XI

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Thomas entrò nella camera dell'amico e si avvicinò alla scrivania mettendosi alle spalle del principe, giusto per osservare il monitor di sicurezza dal PC come stava facendo Everard

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Thomas entrò nella camera dell'amico e si avvicinò alla scrivania mettendosi alle spalle del principe, giusto per osservare il monitor di sicurezza dal PC come stava facendo Everard.

«Come si chiama?» domandò Thomas mettendo una mano sulla spalla dell'amico e piegandosi in avanti. Everard si girò di scatto verso di lui mentre Mirielda si accomodava davanti a loro con aria annoiata.

«Come si chiama chi?» chiese il principe con il cuore in gola. Come facevano i suoi amici a capire ogni suo pensiero? Certo, era bello sentirsi compresi, ma quello che stava facendo, la persona che stava cercando di proteggere... non poteva permettersi che venisse tutto a galla per colpa di due impiccioni.

«La ragazza per cui stai facendo tutto questo» rispose Thomas ridendo. «Sul serio ci pensi così stupidi? Per quale altro motivo avresti organizzato un simile evento altrimenti?»

«Non fare quella faccia! Siamo contenti per te... voglio dire, dopo Mary pensavamo che non ti saresti più innamorato» intervenne Mirielda afferrando la foto di Adelaide e osservandola con disgusto.

«Non ero innamorato di Mary» precisò Everard che cominciava a sentirsi soffocare in quella stanza, così tornò a guardare lo schermo, o almeno lo fece finché Mirielda non scoppiò a ridere.

«Sì che eri innamorato di lei, infatti dopo che è andata via sei diventato un vero stronzo» disse scuotendo la testa. «Improvvisamente ti sei spento dentro. Però è bello vedere che un'altra donna è riuscita a risanare quella ferita. Ovvio, non durerà, visto che ti devi sposare tra qualche mese...»

«Avevo diciassette anni quando è andata via... da questo mondo» provò a difendersi Everard che cominciava a sentirsi a disagio, ma soprattutto uno schifo.

«E adesso ne hai ventisei, ma sei comunque uno stronzo» rispose Mirielda scuotendo il capo.

Everard aprì bocca per ribattere, ma non riuscì a dire nulla: forse perché aveva ragione. Per anni si era comportato come se nulla avesse importanza, o forse stava solo cercando di riempire un buco che sembrava essere sempre più profondo e oscuro.

«Scusala, quando si veste bene diventa acida» mormorò Thomas con rimprovero. Poi cominciò a insultare la sorella con la mimica facciale. «Devono essere le forcine!»

Everard osservò l'amica seduta davanti a lui per un lungo momento: era veramente bella quella sera. I lunghi capelli neri raccolti sulla testa e il vestito di un verde acceso che illuminava i suoi occhi di una strana tonalità, né troppo chiari né troppo scuri. A volte sembravano quasi cambiare con il mutare della luce. Everard non aveva mai pensato a lei come a una ragazza, era semplicemente Mirielda, ora però si trovò a chiedersi se non lo avesse sempre giudicato per il suo comportamento... in fondo, quando fai soffrire una donna, le fai soffrire tutte, no?

«Everard, credo che ci divertiremo stasera!» disse Thomas avvicinandosi allo schermo. «Guarda quante belle ragazze, tutte qui! Tutte pronte a conquistare il cuore di un reale!»

SALEM Noi e LoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora