Capitolo diciotto.

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Sono passati tre mesi da quell'episodio. Tre mesi senza vedere né sentire Cameron. Tre mesi di agonia, di sofferenza, di notti insonni e soprattutto di pianti infiniti. Grace inizia a fare domande, vuole giustamente sapere dov'è il padre e perché non torna a casa. Sono tre mesi che le dico che è dallo zio Nash, non sapendo in realtà dove fosse, e quindi Grace mi chiede sempre di andare a trovare Nash, ma per un motivo o per un altro rimando sempre e mi dispiace vederla così triste e soprattutto odio mentirle, perché non se lo merita. E in più, la cosa più brutta per mia figlia è che oggi, venti maggio, è il suo settimo compleanno, che non passerà con il padre.
C'è Jade qui con me e anche Justin, per farle gli auguri. Lei e mio fratello le hanno regalato cinque bambole diverse e una montagna di altri giocattoli, il salotto è praticamente sommerso.
«Wow, grazie zia! Sono tanti giochi!» grida euforica Grace, saltando tra le braccia di Jade.
«Figurati, amore. Vai a provare i nuovi giochi con Justin»
«Certo! Quando viene zio Nash?»
«Più tardi arriva con lo zio Matt. Noi oggi prepariamo una bella torta tutta per te», risponde Jade e Grace l'abbraccia di nuovo, prima di andare a giocare.

«Voi sapete dov'è?» chiedo a Jade, che scuote la testa.
«No, nessuno di noi. Non voglio nemmeno saperlo, sinceramente. Dio, Ali, dovrai pur tornare a lavorare e a vivere, e soprattutto devi dormire, hai una faccia che fa paura», commenta e sorrido.
«Ne sono consapevole, ed essere al settimo mese di gravidanza non aiuta». Infatti sia Logan che l'università non fanno altro che chiamarmi e ormai non ho più scuse da inventarmi se non voglio perdere il lavoro.
«Direi di no. Oh, quasi dimenticavo. Io e Nash siamo andati da Taylor e fa gli auguri a Grace. Le ha anche regalato questo, ma fossi in te glielo darei quando diventerà più grande», dice e mi porge una scatolina vellutata di colore rosso. La apro e al suo interno c'è un braccialetto d'oro con incisa una "G" sopra. Sorrido e mi scende una lacrima. Si sente la sua mancanza.
«Andrò a ringraziarlo di persona. Non avrebbe dovuto fare un regalo così importante»
«Oh, Taylor sapeva che lo avresti detto, così mi ha lasciato questo biglietto di risposta», risponde Jade e tira fuori un pezzo di carta dalla cover del suo cellulare.
«"Alison non cominciare, è la mia prima nipote e forse anche l'ultima che conoscerò e le regalo quello che mi pare, chiaro?" Mi mancate tanto, vi voglio bene» legge e scoppio a ridere.
«Lui si dà per morto?» le domando e annuisce. «tutto ciò è tragicomico, non dovrebbe dirlo nemmeno per scherzo», rispondo. Sento i passi di Justin e Grace dirigersi verso di noi.
«Mamma, mamma! Ma quando cuciniamo la torta?» chiede Justin a Jade.
«Adesso, amore. Fatti dare tutti gli ingredienti da zia Alison», risponde e quei trenta minuti passati a cucinare dolci mi ha fatta stare bene, per un breve momento ho smesso di pensare a Cam... solo pensare il suo nome mi lascia senza fiato.

Verso le cinque del pomeriggio finiamo di preparare il giardino arrivano tutti gli altri invitati, compresi i bambini di classe, e i ragazzi sommergono Grace di regali. «Così la viziate troppo», commento. L'atmosfera è molto pesante, si percepisce nell'aria.
«È giusto così», risponde Aaron, prendendo in braccio la piccola.
«Come stai tesoro?» mi domanda Beth e mi limito a scuotere la testa.
«Grace sta andando fuori di testa, odio mentirle», rispondo.
«Ha sette anni, Ali, non capirebbe comunque», dice Hayley mentre prende in mano tre bottiglie di vino bianco.
«È solo che... non volevo questo per lei», sbuffo ed Hayley mi abbraccia. Ad un certo punto sentiamo un gran chiasso proveniente da fuori, così mi affaccio e...
«Non ci credo!» grido e cammino a paso svelto verso la porta d'ingresso. «Taylor!»
Ci fiondiamo tutti ad abbracciarlo, Grace per prima. «Che diamine ci fai qui?» gli domando, restando attaccata a lui per vari minuti.
«Mi hanno concesso un giorno libero e volevo farvi una sorpresa, ma in realtà sono qui solo per Grace», risponde e le fa l'occhiolino «e ho saputo tutto Ali, sono qui anche per te», mi sorride e lo abbraccio di nuovo.
«Significa molto per me Tay, grazie davvero», gli sorrido e mi accarezza la guancia.
«Bene, c'è la Coca-Cola per me? Voglio berla fino a scoppiare». So quanto sia difficile per lui essere qui oggi, con tutto l'alcol presente per gli altri genitori, ma lui è qui per me e gli sono doppiamente grata. Sento Jade tirarmi per il polso.
«Siamo sicuri che sia una buona idea che Taylor sia qui?» sussurra.
«Guardalo, sembra stare bene. Sta veramente facendo uno sforzo enorme, ma credo in lui. Ce la farà», la rassicuro e lei annuisce con sguardo preoccupato.
Oltre il cancello intravedo la figura di Audrey... Scarlett. Mi avvicino e le apro il cancello, abbracciandola.
«Ehi, sono passata per darti questo», mi saluta porgendomi un pacchetto «è una sciocchezza», aggiunge. Le do un veloce abbraccio e la ringrazio. Saluto Violet e le invito ad entrare.
«Veramente... non so se sia una buona idea», risponde Scarlett.
«Siamo tutti insieme. Puoi bere un calice di vino con noi e andare via, se non riesci a sostenere la situazione», la convinco ed annuisce, entrando. Per qualche secondo cala un silenzio quasi assordante e tutti l stanno fissando, specialmente Violet. Devo ammettere che vederla è un colpo all'anima, specialmente per la leggera somiglianza a Cameron. Entro dentro per evitare di piangere davanti agli altri. Mi siedo sul divano per assimilare il tutto... è una situazione pesante in effetti, non ci avevo pensato, ma fondamentalmente io non ce l'ho con lei, anzi, ne ha passate anche troppe. Ad interrompere i miei pensieri è la voce di Carter.
«Ali... non ti arrabbiare, ma non abbiamo potuto impedirgli di entrare, dopotutto è casa sua», dice e per poco non svengo. Cameron è in piedi di fronte a me con Grace in braccio. Non vedo più Scarlett, sarà scappata via, giustamente.

Vedo Nash avanzare velocemente verso di lui. «Nash, no». Cameron si gira per guardarlo ma abbassa subito lo sguardo. Nash lo guarda con disprezzo, disgustato. «Il mio migliore amico, Cam. Non riesco nemmeno a guardarti in faccia», commenta e prende Grace in braccio, portandola via.
«Hai cinque minuti per dirmi per quale cazzo di motivo sei qua dentro, dopodiché chiamo la polizia»
«È il compleanno di mia figlia, Alison, che ti piaccia o no. Sono venuto a darle il regalo, ora me ne vado», risponde con un'espressione da cane bastonato. «Ho sbagliato tutto».
Sospiro e sento gli occhi pizzicare. Sono esausta di piangere. Guardo in alto per evitare di piangere davanti a lui, per evitare di mostrarmi debole.
«Come mai Taylor...»
«Vattene», dico a denti stretti.
Non se lo fa ripetere due volte, così cammina lentamente verso l'uscita, con lo sguardo basso e con Grace che lo prega di restare, anche lei in preda alle lacrime.

Il migliore amico di mio fratello 3 || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora