Sono le 9 nove di sera e io sono sdraiata sul letto della mia camera, guardando il soffitto.
Dalla finestra aperta riesco a sentire i rumori delle macchine che sfrecciano nel traffico della sera, probabilmente dentro qualcuna di esse ci saranno persone dirette al ristorante, altre al cinema, mentre altre potrebbero contenere famiglie che tornano a casa dopo una giornata entusiasmante, o dopo una di lavoro.
Mi piace immaginare quello che fanno le altre persone, mi sembra di essere un'osservatrice esterna che sa tutti i dettagli delle vite altrui.
La clinica in cui mi trovo è molto vicina a Torino, così tutti i giorni passano di qui centinaia di persone dirette nella grande città, e io posso osservarle tranquillamente, pensando a come potrebbe essere il loro carattere.
Dal tetto dell'edificio si riesce a vedere la mole di Torino, col tramonto è molto bella, mi da un senso di pace, non di felicità e di certo non mi fa sentire a casa, ma mi trasmette un po' di serenità, anche se solo per qualche secondo.
Stamattina l'infermiera Samanta, una ragazza sui 22 anni, alta e magra, con la pelle pallida, i capelli castano chiaro che sfumano sul biondo e 2 occhi anch'essi castani, mi ha chiesto se ricordavo qualcosa che avevo fatto, vissuto o anche visto in TV, che mi aveva resa felice.
Le raccontai che qualche anno fa mi ero appassionata agli One Direction e non avevo più smesso di ascoltari. Le spiegai anche che quando qualche mio amico o parente commetteva l'errore di chiedermi un'informazione su di loro non smettevo più di parlare, iniziavo col spiegare come si erano messi insieme, poi continuavo maledicendo Simon, e finivo piangendo mentre parlavo dell'abbandono di Zayn e della loro pausa.
Sorridendo mi chiese se avessi mai pensato di ricominciare ad ascoltarli, visto che mi avevano sempre fatta sentire bene.
"Il punto è proprio questo" le risposi "Io non ho mai smesso di ascoltarli, solo che non mi fanno più lo stesso effetto, non mi sento più a casa".
Mi disse di non preoccuparmi e di fidarmi di lei, perché tutto si sarebbe sistemato.
Sinceramente io non so più a chi credere, mi sembra di essere in un universo parallelo, la mia vita si svolge lontano da quella delle altre persone, e questo ogni tanto non mi dispiace, perché avere uno spazio tutto per se è bello e rilassante.
Ma a volte mi viene da pensare che nella mia vita non ci sia niente di vero, che sia tutto finto e ideato per mettermi alla prova.
Ormai sono le 10 e tutto nella clinica tace, così mi metto il pigiama e mi siedo alla scrivania.
Prendo gli auricolari e li attacco al telefono, per fare poi partire una delle mie tante playlist.
Subito le note di "Defenceless" mi entrano nelle orecchie, mentre io decido di scrivere un po', non fan fiction o robe simili, ma la mia giornata.
La scrivo su un'agenda che mia madre mi regalò quando io entrai qui, mi disse che potevo utilizzarla per parlare delle mie giornate, o di quello che mi piaceva di più, così non mi sarei annoiata.
Meno male che mi conosce, perché senza questa non avrei saputo cosa fare e avrei passato la maggior parte del tempo sui social, senza mai alzarmi dal letto.
Scrissi tutta la sera, parlai della mia giornata, delle persone che avevo guardato dalla finestra della mia camera e delle azioni insolite che avevano fatto, raccontai che oggi Torino era più rumorosa del solito, anche se non sapevo il perché, scrissi così tanto che quando finii era mezzanotte passata.
Una volta spento il telefono chiusi la finestra e mi sdraiai sotto le coperte.
Prima di addormentarmi però, pensai a ciò che avevo detto all'infermiera e mi convinsi di una cosa, io volevo tornare a casa, anzi dovevo, per me e per loro.
Heiiiiii, eccoci qua con il secondo capitolo! Mi rendo conto che non è perfetto, ma è solo il secondo.
Vi ripeterò all'infinito che questi capitoli servono solo come introduzione e che la storia vera e propria inizierà fra poco.
Domani non so se riuscirò a pubblicare, perché tornerò a casa tardissimo, ma ci proverò.Lots of love
Giulia
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Promettimelo
FanfictionUna ragazza di nome Sophie è entrata in depressione e dopo tanti anni non riesce più ad essere felice. Riusciranno i suoi idoli a farla tornare alla normalità? O sarà lei ad aiutare loro?