Capitolo 20- il ritorno di Elisabet.

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NARRATORE
Melanie girovagava per la stanza cercando di capire come avrebbe dovuto reagire a quella notizia.
Doveva essere arrabbiata? Delusa? Entusiasta? Felice? Triste? Gioiosa?
Non sapeva nemmeno cosa dire quando Elisabet avrebbe varcato la sogliola di casa Horan, in Inghilterra, per la prima volta e, molto probabilmente, non ultima.
Si chiedeva se dovesse chiamarla, ma poi a che serviva? Doveva per forza stare male?
E magari Elisabet non era tornata per la sua migliore amica, magari voleva solo il riccio.
Il fatto stava che lei non ce la poteva fare, uscì e chiamò l'unica persona che in quel momento poteva farla stare bene: Brad.
Brad era un ragazzo qualsiasi arrivato da qualche anno a Londra per studiare ingegneria meccanica. Aveva capelli color rame, occhi color morte, lentiggini che gli ricoprivano gli zigomi e un piercing a forma di anello al sopracciglio destro. Lui e Melanie si erano conosciuti per caso:
lei stava cercando di sistemare uno stupidissimo chiodo in casa Jeffries, per costruire la casetta in legno per il bambino dei vicini, quando, per poco, non iniziava a sclerare, fortunatamente Brad arrivò in tempo e riusciva a evitare che Melanie facesse altro caos.
Era arrivato così per puro caso e, con tutto il bene che Melanie potesse avere per una persona che l'aiuta, l'aveva mandato al diavolo.
Così lui costruiva la casetta mentre lei gli portava gli attrezzi, era stato un gioco di squadra e Melanie decise di darli la metà dei soldi che aveva preso.
"Melanie?" Chiese il ragazzo dall'altra parte
"Si, Brad, sono io."
"Hai bisogno?"
"Ti ho disturbato?" La ragazza non si era preoccupata molto dell'orario, tant'è che l'aveva disturbato mentre era intento a stare attento alla lezione.
"Sto facendo lezione, posso chiamarti dopo?" Gli dispiaceva assai lasciarla andare, ma non poteva perdere una lezione.
"No va benissimo."
Così Melanie riattaccò pensando a chi potesse chiamare.
Un nome le apparve in mente: Dave.
Cercò il suo numero tra tutti quelli che aveva salvato, lo selezionò e gli mando un messaggio:
•Da: Melanie
A: Dave :))
'Hey :) disturbo?'•
Mise su "don't stop" dei five second of summers.
•Da: Dave :))
A: Melanie
Hey piccola Horan :) no affatto, tutto bene? Dopo quella sera non ti sei mai fatta più sentire, pensavo non ti fossi più fatta viva :')•
Melanie sorrise per quanto fosse quel ragazzo dai capelli marroni e gli occhi azzurri come l'oceano.
• Da: Melanie
A: Dave :))
Ma figurati! Manchi un mondo ;). Ma si tutto bene dai, te? Quando verrai a trovarmi?•
• Da: Dave :))
A: Melanie
Si si, tutto bene. Ma quando vuoi! Basta che mi scrivi :))•
Melanie bloccò lo schermo del telefono e iniziò a leggere il libro che gli aveva regalato Brad non sapendo cosa regalarle per il fatto che l'aveva aiutato a cucinare.
'Uno splendido disastro'
Così si chiamava il libro e lei si era rispecchiata nell'ultimo aggettivo.
Aveva letto solo le prime due parole quando il campanello suonò e la costrinse a scese.
"Arrivo" urlò lei per farsi sentire onde evitare che la persona non suonasse ancora.
Aprì la porta e il sorriso che aveva prima scomparve dal suo viso lasciando un odio, o forse solo arrabbiatura, nei suoi occhi.
"Melanie." Una ragazza con dai capelli color pece e gli occhi color petrolio stava ferma davanti alla porta con un sorriso sulle labbra colorate di rosso.
"Elisabet" Melanie si appoggiò alla porta color legno incrociando le braccia e fissando ogni singolo suo cambiamento, dalle scarpe con il tacco, i pantaloni stretti con gli strappi, la maglia squallidamente scalvata, una felpa di jeans e il trucco troppo accentuato.
" Che ci fai qui?" Melanie la fissò aspettando una risposta.
" Posso entrare?" La Horan fece spazio a Bet che entrò fissando le pareti piene di foto.
Bet si sistemò i capelli e fissò la ex-migliore amica per poi parlare: "Tutto bene?"
"Elisabet arriva al punto per favore che non ho voglia di sprecare una giornata intera."
Disse lei scocciata.
"Ora sarei un disturbo?" Chiese la mora che si sentiva ferita dalle parole della ragazza che stava chiudendo la porta.
"Te ne vai, non rispondi ai messaggi, mi scrivi quella benedetta lettera- si fermò un attimo e si ricordò ciò che le diceva la: "Cara Melanie,
Sono qui, davanti a uno stupido foglio bianco in cerca di parole che nemmeno trovo. Vorrei poter tornare indietro e rivivere tutte le emozioni provate con te, le risate, i disastri, i pianti, gli abbracci e le parole sussurrate.
Vorrei poter tornare li guardarti e abbracciarti. Vorrei tornare li e rimanere per sempre con te. Ma non si può. Ho preso una nuova strada. Non sai quanto sia difficile per me dire tutto questo, dopo tanto tempo che ti conosco, ma devo farlo, per me e per te.
Ora questo foglio è pieno di mille parole magari insensate, magari significative. Ora, non posso tornare indietro, non posso perché mi è voluto un mondo per decidermi se scriverti o meno, così l'ho fatto.
Mel, addio.
Questo non è un arrivederci o un ciao come le altre volte. Questo è un addio e deve essere tale.
Addio Melanie." Si ricordò del fatto che lei le aveva detto addio e non doveva essere un semplice ciao, si ricordò quanto male le fece- quella benedettissima lettera per cui sono stata male e ora pretendi di essere la principessa che ritorna come se non fosse successo niente? Eh no, Elisabet, no! Non puoi pretendere che tutti cadano ai tuoi piedi solo perché ti vesti così, con me non funziona. E sappi, che hai sbagliato, perché io potevo aiutarti."
Gli occhi di entrambe erano sul punto di cacciare fuori tutte le lacrime, ma Melanie si riprese in tempo, al contrario di Bet le cui guance erano rigate da lacrime amare.
"Ora se non ti dispiace- disse aprendo la porta- avrei delle cose da fare."
Così Bet, uscì correndo con le lacrime che continuavano a scendere.
Forse Melanie era stata un po' troppo dura con Bet, ma era stata giusta, doveva stare bene e con Bet non poteva stare bene.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
" Quindi credi che sia giusto?" Chiese il ragazzo con i capelli color rame dinanzi a lei. " Dico il tuo comportamento nei confronti della ragazza." Aggiunse poco dopo aver preso un sorso dal suo frappé alla crema.
" Penso di si. Mi ha fatto stare male e ora si merita ciò che ha fatto a me."
Melanie era presa dalla rabbia e, probabilmente, se le avrebbero fatto la stessa domanda qualche altro giorno dopo lei avrebbe risposto che aveva sbagliato.
" Melanie, ragiona per una volta, lei in fondo è tornata."
" Si ok, ma non può tornare così all'improvviso e pensare di essere ancora mia amica dopo non essersi fatta viva per molto tempo."
" Magari si è pentita"
Melanie sbuffò e si appoggiò pesantemente contro lo schienale della sedia di legno.
Non capiva perché fosse tutto così difficile, peggio di ciò che succede in una sit-com.
" Lo so però...."
" Però niente- iniziò lui fissandola severo- devi capire che le persone sbagliano, e tu devi perdonarle.
Quante volte Bet..."
" Elisabet" lo corresse lei.
Lui alzò gli occhi al cielo sospirando e pensando che quella ragazza doveva prendere dei tranquillanti a volte.
" Quante volte Elisabet- sorrise dopo aver pronunciato quel nome- ti è stata vicina per tutto? È..? Se per caso faccio qualcosa di sbagliato che fai? Ti arrabbi e mi tratti come lei?"
Uscirono dal locale e stranamente Melanie lasciò parlare il ragazzo che diceva la verità.
" Devi seriamente smetterla, io non sopporto questo comportamento. Non ti sto dicendo che devi sempre perdonare tutti, ma una persona che ti è stata vicina per un sacco di anni...."
" Si ma c'ha messo poche settimane per dimenticarmi."
Protestò lei sedendosi su una panchina
" Melanie, così mi fai incazzare." Si alzò bruscamente dalla panchina color cemento
" Dove vai?"
" Chiamami quando mi potrai capire."
Disse lui.
Era riuscita a mandare via pure l'unico ragazzo che le sarebbe stato vicino in quel momento

NUVOLEDISTELLE
CIAO! Allora come ho scritto all'inizio continuerò non appena raggiungerò i 9 like.
Un bacione immenso.
Mile ❤️

Niall's sister 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora