11: Adesso e sempre

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Nella stanza c'è silenzio, un fastidioso e opprimente silenzio.  Liam e Louis guardando a bocca aperta Niall, poi me. Sembrano avere un conflitto interiore, fino a quando, con tutta la semplicità del mondo Liam dice:

"Beh, congratulazioni amico mio!" poi gli da una pacca sulla spalla.

"Già, siamo fieri di te, anche se potevi dircelo eh?" aggiunse Lou.

Io guardo la scena, e solo ora mi rendo conto di quanto siano belli insieme. Certo non sono al completo, ne mancano 2, ma l'idea che quei 3 insieme abbiano passato tanto di quel tempo a combinare disastri, a cantare e a divertirsi, riempie il mio cuore di una strana sensazione.

"Dai vieni qui!" mi dice Louis, invitandomi nel loro abbraccio di gruppo.

Io mi unisco, e mi sento protetta e a casa.

"Beh! Facciamo un giro della città?!" chiese Louis.

"Non è meglio se riposi?" disse Liam.

"E dai mamma! Sono anni che non ci si vede" continua il primo.

Liam sembra leggermente offeso, poi mi guarda e dice rivolgendosi a me:

"Tu che vuoi fare?"

"Quello che preferite" rispondo con noncuranza.

"Yuppi!" grida Lou felice come un bambino.

Sorridiamo tutti, poi Liam apre la porta del bar e esce, seguito da Louis. Sto per unirmi a loro, ma Niall mi prende il braccio e mi fa voltare verso di lui.

"Sicura che ti va? Possiamo fare qualcos'altro se vuoi" mi dice.

"No, tranquillo, a me va bene" rispondo con un debole sorriso.

"Sicura, se non sei d'accordo possiamo benissimo..." ma non fa in tempo a finire la frase, perché faccio unire le nostre labbra, cercando di tranquillizzarlo.

"Sicurissima" dico prima di girarmi ed uscire dalla porta.



La città oggi non è molto movimentata, così per noi è facile girare senza incontrare troppi fan.

Io e i ragazzi passeggiamo per i parchi, e loro mi fanno un sacco di domande sull'Italia, molte delle quali riguardano solo stereotipi.

"Ma è vero che mangiate la pizza un giorno si e uno no?" mi chiede Liam.

"No lee, non è vero"

"Realmente siete tutti mafiosi?" mi domanda Louis.

"Stai dando della mafiosa alla mia ragazza?!" chiede Niall con voce acuta.

"Ni sai bene che non intendeva quello", dico ridendo, "E no, Lou, questo non è vero".

"Però sono sicuro che tutte le settimane vi recate a Roma e cantate l'inno nazionale!" esclama Liam.

"Ma siete tutti impazziti oggi? Non siamo così nazionalisti!" grido ridendo, e alzando le braccia per aria.

Il resto della giornata lo passiamo passeggiando per le strade di Torino e mangiando gelato poi, tornati alla clinica, io e Niall ci separiamo dagli altri 2, che alloggiano in un hotel.

"Hai sonno?" mi chiede il mio ragazzo, vedendomi sbadigliare.

Io annuisco.

"Dai, vieni qui a letto, infondo è mezzanotte passata."

Insieme ci mettiamo sotto le coperte, poi Niall spegne la luce e mi abbraccia.

"Notte Sophie, ti amo"

Sebbene non dovrebbe farmi strano sentirlo pronunciare quelle parole, in me si scatena lo stesso qualcosa, e un'esercito di farfalle inizia a vagare nel mio stomaco.

"Notte Ni, ti amo anche io, adesso e sempre"


Heyy, mi avete convinta, continuo a scrivere, anche perchè questa storia è diventata  un'obbiettivo che voglio portare a termine.
Allora so che il capitolo è a dir poco orribile, ma non sto proprio benissimo.
Domani correggerò eventuali errori, sperando di stare meglio.
Comunque, oggi i nostri bimbi e Sophie sono andati in giro per la città e hanno affrontato un po' gli stereotipi che gli stranieri hanno sull'Italia.
Che succederà nel prossimo capitolo?
Boh

Lots of love

Giulia

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