Un forte rumore interruppe la mia lettura così, spaventata, guardai l'orologio appoggiato in un angolo umido della mia stanza. Era troppo presto perché un membro della mia famiglia fosse tornato a casa...
Impaurita mi spostai sul letto. Sapevo che se avessero aperto quella porta segreta non avrei avuto modo di nascondermi se non usando il mio potere. Però questo non avrebbe giocato a mio favore in "tribunale" (loro non arrivavano mai veramente in tribunale) dato che la magia lasciava sempre un segno riconoscibile da qualche parte.
Stavo già elencando mentalmente tutti i vicini che, secondo Charlotte, avrebbero potuto denunciare la mia presenza, quando vidi comparire mio fratello. Senza parlare entrò nella piccola stanzetta, si sedette al mio fianco (occupava gran parte dello spazio vista la sua stazza) e mi abbracciò come non faceva da settimane. Sentivo accanto a Gilbert un'emozione triste che lo avvolgeva come lui stava facendo con me.
Angosciata mi scostai da lui per poterlo osservare: aveva gli stessi occhi di nostra madre (come me), ma i capelli, sporchi di farina, erano biondi come quelli di papà. Gilbert era il fratello gemello di Edwin, anche se i due non si assomigliavano per nulla e in nulla. Infatti Edwin aveva capelli marroni, ricci come me e mamma, mentre i suoi occhi erano nocciola come quelli di papà. Entrambi (ovviamente) avevano cinque anni in più di me, ma nonostante fossero molto apprezzati dalle fanciulle di Salem, non avevano ancora trovato moglie. In segreto avevo elaborato una mia teoria secondo la quale non volevano trovare una donna da amare perché non volevano passare le pene di papà. Chiunque avessero sposato poteva essere una strega o un pericolo per me e mamma, questa era la verità.
«Gil! Cosa sta succedendo? Non mentirmi, dovresti essere al lavoro adesso!» dissi osservando nuovamente l'orologio. Forse si era semplicemente bloccato, capitava a volte.
«Siamo tornati prima, papà ha chiuso la panetteria oggi...» disse spostandomi i capelli dal viso. Il cuore cominciò a battermi nel petto, forse perché nei suoi occhi vidi solo un'immensa tristezza. «Si tratta di mamma...»
«Oddio» sussurrai portandomi le mani alla bocca, i polpastrelli iniziarono a pizzicare. La magia era fatta di emozioni, quindi dovevo cercare sempre di restare calma se volevo controllarla. Nonna mi aveva insegnato un sacco di trucchetti per restare in pace con me stessa come diceva lei, ma principalmente bisognava regolarizzare la respirazione. Chiusi gli occhi e presi tre profondi respiri prima di continuare.
«Dimmi che stanno bene, lei e la bambina...» Anche così la mia voce uscì strozzata dal dolore. Papà non avrebbe mai chiuso il negozio se fosse stato tutto a posto e la faccia di Gilbert non era di certo euforica. Quindi mamma non stava bene...
«Devi essere forte, Mary» disse tirandomi in piedi e lasciandomi un caldo bacio sulla fronte. «Vieni con me» ordinò prendendomi per mano e uscendo del mio nascondiglio. Con ancora le nostre dita intrecciate aprì la porta e mi condusse fuori, senza esitazione, senza paura. Per un attimo dimenticai tutto: quella casa mi apparve enorme e gli occhi iniziarono a bruciare per il calore del sole. Ero finalmente fuori. In nove anni non avevo mai messo piede oltre la porta di Charlotte, in fondo perché avrei dovuto farlo? Lei mi portava il cibo e aveva la fortuna di possedere un bagno privato (cosa assai rara) quindi il mio mondo erano quelle quattro pareti con le tende tirate quasi costantemente.
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SALEM Noi e Loro
Мистика*Primo Volume* Nel regno di Salem nulla fu più lo stesso quando si scoprì l'esistenza della magia e delle Streghe: donne che operavano contro la natura e contro l'uomo, donne che non meritavano di vivere. Per questo ben presto cominciarono a bruciar...