Potere

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Le esibizioni nell'arena erano cominciate all'alba sotto lo sguardo vigile degli spettatori e di due grandi statue. L'uomo era stato Albireo e la donna Deneb, i figli gemelli del primo Mizar. Secoli or sono, fratello e sorella avevano affrontato un cocito, di fronte a cui le loro armi di fattura mortale erano andate in frantumi. Non perdendosi d'animo, avevano levato al cielo un'invocazione al loro defunto padre. Egli, che mai aveva smesso di osservarli dal Regno dei Cieli, aveva usato la polvere di stelle per forgiare due armi leggendarie. In groppa al proprio drago aveva attraversato la volta, lasciando dietro di sé la scia bianca che ancora si poteva ammirare. "State saldi, figli miei!" aveva gridato mentre lanciava l'odachi e la naginata, che, piovute come fulmini, avevano aperto il letto della futura Cicatrice Azzurra. I due fratelli avevano ruggito con una furia che aveva fatto indietreggiare il gigante di ghiaccio e lo avevano combattuto per nove giorni. Alle prime luci dell'alba del decimo giorno, i raggi del Sole avevano dardeggiato sul corpo senza vita del campione del male.

Mintaka provava tristezza ogni volta che rivangava quella storia: i fratelli uccisi dalle empuse avevano ereditato quei nomi, ma non i destini. Solo lei era sopravvissuta.

Per distrarsi da quei macabri pensieri si era concentrata sulle esibizioni: i nobili apprendisti di diciassette anni erano entrati nell'arena e avevano marciato in cerchio, reggendo gli stendardi dell'accademia e flagellandosi con armi che avrebbero lasciato cicatrici eterne. «Per la gloria della Dea e dell'Impero!» Le cicatrici che Mintaka si era causata da ragazza le avevano bruciato per l'intera marcia.

Era seguito il torneo: sedici lottatori, sia maschi che femmine, si erano dati battaglia in brevi ma spettacolari e cruenti duelli. Il legame con gli antichi eroi conferiva loro la forza di cento guerrieri. 

Il primo girone era stato il più brutale: una mutilazione, la perdita di un occhio, ossa rotte... alcune ferite sarebbero guarite, ma un concorrente non sarebbe più tornato a vedere. «Per la gloria della Dea e dell'Impero!» Gli sconfitti in salute sarebbero partiti entro poche ore, mentre i gravi sarebbero stati ricoverati e nessuno, a parte la regina, avrebbe potuto avvicinarli.

Il duello finale era stato ricco di cambiamenti di fronte, ma alla fine era stato Algorab a prevalere, e senza usare alcun incantesimo.

Vincitore, Algorab eseguì la riverenza verso Alnilam, che si alzò dall'alto trono. Al suo segnale, un servitore suonò un fragoroso gong.

Mintaka strinse i braccioli del trono e in lei ribollì un moto di gioia.

Il clangore del metallo contro il metallo invase l'arena. Un portone laterale si aprì lentamente. Ne giunse un inquietante ticchettio. L'istinto di sopravvivenza di Mintaka si risvegliò. Il suo respiro divenne rapido, una mano le tremò e le gambe s'irrigidirono.

 Vennero dieci soldati dalle armature dorate che tenevano prigioniera una ripugnante creatura. Il busto era umano, scheletrico, la testa era calva, dalla carnagione pallida e gli occhi rossi, privi di iridi e pupille. Il suo addome era allungato, come quello di un insetto, e al posto delle braccia aveva delle falci affilate che potevano scattare grazie a dei microscopici ingranaggi. Quella creatura era animale e macchina al tempo stesso, un abominio frutto di un sapere che doveva restare sconosciuto. 

«Morte alla Strega della Luna!» incitò la folla.

L'empusa produsse il rumore di una lama che passava su un vetro: era il suo lamento. Non importava quanto fosse stata potente e feroce, privata della forza e circondata da una folla che ne invocava la morte, era solo un patetico abominio.

I soldati la trascinarono in circolo per l'intero campo: il mostro ricevette insulti, derisioni e sassi. Più volte vacillò e venne incitata con calci che la fecero cadere di faccia tra le risate sguaiate. L'esecuzione era l'unico momento in cui si potesse dar sfogo alle emozioni represse: rabbia, odio, paura e isteria venivano riversate sulla prigioniera.

L'avvento dell'ImperatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora