Mostro

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Selene uscì dal palazzo con la guardia alzata. Trovò una grossa neanide morta vicino a un guerriero che lei stessa aveva ucciso. Strappò la spada e lo scudo ammaccato al cadavere e riprese la corsa. 

Superato un palazzo, vide la nuova breccia, che ancora vomitava invasori. Una decina di streghe avevano ingaggiato una lotta con loro e dalle strade venivano clangori e scoppi.

Entrata dall'ingresso principale, corse verso il rifugio. Quella forza era stata inviata per uccidere la Grande Madre, ma se qualche sorella non aveva rivelato l'informazione, avrebbe dovuto cercare per tutta la città.

Svoltato un angolo si rese conto che i rumori si stavano facendo più forti. Accelerò, il panico aveva preso il sopravvento sulla ragione. Vide decine di cadaveri sparsi per l'intera sala. In mezzo a quel massacro giacevano due empuse guerriere, soverchiate dallo sconfinato numero. 

Selene ansimò, il cuore le sfondava il petto e il sangue ribolliva mentre si avvicinava a quei corpi. Non percepì vita nelle sorelle che avevano lottato fino all'ultimo. 

L'istinto l'avvertì delle minacce: due uomini si erano finti morti e l'avevano assalita alle spalle. Alzò la spada e abbassò lo scudo per bloccare due colpi. Le sue braccia tremarono prima di respingere gli assalitori. Uno di loro era un adolescente.

Selene caricò il più anziano con lo scudo e lo sbalzò contro la parete. Il compagno abbatté un martello, che Selene parò prima di trafiggere la spalla. Il giovane soldato indietreggiò, ma non lasciò l'arma e colpì ancora. Selene si scansò, lo colpì sulla caviglia e lo fece cadere.

Il suo compagno si era rialzato. Selene roteò la spada e gli tranciò una mano di netto. Il guerriero urlò di dolore e si rotolò per terra, lanciando maledizioni.

L'empusa rimase paralizzata per un istante e non riuscì a schivare la pugnalata che le arrivò dietro al ginocchio. Sentì la ferita bruciare e il veleno scorrere. Si girò con gli occhi carichi di collera e l'espressione vittoriosa del giovane invasore divenne di terrore quando la spada gli recise la testa di netto.

Il soldato mutilato si era nel frattempo ripreso: afferrato il martello con la mano non dominante, mirò alla testa. I suoi colpi non andarono a segno e fendettero l'aria o creparono il pavimento. «Mostro!» la maledisse.

Selene fece un passo indietro mentre sentiva la bestia che ruggiva in lei: la lama saettò verso la gola, dilaniandola. Il soldato gemette, perse la presa sull'arma e si portò le braccia al collo nel tentativo di arrestare l'emorragia.

La strega lo allontanò con un calcio e scese lungo la scalinata che l'avrebbe condotta al rifugio. Le urla divenivano assordanti, era come scendere nelle profondità di un'oscura caverna che celava orrori a lei sconosciuti. Più sprofondava nelle tenebre più la bestia diventava forte e allentava le catene.

Giunse: vide una massa confusa di uomini che si gettavano come lupi affamati contro stremate streghe, strappavano le loro vesti e tentavano violenze innominabili. Le vittime scalciavano e mordevano, ma i carnefici mozzavano loro mani e piedi. E ridevano. 

Una delle vittime, il cui volto era stato sfregiato da una lama, tese una mano verso Selene e la guardò disperata, ma una figura dagli occhi di brace le piantò un'ascia nel cranio. Il soldato tentò di estrarla, e nel vedere il corpo contrarsi scoppiò in una risata folle.

Alle sue spalle, i suoi fratelli d'arme frantumavano gli idoli e ne usavano i pezzi per colpire le loro vittime fino alla morte, oppure legavano coi viticci chi era sull'orlo del baratro e li davano alle fiamme. Selene sentì l'odore d'erba e carne bruciata, il fumo le incendiò gli occhi e le narici.

Scorse il cadavere di una strega adulta, uccisa con un cannone a mano. Circondata dalle bambine, non aveva potuto schivare. A pochi passi da lei, in un angolino, si era rintanata una piccola strega; solo una neanide, gravemente ferita, era rimasta a proteggerla, ma un umano l'afferrò per la gola e la sbatté contro la parete, per poi pugnalarla all'addome. «Mostro, mostro!» continuava a chiamarla mentre la massacrava.

L'avvento dell'ImperatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora