Rituali

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Dopo il colloquio tra Selene e il Re Drago, avvenuto dieci giorni prima, si erano succedute delle buone notizie: le spie avevano riportato che tre regni si erano sottratti all'alleanza, preferendo mantenersi neutrali e pronti a prendere le parti di una fazione o di un'altra; due potenze, il Lupo Nero e il Teschio Marino, avevano deciso di schierarsi al fianco delle empuse, onde "onorare antiche alleanze".

Perseide aveva raccontato a Selene che nei giorni successivi sarebbero giunti ad aiutarle le forze di altri tre regni alleati: le sorelle infiltrate e divenute amanti dei re avevano fatto il loro dovere.

Non c'era comunque da festeggiare: le colonie dei Mizar si stavano mobilitando per colpire per prime e mostrare la loro superiorità.

Per prepararsi all'imminente battaglia la Grande Madre aveva ordinato il Rito della Luna Fredda, la dodicesima: dedicata alla vita, alla morte e alla rinascita, era celebrata per chiedere la benedizione in battaglia.

Davanti al palco della sovrana era stato posizionato un altare con un braciere, oltre il quale era stato tracciato un pentacolo con la polvere di selenite.

Perseide era stata scelta come regina del rituale ed era stata affiancata da Selene, Afea - che, pensò Selene, doveva soffrire di una paralisi facciale - e una sorella dalle vesti nere. Selene stringeva le mani in preghiera, schiacciata dalla folla che stava assistendo. Perseide era più nervosa di lei: un movimento fuori posto avrebbe rischiato di attirare l'ira divina.

Più ci pensava, più Selene dubitava che Perseide fosse adatta a quel ruolo: non che le mancassero le competenze, ma era troppo insicura. Perfino i sorrisi che le aveva rivolto erano tirati.

La Grande Madre gridò, dando inizio al rito sacro: fiamme bianche, nere e rosse s'inseguirono e s'affrontarono nel braciere senza che nessuna riuscisse a prevalere. Le ombre che disegnavano mutavano di continuo, così come la sorte del loro popolo poteva cambiare da un momento all'altro.

«Per la Luna!» incitò la Grande Madre.

«Per la Luna!» fecero eco le sorelle. «Noi v'invochiamo, Occhio della Notte, Signora d'Argento!»

Perseide si alzò e aprì le braccia, le ampie maniche simili ad ali. «Brilla ancora la Luna di Ghiaccio!» proclamò a gran voce per mascherare la tensione. «Luna delle sfide e della tempra, s-sotto la sua luce noi combatteremo!» Mise le mani nelle tasche e prese dei piccoli gioielli, li strinse fino a ridurli in polvere e li lanciò in aria. I gesti erano rigidi e rapidi e mancavano della fluidità che Perseide avrebbe voluto avere.

Dalla polvere scaturì un bagliore argenteo che non accecava chi lo guardava e sapeva tracciare i sentieri.

Selene, Afea e la sorella in nero si avvicinarono e si fermarono alla stessa distanza da Perseide. Tre streghe adolescenti trascinarono di fronte a loro una capra nera, legata con una corda. La capra belò e si divincolò: sapeva il destino che l'attendeva.

Fatto un inchino, le ragazzine si allontanarono per fare spazio alle tre donne.

«Luna Crescente» Selene afferrò la corda e immobilizzò l'animale. La morte doveva essere rapida.

«Luna Piena!» proclamò Afea estraendo un coltello e avvicinandolo alla gola della vittima terrorizzata.

«Luna Calante!» concluse la terza portando una coppa.

Afea non batté ciglio quando sgozzò la capra. La sorella più anziana tenne lo sguardo fisso e si mosse solo due volte per non far cadere nemmeno una goccia della linfa vitale. Quando la coppa fu riempita, si alzò e Selene adagiò rispettosamente il cadavere.

Le tre streghe poggiarono le mani sulla coppa e la offrirono a Perseide. Lei guardò il sangue che si agitava e provò un moto di paura. Selene la incitò con uno sguardo dolce. Perseide deglutì, prese il calice e lo alzò. «Che il sangue dei nemici scorra!» Bevve, prima con lentezza, poi con rapidità. I muscoli le vibrarono. Quel liquido scarlatto più dolce del miele sollecitava gli istinti più selvaggi.

L'avvento dell'ImperatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora