Capitolo sedici.

524 21 10
                                    

Come precedentemente accordato, torno a casa e nemmeno dieci minuti dopo sento il citofono suonare. Mi dirigo verso di esso e apro il cancello, vedendo  Audrey attraversare il giardino.
«Ciao, entra», la invito e mi segue. Mi dirigo in cucina per un lungo sorso d'acqua, l'attesa mi sta uccidendo.
«Hai intenzione di parlare o di scappare come ieri?»
«Mi dispiace Ali, davvero. È davvero difficile per me parlarne, sto facendo uno sforzo enorme. Non so nemmeno da dove iniziare», risponde agitata, camminando avanti e indietro per la cucina.
«Intanto siediti e fai un bel respiro. Prenditi il tuo tempo, io aspetterò», la rassicuro e mi sorride.
«Sono sicura che dopo che ti dirò questa mi odierai»
«Ne sei così sicura?» domando. Non mi ha mai fatto niente di grave, non capisco perché dovrei odiarla.
«Certamente», si limita a rispondere «non riguarda te, a dire il vero. Ma Cameron». Dopo aver sentito il suo nome la guardo dubbiosa. «Cam?» ripeto e annuisce.
Ora capisco il suo strano comportamento quando entrò per la prima volta a casa mia. Il modo in cui fissava le foto di Cam e dei ragazzi e la sua frase "non sono come sembrano". È riferito a lui.
«Che cosa intendi?» chiedo impaziente. Se non parla subito andrò in ansia.
Audrey fa un altro respiro profondo, prima di lanciare la bomba.
«Ti ho mentito, Ali, da quando ti ho conosciuta. In realtà io conosco molto bene Cameron, da tanto tempo ormai», risponde con tono calmo e pacato che quasi mi spaventa.
«Cosa? E come faresti a conoscerlo?» le domando, sempre più impaziente.
«Potresti chiederlo direttamente a lui, è appena tornato», risponde mentre fissa la finestra. Non appena Cam scende dall'auto, Audrey si alza dalla sedia e si piazza velocemente dietro di me, come per essere protetta. «Tu hai paura di lui», commento ed Audrey distoglie lo sguardo. Ma come si può aver paura di Cameron? Adesso sta proprio esagerando.
«Parla chiaro Audrey, mi stai spaventando», le chiedo.
«Tra un attimo. Ho aspettato a lungo questo momento», risponde e sta diventando sempre più inquietante. Qualche secondo dopo Cam ci raggiunge e inizio a spostare lo sguardo da lui a lei.
«Ciao amore. A breve dovrebbero arrivare i ragazzi», mi saluta con un bacio, ma si accorge che non lo ricambio. «Che... che succede?» mi domanda e guarda Audrey.
«Ciao, tu sei la ragazza di ieri?» le chiede e lei annuisce. «Accidenti, non mi riconosci», risponde Audrey e Cam assume uno sguardo interrogativo.
«Ci conosciamo?» le domanda ed Audrey semplicemente scoppia a ridere.
«Assurdo», continua mentre cammina nervosa avanti e indietro per la sala.
«Qualcuno mi spiega che diavolo succede?» sbotto.
«Io non idea di chi lei sia», risponde Cameron.
«Non ti ricorda nessuno una certa Scarlett?» dice Audrey e vedo Cameron sbiancare. Chi è Scarlett?
«Scarlett?» domando, continuando a fissare entrambi.
«Non ti ha raccontato nulla?» risponde Audrey. Cameron è rimasto immobile, non muove un muscolo.
«Sei tu. Sei proprio tu. Ma come...», sbiascica Cam. Sposta il suo triste sguardo su di me. Non credo di essere pronta a sapere quello che devono dirmi, di certo non saranno cose belle.
«Quant'è piccolo il mondo», risponde Andrey o, a quanto pare, Scarlett. Perché questo nome non mi è nuovo?
«Cameron, mi spieghi cosa diavolo sta succedendo?» domando, furiosa.
«È meglio che ti siedi», risponde e faccio come dice.
«Ali, quello che sto per raccontarti potrebbe portare alla fine del tuo matrimonio con Cam e sono mortificata per questo, ma devi sapere», dice Scarlett e mi sento crollare il mondo addosso. Cos'altro ha combinato Cameron che non mi ha detto? Addirittura porterebbe alla fine del nostro matrimonio?

Dopo un minuto di silenzio, Cameron prende parola. «Ricordi che io prima di formare il gruppo con i ragazzi vivevo a Statesville? Fino ai miei sedici anni», dice e annuisco mentre mi torturo le mani a causa dell'ansia che mi pervade.
«Diciamo che il mio è un passato un po'... brutto», aggiunge e vedo Scarlett ridacchiare.
«Andavamo allo stesso liceo», aggiunge Scarlett «io ho sempre avuto una cotta per lui, allora era uno dei ragazzi più conosciuti della scuola, come è sempre stato d'altronde. Peccato che era un vero stronzo», continua e annuisco per spronarla ad andare avanti. Sposto lo sguardo su Cam, che è visibilmente agitato.
«Io non avrei mai pensato che si accorgesse della mia esistenza. Cioè, ero una ragazza normale ed eravamo molti studenti, quindi non ci ho nemmeno mai provato»
«Scarlett, ti prego», la interrompe Cameron, ma Scarlett lo ignora.
«Un giorno, invece, Cam venne a parlarmi ed ero la ragazza più felice del mondo. Iniziammo a vederci tutte le mattine prima di entrare a scuola, uscivamo quasi tutti i pomeriggi, è sempre stato molto dolce e premuroso. Ma ovviamente non era così, non è mai così»
«Che cosa hai combinato Cameron?» gli chiedo, guardandolo male.
«Tu non puoi venire qui di punto in bianco e rovinarmi la vita, cazzo! Non ne hai il diritto!» sbotta, puntando il dito contro Scarlett, che ride di nuovo.
«Tu mi accusi di rovinarti la vita? Proprio tu? Che ipocrita. Alison è una bravissima ragazza, non ti merita e deve sapere tutto, perché ero sicura che non le avresti detto una parola dello schifo che hai fatto quell'anno, sennò non ti avrebbe nemmeno sposato!»
«Smettetela! Continua», intervengo e lei annuisce. «Continuiamo a frequentarci per altri cinque mesi, andava tutto a gonfie vele. Andammo anche a letto una volta e fu cruciale. Io all'epoca ero vergine, non avevo esperienza. Cam continuava a ripetermi che non gliene importava, che l'importante era che mi sentissi sicura, così mi sono buttata e... è stato stupendo, molto dolce e delicato», si interrompe a causa delle lacrime che le escono copiosamente dagli occhi.
«Scusate», dice «il giorno dopo arrivo a scuola con un sorriso a trecentosessanta gradi. Avevo fatto l'amore con il ragazzo di cui mi ero innamorata e lui mi ricambiava, non poteva andare meglio. Ma quella mattina la mia vita andò a rotoli... perché Cameron mi aveva ripresa», lancia la bomba e mi sento crollare.

Mi giro verso Cam sperando che neghi qualsiasi cosa, ma non è così. Si mette le mani nei capelli e scuote la testa.
«Che... che cosa?» riesco flebilmente a domandare. Impossibile, Cameron non farebbe mai certe cose. Lui non è capace di fare cose del genere, impregnate di così tanta cattiveria.
«Per questo non avrei mai voluto dirtelo Alison... sono mortificata, ma devi sapere», dice Scarlett piangendo. Annuisco, spronandola a continuare.
«Quella mattina tutta la scuola mi guardava e rideva, mi presero in giro tutto il giorno per molto tempo e tutta Statesville conosceva il mio nome. Cameron non venne mai a scusarsi e da lì non ci parlammo più. Smisi di andare a scuola, rimasi a casa chiusa nella mia camera, in imbarazzo, piangendo e non mangiai per settimane, fino a quando la situazione non peggiorò ulteriormente: ero anche rimasta incinta», continua e chiudo gli occhi, mentre le lacrime mi rigavano le guance. Non ci credo che una singola persona abbia passato tutto questo, io non ce l'avrei fatta, a soli quindici anni poi.
«Nonostante la furia dei miei genitori decisi di non abortire. Ero piccola, non sapevo cosa fare, se tenerlo o meno... ero completamente sola. La prima cosa che feci fu andare a dirlo a Cameron, sperando in qualche modo che sarebbe tornato con me. Ma lui invece di starmi vicino mi diede una somma di denaro altissima per non dirlo a nessuno e per abortire, perché disse che non avrebbe voluto saperne niente, ma io appunto non abortii, da una parte anche per farglielo apposta, ma dall'altra non sapevo cosa stavo facendo. Infatti la mia è stata una gravidanza molto difficile, ho rischiato più volte l'aborto e sono caduta in depressione»
«O mio Dio», riuscii solamente a dire «quindi hai due figli?» le chiesi, ma lei abbassò lo sguardo, scuotendo la testa.
«Mi stai dicendo che Violet... suo padre è Cameron?»

SCUSATEMI IL PLOT TWIST...



Il migliore amico di mio fratello 3 || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora