3: scusate, ma non posso fare finta di niente

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Sono avvolta al calduccuio nelle lenzuola morbide, quando un rumore fastidioso, mi arriva alle orecchie.

All'inizio è solo percepibile, come se provenisse da lontano, ma dopo poco mi accorgo che quel rumore non è altro che la mia sveglia.

La spengo, poi mi alzo e mi dirgigo in bagno.

Oggi, dopo colazione, devo andare dal mio psicologo, Mattia Squaglia, per parlare un po', così mi vesto ed esco per dirigermi al bar.

Mentre cammino per i corridoi incontro persone di ogni tipo: infermiere, dottori, psicologi, ma anche pazienti, genitori o parenti in visita.

Vedo perfino alcune faccie impaurite, che molto probabilmente appartengono ai nuovi arrivati qui nel centro.

Finalmente entro nel bar, e dopo essermi seduta, ordino un cappuccino, una brioche e una bottiglietta d'acqua.

Pur non essendo in ospedale, ogni tanto passa di qui qualche dottore, che non si astiene mai dal farci ramanzine sul nostro modo squilibrato di mangiare.

Oggi però sarà una giornata abbastanza difficile, quindi ho deciso di voler partire col piede giusto, almeno nel mio piccolo provo a migliorare.

Finita la colazione esco dal bar e prendo le scale che portano all'ufficio del dott.Squaglia, che come ho detto prima, è il mio psicologo.

Arrivo davanti alla porta giusta giusta, infatti non faccio in tempo a sedermi in sala d'attesa che già Squaglia è uscito dal suo studio e, con un sorriso radioso, mi fa cenno di entrare.

Una volta dentro mi accomodo su una delle sedie rilegate in pelle davanti alla sua scrivania e aspetto che inizi a parlare.

"Ciao Sophie, sono 2 settimane che non ci vediamo, come stai?".

Quanto odio questa domanda, è così formale, alla gente non importa mai in realtà ciò che hai da dire, e poi, se sono ricoverata qui come vuoi che stia?

"Bene" risposi con idifferenza, anche se non stavo di certo dicendo la verità.

"Novità?" continuò lui.

"No, il solito" dissi.

"So che ieri hai parlato con Samanta, l'infermiera, ti ha fatto piacere?"

Che domanda è? Adesso dovrei essere grata a tutti solo per aver scambiato 2 parole con una tipa che lavora qui?

"Si, ma non abbiamo detto niente di che, mi ha fatto solo 2 domande" dissi, dal mio tono di voce si poteva percepire la rabbia che cresceva, anche se questa non era ancora così evidente.

"E di cosa avete parlato?" mi chiese Squaglia, o Mattia, come preferite chiamarlo.

"Scusi, ma non dovrebbe saperlo di già? Infondo mi ha appena detto che Samanta le ha riferito della nostra conversazione" eccolo qui, il mio maledetto modo di interagire con le persone che vorrebero solo aiutarmi, non so cosa scatti sempre dentro di me, sarà che dopo anni di cadute non ho solo perso la voglia di rialzarmi, ma anche la pazienza.

"Sai vero che prima o poi dovrai ricominciare a fidarti delle persone? Non puoi rimanere così per sempre".

Certo che lo so, ma a volte è più facile fingere che da una condizione del genere non ci si possa riprendere, sono così stanca di combattere.

Non risposi, mi limitai a guardarmi le scarpe, vergognandomi della mia ridicola posizione.

"Davvero, mi scusi" incominciai a dire, "Non so cosa mi prenda, ma lei non può immaginare cosa voglia dire perdere la fiducia in tutto. Quando la vita ti scivola dalle mani non hai mai la forza di reagire, e per quanto i tuoi amici, o le persone che ti hanno sempre aiutato, cerchino di farti capire che tutto ciò è solo nella tua mente, tu inizi ad isolarti, ti nascondi dietro sorrisi finti, cerchi di apparire sempre felice, anche se non lo sei, e quando arriva il giorno in cui non credi di farcela davvero più, basta una goccia per far traboccare il vaso, per farti cadere e farti rimanere li, a terra. Nessuno è in grado di aiutarmi, questa è una lotta che devo combattere da sola, contro me stessa.
Se poi, un giorno di questi, incontrerò qualcuno che non si arrabbierà mai, che non mi farà pesare tutti i miei sbagli e che mi sosterrà sempre, forse la guarigione potrà accellerare. Ma fino a quel momento, perdoni la schiettezza, né lei né nessun'altro sarà in grado di aiutarmi ad uscire da questa situazione, perché io non mi sento affatto pronta ad affrontare  il mondo per la milionesima volta".

Heiiii, eccoci con il capitolo 3!
Oggi la nostra Sophie si è decisamente sfogata!
Dai prossimi capitoli ci saranno un sacco di sorprese, fidatevi!
Questo l'ho scritto abbastanza velocemente, quindi scusate se è corto o se non e un granché.
Comunque, ci vediamo al numero 4!

Lots of love

Giulia

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