Si era reso conto che quei giorni passati con il maggiore lo stavano lentamente cambiando; plasmandolo in qualcosa che non sapeva ancora riconoscere. Spesso si chiedeva se guardandosi allo specchio sarebbe stato capace di ritrovare sé stesso o se semplicemente... si sarebbe ritrovato a fissare negli occhi uno sconosciuto. Ma probabilmente... un sorriso gli avrebbe tagliato la faccia e con sua immensa sorpresa... avrebbe capito che l'immagine riflessa dall'altra parte di quella superficie di vetro... era esattamente la persona che doveva essere... una perfetta unione del suo passato e del suo presente... una semplice fusione tra ciò che era e ciò in cui Jungkook lo trasformava. E a dirla tutta... quell'idea non lo turbava affatto. Anzi, lo calmava... come se fosse appena stato salvato da morte certa... come se fosse stato recuperato dalle acque torrenti di un fiume in piena; finalmente a riva.

«Cosa facciamo adesso?» sussurrò poi, deglutendo appena per inumidire la sua gola, appena seccata da tutti quei pensieri che arrivavano senza il suo permesso ogni volta che anche solo percepiva il profumo del più grande che in tutta risposta, gli regalò uno di quei sorrisi sinceri che da tempo non gli vedeva stampato sul volto. «Che ne dici se andiamo a fare una passeggiata ai mercatini? Domani è capodanno quindi manca poco alla fine della loro esposizione» propose dunque Jungkook, togliendogli qualche ciocca di capelli dal viso.

«Mercatini di Natale?» chiese il castano ridacchiando. «Non ne vedo uno da quando ero piccolo» continuò, attorcigliandosi una ciocca di capelli scuri dell'altro intorno all'indice. Jungkook sorrise in risposta, prendendogli la mano e trascinandolo con sé giù per le scale, facendo sorridere il modello che non potette evitare di sentirsi riscaldare il cuore dalla naturalezza con il quale l'altro lo guidava mano a mano nella sua vita, facendogli conoscere le sue abitudini; ciò che adorava fare, ciò che odiava... era come se gradualmente gli stesse facendo risalire le scale del suo animo. Una cosa che, Taehyung ne era certo, il più grande non lasciava fare a nessuno da molto tempo. Forse la consapevolezza di avere sulle proprie spalle una responsabilità tanto grande lo destabilizzava oppure, semplicemente, anche lui si stava perdendo tra i corridoi della sua testa, aprendo porta fino a quel momento lasciate chiuse e che stavano facendo scivolare fuori una miriade di nuove possibilità.

Don't ruin my Christmas - Vkook/KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora