XXI capitolo (pt.1) ✔️✔️

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La luce accecante che filtra dalle vetrate mi costringe ad un brutto risveglio ma mai quanto ritrovarmi il volto di una Lily con una coda spettinata e gli occhi sgranati a pochi centimetri di sicurezza dal viso.

Il risultato è stato un bernoccolo sulla fronte perché le ho tirato una testata sobbalzando mentre lei rideva cadendomi addosso e una battaglia a cuscinate.
Mi viene ancora da ridere ripensandoci mentre tengo sul bernoccolo una borsa col ghiaccio a motivi floreali verde e viola fluo molto kich e anni '80, seduta sullo sgabello stile tavolo calda  della cucina.

<<Come stai, cara?>>Rosy mi fissa intensamente come volesse leggermi i mille pensieri che passano per la testa, poi la scuote come rassegnata.
Io mi sforzo di sorriderle mentre lei ritorna ad armeggiare con l'impasto al cioccolato dei biscotti.

<< Stia tranquilla, davvero, ho solo un lieve mal di testa e dei pensieri galleggianti>>Lei mi scruta attentamente ancora una volta e il suo sguardo mi mette in lieve disagio, sospira pesantemente e spostandosi dalla sua postazione versa del tè in un bicchiere in ceramica ovale per poi passarmelo.
<<Forza bambina mia, avrai bisogno di recuperare le forze dopo tutti questi mesi eh- non obbiettare e bevilo tutto tutto>>Emetto un sospiro sconfitta e guardo la tazza rosa con dei ricami di pittura panna, il liquido dorato al suo interno emana un profumo singolare e aspro che mi fa storcere il naso, lei sghignazza notando la mia espressione così la fisso alzando un sopracciglio in muta domanda.

<<È un infuso alla scorza di cedro, melograno e cannella, aiuta a rilassare la mente >>Lo sguardo è carico di apprensione così per farla felice decido di bere quel intruglio fumante.

È decisamente bollente e mi scotta la gola ma lo finisco in pochi sorsi, il sapore permane tra il mio palato e la gola, rabbrividisco e prendo uno dei biscotti al burro che mi sono stati gentilmente offerti dalla paffuta e amorevole cuoca, constatando la loro bontà finisco la teglia che mi aveva offerto senza rendermene conto, le mie guance assumono una strana colorazione rosata per l'imbarazzo.

<<Oh, tranquilla ne sono felice che li abbia mangiati tutti...Sei così magra bambina mia>>Mi vezzeggia dolcemente e le guance paffute risaltano grazie al sorriso che le increspa le labbra rosate.

Nella camera di Sebastian il disordine è all'ordine del giorno da quando ci sono io, nonostante a casa di mia zia fossi abituata a pulire ogni loro disastro non ho mai adorato fare le pulizie, certa gente dice le rilassi ma io personalmente odio dover pulire, più di tutto odio dover rifare il letto perché sono incapace; è una fortuna che lui faccia il letto e provi a mettere in ordine il disastro che creo nonostante non credo gli piaccia tanto.

Cerco uno dei calzini che dovrebbero trovarsi in un cumulo di vestiti sulla sedia della scrivania, se sono fortunata me ne capitano due uguali, il pantalone della tuta grigia credo appartenga a Sebastian perché sono decisamente sformati e galleggio in una sua t-shirt azzurra ma oggi preferisco stare comoda.

<<Cara allora eri...Qui>> Fa la sua entrata mate, un cipiglio divertito gli increspa i lineamenti squadrati del volto, una tenera fossetta appare sulla guancia destra mentre sorride sornione.

<< Sì, sì, scusa ma ora sono impegnata... Sai dirmi dove sono le mie calze col fiocchetto rosa?>> Gli domando girandomi verso di lui, noto che lui sta osservando qualcosa ma che non siano i miei occhi e vedo che lo scollo a V dell'indumento è sceso di più.
Gli schiocco due dita davanti trattenendomi dal ridere, le mie labbra si increspano in una smorfia risentita.

The Phoenix: La Prescelta della Dea LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora