8: si torna a "casa"?

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Sono passate 2 settimane da quando Niall è venuto alla clinica, e ormai averlo qui con me sembra normale.

Tutte le mattine mi sveglio tra le sue braccia, e un po' sorrido vedendolo addormentato, con gli occhi chiusi e la faccia da cucciolo.

Spesso  si accorge del fatto che lo sto fissando, e sorride, poi mi abbraccia più forte e mi chiede che ore sono, lo fa tutte le volte.

La vita qui con lui è diventata una sorta di routine:                                                      con riluttanza ci alziamo, andiamo a fare colazione, torniamo in stanza e cerchiamo altri ricordi felici da appendere nella stanza, ogni tanto parliamo anche un po'.

Mi ha raccontato di quando andava con i ragazzi nella piscina dell'hotel e si divertivano come pazzi, mi ha anche detto che una volta erano andati in un club e avevano un po' esagerato con l'alcol, e il giorno dopo dicevano cose come "Ma perché la moto si mette in macchina ma la macchina non si mette in moto?".

Mentre lo raccontava è scoppiato a ridere, nella sua risata fragorosa e contagiosa, così carica di felicità da far sorridere anche i depressi, cosa che è riuscito a fare anche quella volta.            Ricordo di aver sorriso forse per la prima volta dopo 3 anni, mi sono sentita libera, felice, anche se per poco.

Dopo pranzo di solito guardiamo un film, oppure uno dei loro vecchi concerti, come band o come solisti.

Mi è capitato di piangere durante la replica di qualche concerto, Niall sorrideva, perché sapeva che piangevo come farebbe qualsiasi fan a cui mancano i suoi idoli.

Alla sera poi, dopo aver cenato, normalmente mi racconta di alcune città in cui è stato durante i tour, e di alcune abitudini strane che hanno gli abitanti.

Una volta mi ha raccontato di quando è stato in Irlanda con i ragazzi, ha detto che era felicissimo di esibirsi lì.                                                                                                                                                                     Mi ha raccontato un sacco di cose sull'Irlanda, mi ha descritto la casa in cui abitava da bambino, la sua scuola, il carattere dei suoi genitori, mi ha detto che lì c'è verde dappertutto, mentre in Inghilterra le città sono molto più urbanizzate.

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Anche questa mattina la sveglia delle 7  mi riporta alla realtà.

"Spegni sta roba" mi dice Niall.

Io lo faccio, ma non mi alzo dal letto, sono troppo stanca.

Nello mi tira più a se, e rimaniamo un po' sotto le coperte al calduccio.

"Dobbiamo alzarci Ni" dico dopo un po'.

"Lo so, sennò la caffetteria chiude" mi dice ridendo.

"Già il cibo è sacro" rispondo.

Con riluttanza ci alziamo, e uno alla volta andiamo in bagno a cambiarci, mentre mi allaccio le scarpe Niall fa il letto, poi ci dirigiamo verso la caffetteria, per fare colazione.

"2 cappuccini, una brioche al cioccolato e una vuota, grazie" dico al barista.

"Ecco a lei" mi dice porgendomi un vassoio con la nostra colazione sopra.

Vado al tavolo in cui si è seduto Niall e iniziamo a mangiare.

"Cosa vuoi fare oggi?" mi chiede.

"Ti dirò la verità, ho una gran voglia di pizza, vorrei chiedere al cuoco se può farcela stasera" dico.

"Ma se andassimo in pizzeria? Tanto puoi uscire di qui."

"Realmente?" rispondo.

"Si, voglio dire, solo se ti va" mi dice, sembra, non so, imbarazzato?

"Certo che mi va, solo che, beh mi fa starno uscire"

E il premio Nobel per la miglior bugia inventata sul momento va a... Sophie!

"Okay, stasera andiamo a mangiare una pizza, ma adesso corriamo in camera, l'operazione 'Aiuto Sophie' sta per passare alla fase 2" mi dice.

"Okay... Adesso mi fai paura."

"Ma no, io?" dice facendo gli occhi da cane bastonato.

"Si tu" rispondo.

Finito di mangiare torniamo in camera, poi Niall tira fuori il telefono e lo mette di fianco a me, sul letto.

"Vuoi farmi vedere delle prove Larry? Guarda che le so già tutte." 

"No, quelle un'altra volta" mi risponde con un sorriso maligno.

Apre youtube, digita One Direction, poi mi guarda e dice:

"So che non sarà facile, ma cerchiamo di tornare a casa okay?"

Schiaccia play, e le note di what makes you beautiful escono dal suo cellulare.

La canzone inizia, ma non mi suscita nessuna emozione.

Arriva il ritornello, ancora niente.

La fine, uguale a prima.

Poi parte Drag me down, poi Infinity, a seguire Strong, poi fool's Gold, ma niente, non mi fanno provare niente.

Dopo un tot di canzoni parte Little Things, che è sempre stata la mia preferita, non che le altre non siano stupende ovvio, ma quella è sempre stata una sorta di promemoria per me, mi ricordava di trattarmi bene, di smetterla di criticarmi e di farmi del male.

Quando arriva la parte di Nello sorrido, poi grido "You Sing" insieme a lui, la canzone finisce ma, quando questo accade, in corpo ho ancora l'adrenalina che solo loro riuscivano a darmi.

Lui mi guarda, sorride a sua volta, poi dice:

"Credo che per oggi possa bastare."

"Decisamente" rispondo.

Ma dentro di me sapevo di avercela quasi fatta, quell'emozione forte che provavo ogni volta che partiva una loro canzone aveva ricominciato a scorrere nelle mie vene, dandomi un po' di energia, di carica.

E tutto ciò lo dovevo solo a lui, a Niall Horan.

Heyyy, scusate l'orario, non sono riuscita a scrivere prima.
Scusate anche se ieri non ho pubblicato, ma non stavo benissimo.
È una settimana da quando ho pubblicato il primo capitolo!
Allora, oggi Sophie ci ha raccontato della sua routine con il nostro Nello, e poi ha ricominciato a sentire l'energia che solo una volta i suoi idoli riuscivano a trasmetterle.
Spero che il capitolo vi piaccia!

Lots of love

Giulia

PromettimeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora