Capitolo 45

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Meteoriti.
Avete mai pensato che noi potessimo esser come meteoriti, non tutti, ma alcuni? Siamo meteoriti destinati a schiantarsi contro qualcosa o qualcuno.
Io sono un meteorite.
Spero di non schiantarmi così presto ma so che lo farò e quando succederà voglio solo non recare alcun problema a nessuno.
Fin da piccola mi associavano ad una stella, all'età di 10 anni cambiarono la loro opinione e diventai un piccolo innocuo satellite, all'età di 12 anni divenni Plutone, e ora, sono, ormai per tutti, un meteorite destinato alla sua fine.
Chiudo gli occhi cercando di rilassarmi mentre il sole sorge nella mia stanza.
Il dolore alla testa mi stava facendo impazzire, mi ha tenuta sveglia quasi tutta notte mentre Ariana continuava a russare e a parlare nel sonno.
"Ti sei baciata Luke, vero? Vedi a come rispondi che lo so."
Potei immaginare le sue guance andare a fuoco mentre si alzava dal letto e si recava al bagno.
"Probabile, te l'ha detto lui?"
"Hai parlato tutta notte." Mi stiracchiai un po' per poi rivolgere il mio sguardo al fuori, c'era già gente in cortile.
Mi alzai e mi avvicinai alla finestra: i bambini, alcuni del mio reparto, erano lì a rincorrersi, spensierati, ero incantata, meravigliata, gli invidiavo ogni secondo di più, volevo esser ostinatamente loro, così dolci e delicati, innocuoi.
Conoscevo Angel, una bambina di sei anni che ogni tanto sbucava da noi per stare con noi "grandi" come diceva lei, la realtà è che i suoi genitori hanno dei problemi e non riescono a venir a trovarla molto spesso, e poche volte c'è qualche parente con lei.
Angel era come una sorellina più piccola per me. Molto spesso mi chiedeva di farle compagnia mentre si addormentava e io le raccontavo delle favole per vederla dormire serena.
" Oggi che si fa?"
"Abbiamo lezione di Francese, ricordi?"
Sentì uno sbuffo mentre dei passi lenti e leggeri mi raggiungevano.
Volsi il mio sguardo verso Ariana che indossava la sua solita e monotona tuta grigia.
A dire il vero, non era la stessa, ma ne aveva così tante tutte uguali che ormai facevo finta che fosse solo una.
Si buttò sul suo letto a faccia in giù mentre mi dirigevo in bagno a cambiarmi.
Appena uscì dal bagno, corsi a prendere il libro, non si può arrivare in ritardo con quella vecchia scorbutica.
" Alzati se no chi la sente Madame Belier?!"
Svoltai l'angolo e cercai di arrivare in fretta all'aula del mio piano nella quale si faceva francese.
Cercai di prendere il mio solito posto affianco alla finestra aspettando che Ariana arrivasse.
" Devi sempre correre?"
Ripose i libri sul banco mentre si sentì un tonfo.
" E tu devi sempre esser così delicata?"
La imitai.
" Bonjour."
Vidi entrare la Madame nonvogliocheparliMelanie in classe con le sue solite ballerine nere, la gonna lunga sino alle caviglie di colore grigio e il suo amato golfino color prugna.
" Trovo che sia molto elegante, oggi."
Ariana doveva sempre parlare e la maggior parte dei casi la prof riprendeva me.
" Ariana o Melanie, chi parla?"
Ne io ne lei abbassammo lo sguardo quando iniziò a fissarci, puntando i suoi occhi marroni nei nostri.
" Facciamo prima, fuori entrambe!"
" Madame, non abbiamo fatto niente! Lei deve sempre metter in mezzo Melanie quando anche lei non c'entra. È scorretta."
" Sono scorretta?- si sedette e alzò il sopracciglio sinistro inarcando il destro- perfetto, chi la pensa come lei può seguire le due disturbatrici fuori da quest'aula."
Nessuno si mosse.
" Codardi. "
Fu l'unica parola che mi permisi di dire quando, seguita da Ariana, raccoglievo il libro e me ne andavo.
Cinque secondi dopo che avevo varcato la porta sentì Ariana tornare in classe, schiarendosi la voce.
" Sapete cosa? - tutti il resto degli alunni la fissavano senza lasciare passare alcuna emozione- abbiamo tutti delle malattie qui, è alcune di queste non riusciremo nemmeno a sconfiggerle, allora dobbiamo mollare tutto?
Non vi è mai stato chiesto se la malattia poteva entrarvi nel vostro corpo e farvi stare male.
Per una volta che qualcuno vi chiede di esprimere la vostra opinione voi state lì, fermi come statue.
Avete paura di un due? Di una nota? Che la metta.
Noi, però, avremmo detto la nostra. Ma dimenticavo - rise tra se e se Ariana- siete tutti vigliacchi. "
Vidi tutti quanti alzarsi e uscire.
Finalmente Ariana aveva ammesso come si sentisse veramente e solo chi fosse stato bravo a decifrare le parole tra le righe l'avrebbe capito.

Nuvoledistelle!
Eiei, finalmente ho aggiornato e tra breve pubblicherò un nuovo capitolo.

Niall's sister 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora