<<Va bene, dai usciamo in giardino tra poco inizia la cerimonia>> Mi avvertì bonariamente.
Così ci incamminammo attraversando la porta-finestre che dava sul giardino.
Questo era adornato da fiori come rose nere, dalie blu, viole del pensiero e gigli dalle tonalità scure in varie composizioni, io avevo chiesto loro di aggiungere dei rami di fiori di Albero di Giuda, di cui loro non sapevano il significato , avvertendoli che fosse la pianta preferita del nonno e non mentii: lui sapeva che erano falsi, sia la moglie, mia madre e mia zia e i suoi amici più cari e inoltre sperava che un giorno davanti alla sua tomba loro si sarebbero pentiti di ciò che aveva fatto proprio come il donatore del nome e lo speravo vivamente anch'io, inutilmente.C'erano delle sedie in legno messe in file e un altare o soppalco in ulivo, dove all'interno di una specie di cornice sul terreno, giaceva il corpo esanime di mio nonno su uno strato di foglie, tutti piano piano si alzarono lanciando sul corpo delle rose rosse o bianche, io invece ero andata appositamente all'albero del pentito che curavamo in giardino e avevo tagliato un ramo fiorente dell'albero, mi dispiaceva ma sarebbe stato l'ultimo mio ricordo che gli avrei lasciato: ero ultima in fila, mi avvicinai e lanciai il rametto rosa porpora sulla cima dei fiori e sottovoce pronunciai.
<<Mi dispiace per ciò che ti hanno fatto>>
Dissi in un sospiro mentre una folata di vento portò non so dove le mie parole, disperdendole nel tempo e asciugava la lacrima che mi era scappata.Lanciarono una fiaccola sui fiori e per un attimo mi sembrò che qualcuno o qualcosa mi sospirasse a fianco toccandomi la spalla, fu un secondo e scacciai via i pensieri: in quel momento il fuoco aumentò in pochi secondi e vidi per un secondo il sorrisetto della mamma e della zia, strinsi le mani e le nocche ed esse divennero simili a un cencio bianco per lo sforzo.
Il nonno aveva deciso così perché sperava che in una prossima vita, lui rinascesse dalle ceneri; dopo mezz'ora il corpo era completamente polvere, così i miei cugini buttarono della terra sulla polvere del ormai spento fuoco, e presero le pale scavando in quel terreno e piantando un alberello di ciliegio.
Finito, iniziarono a sentirsi le prime gocce di pioggia, un tuono seguito da altri e dei lampi che illuminarono il cielo scuro e terso, in pochi minuti la pioggia aumentò scrosciando: il vento ululava e gli invitati corsero in casa prendendo degli asciugamani che gli erano stati prestati per asciugarsi.
Io ero stata l'ultima ad entrare, e mi ero decisamente bagnata i capelli anche se avrei voluto restare lì sotto ancora un poco, andai in soffitta dove stava la mia stanza; mi asciugai in fretta mettendo una tuta grigia e lanciandomi sotto le coperte dove mi apparve la mia forma lupo spiritata, accuciandosi e pulendosi il pelo: la lupa dal manto lungo e fitto di color bianco candido con un tartufo di color pece, i cuscinetti delle zampe erano di color bianco come gli artigli, i suoi occhi erano di un azzurro cristallino quasi vitreo alle volte ed era di medie dimensioni.
<<Mamma mia ma tutta quella pioggia dovevi prendere?>>Ringhiò stizzita al che mi venne da ridere e mi beccai una ringhiata da parte sua
<<Scusa ahaha!>> Dissi tra un riso e l'altro
<< sei cattiva!>> Ululò offesa e sparì all'interno della mio corpo.Rimasi avvolta dal tepore delle coperte addormentandomi per un tempo indefinito e venni svegliata da un bussare ininterrotto alla porta.
<<Luna! Esci fuori! Dobbiamo parlare>> Esclamò la voce di mia zia arrabbiata, così andai ad aprire la porta ritrovandomi il suo viso arrabbiato <<-Luna, vestiti decentemente e vieni di sotto>> Disse girandosi e alzando i tacchi.
La sentii parlare con qualcuno mentre scendeva le scale esclamando 'Il nostro caro tesoro stava riposando, povera era sfinita! Ora arriva!'.Mi venne il volta stomaco, come poteva essere così falsa? Ma pensai fosse meglio scendere così rimisi i vestiti di prima che si erano nel frattempo asciugati e andai al piano inferiore dove quel uomo di prima stava conversando con le tre donne .
<<Tesoro della mamma! Come stai cara?>> Chiese guardandomi negli occhi, che falsa pensai.
<<un po' meglio madre>> Risposi sorridendo.
<<bene nel sentirtelo dire>>Intervenne mia zia <<-tua madre ti dovrebbe dire una cosa>> Ora aveva la mia attenzione, solitamente non mi chiamavano se non per qualche faccenda da sbrigare...<<cara, ti chiederai chi sia questo signore>> Parlò nonna, una donna bassina dai capelli grigi avvolti in una treccia e dagli occhi verdi, in un abito di velluto a coste grigio , il suo sorriso era freddo e i suoi occhi mi fissavano serpentini.
<< Bene, lui è un fidato assistente di tuo Padre>> Enunciò come se sputasse veleno nell'ultime parole ma ciò che mi colpì era che mio padre mi cercasse, 'che stronzo'Pensai stringendo i pugni e quasi perforando la pelle con le unghie che si erano nel frattempo allungate
'Calmiamoci! Sai che succede se ti arrabbi, mi arrabbio anch'io e perdiamo la ragione!' Disse Aniu avvertendomi mentalmente e mi ricomposi.<<Sai tesoro che ora che stai diventando grande devi imparare a controllare lei>> Mi guardò male e fece arrabbiare Aniu.
<<Così tuo padre ha pensato che sarebbe ottimo se ti unissi al nostro branco>> Disse l'omone sorridendo calorosamente ma beccandosi un occhiataccia dalle tre matrone.
<<Sai che non tentiamo di cacciarti ma ora hai quasi venticinque anni e devi imparare a controllare quella... bestia>> Sottolineò mia zia facendo arrabbiare i due lupi, volevo attaccarla e morderle il punto fatale ma mi ricomposi.*Capitolo completamente revisionato
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The Phoenix: La Prescelta della Dea Luna
Werewolf"L'ombra della Fenice si posa sulla vostra testa, la preda diventa predatore, chi non si sottometterá cadrà sotto il prepotente tocco delle sue flebili piume, a mezzanotte quando le tenebre saranno totali, il suo sangue caldo si poserá sulla col...