7: é stata colpa mia

211 9 24
                                    

Di colpo mi sveglio, e inizio a respirare velocemente.
Guardo distrattamente l'orologio, sono le 4:30.
L'aria continua ad entrare nel mio corpo facendomi aumentare l'ansia.
Non so davvero più che fare, immagini confuse iniziano ad apparire nella mia testa, non so cosa rappresentino, ma di certo non mi fanno stare bene.

Niall si sveglia, mi vede, e corre subito da me.

"Sophie, calma" mi dice.

"Cerca di respirare, tranquilla ci sono io qui."

Cerco di fare quello che dice e  pensare ad altro, ma non ci riesco.

Niall mi prende la mano, e cerca di tranquillizzarmi.

"Respira"  mi ripete.                     

Io ci provo, ma non faccio che inghiottire più aria, e la cosa fa solo aumentare il panico.                   
La mia mano è stretta forte dalla sua, in modo rassicurante, ma ancora non riesco a calmarmi.  Inizio a ricordare cose terribili, i miei che litigano, mio cugino che viene bullizzato, mia madre che cade dalle scale, io che mi spacco un piatto in testa a causa della rabbia.

Poi mi ricordo di quella calda sera di mezza estate, ero insieme alla mia migliore amica, stavamo tornando a casa dopo una cena fatta in pizzeria con i suoi.                                                 Noi eravamo un po' più avanti rispetto a loro, i quali stavano ancora scendendo dalla macchina. 
Ad un certo punto un uomo incappucciato spunta da dietro un albero, era armato, non ricordo se avesse in mano un pugnale o qualcos'altro, so solo che lo ha puntato addosso alla mia migliore amica, urlandole di darle tutto ciò che aveva, borsa, occhiali portafoglio.                               
Lei si rifiutò, e lui le graffiò la faccia con l'arma che aveva in mano.                    L'uomo poi scappò, perché aveva visto i suoi genitori arrivare, ma io non smetto di pensare che tutto ciò che è successo è stata colpa mia.                                                                                                                    Sarei dovuta intervenire, avrei dovuto fare qualcosa, qualunque cosa.            Invece non ho fatto assolutamente niente.

"Sophie, dimmi cosa c'è che non va, non riesci a calmarti, parlami" mi dice Niall.

Continuo ad ignorarlo, non lo faccio apposta, ma non riesco a calmarmi, vorrei vomitare, ho troppa ansia.

"Sophie guardami."

Mi prende il viso tra le mani, e mi guarda negli occhi. 

"Sophie, guardami" mi ripete con calma.

Io lo faccio, lo guardo negli occhi, e questi, blu e profondi, riescono a rassicurarmi.

Scoppio a piangere.

"E' colpa mia Ni, è tutta colpa mia" dico tra le lacrime e i singhiozzi.

"Sophie, cosa è successo, ti prego dimmelo, voglio aiutarti"

"E' tutta colpa mia, non doveva succedere" continuo io.

"Se non vuoi dirmelo adesso non ti obbligo, ma se vorrai parlare sappi che io ci sono."

"Scusa Nialler, adesso ti spiego, se ce la faccio" singhiozzo.

Dopo essermi calmata inizio a raccontare tutta la storia di quella notte, ci sono dei momenti in cui, presa dalla storia, ricomincio a piangere.        In quei momenti la mano di Niall stringe forte la mia, dandomi sicurezza e calmandomi.

"Non è stata colpa tua, non colpevolizzarti" mi dice dopo che io ho finito di raccontare.

"Si invece, potevo benissimo correre a chiamare aiuto, oppure cercare di aiutarla"

"Non è vero, non avresti potuto fare niente, probabilmente avresti solo peggiorato le cose."

"Ma..."

"Niente ma" mi interrompe serio, "Mi dispiace tantissimo per quello che è successo, ma non è stata colpa tua"

"Grazie" dico.

"Per cosa?"

"Per tutto; in questi anni, quando succedevano cose come queste, non riuscivo a calmarmi, accendevo la luce e camminavo velocemente per la stanza, sperando che la luce potesse tranquillizzarmi.  Ascoltavo la musica, leggevo, guardavo un film, ma niente riusciva a far smettere quei maledetti attacchi di panico. Poi sei arrivato tu, con il tuo zaino hai varcato quella porta, e ti sei messo a mia disposizione, sono passati solo 2 giorni, ma mi hai già cambiato la vita, quindi è per questo che ti ringrazio, per non avere ancora mollato."

Niall mi guarda, poi mi abbraccia stretto, cercando di farmi capire cose che non riesce a dirmi.

"Ti ringrazio anche io, perché mi fai sentire apprezzato, e non inutile. So che con la mia musica ho aiutato un sacco di persone, me lo ripetete sempre, ma non mi è mai sembrato di fare qualcosa di concreto. Tu mi stai aiutando a stare meglio con me stesso, perché tutte le volte che mi ringrazi il mio cuore fa una capriola, e inizio a rendermi conto di quanto la mia presenza, o la mia musica, possa essere importante per una persona" mi dice quasi tra le lacrime.

Con una mano gli accarezzo la schiena, mentre con l'altra i suoi morbidissimi capelli, vedere Niall così fragile e sensibile mi spaventa, ma allo stesso tempo mi mostra una parte di lui che avevo solo ipotizzato.

Do un'occhiata veloce alla sveglia, e mi accorgo che sono le 5:20.

"Niall è tardissimo, torniamo a letto? Sono stanca" dico.

"Si è meglio, vuoi che rimanga qui con te?" mi chiede.

"Si per favore"

Ci mettiamo entrambi sotto il piumone, poi mi abbraccia stretto, tra le sue braccia mi sento al sicuro, così, dopo poco, ci addormentiamo.

Heyyy, scusate il ritardo, non ho fatto apposta.
Capitolo per me molto importante, spero che vi possa piacere.
Sophie si sveglia nel cuore della notte, a causa di un attacco di panico, e Nello cerca di aiutarla.
Lei inizia a raccontare un ricordo che la fa sentire maledettamente in colpa, anche se in relatà lei non centra niente.
Spero davvero che il capitolo vi piacciaaaaaa.

Lots of love

Giulia

PromettimeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora