XII

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Everard cominciava a essere stufo di ballare o, per meglio dire, cominciava a essere stufo di ballare con donne che non fossero Mary

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Everard cominciava a essere stufo di ballare o, per meglio dire, cominciava a essere stufo di ballare con donne che non fossero Mary.

Ormai gli sembrava trascorsa una vita da quando aveva sceso la scalinata trovandosi in mezzo a quella montagna di estranei. Momento in cui aveva iniziato a sentirsi veramente smarrito: sarebbe riuscito a proteggere Mary? Questo terribile pensiero cominciò a tormentarlo creando nel suo stomaco una forte voragine. Così, invece di seguire quegli occhi azzurri simili a un cielo limpido, come avrebbe voluto fare, si ritrovò, senza rendersene conto, davanti a un gruppetto di ragazze e Mary se ne era andata ridendo.

Poi aveva anche pensato di invitarla a ballare, ma un mostro rabbioso annidato nel suo cuore gli impedì di avvicinarsi a lei.

"Forse Thomas ha ragione ed ero innamorato di lei nove anni fa..." si era detto osservandola mentre suo padre apriva le danze. "Forse lo sono ancora" considerò un attimo dopo maledicendosi subito per un simile pensiero. No, lui non era innamorato di Mary! Conosceva appena quella splendida donna che era diventata.

Poi aveva iniziato a ballare con Adelaide e, per quanto lei fosse magnifica tanto da togliergli il fiato, non era riuscito a smettere di pensare all'opinione che Mary aveva di lui, sentendosi, per la prima volta, sporco. Non che gli importasse se la sua famiglia lo ritenesse un donnaiolo o un uomo da poco, ma non voleva che fosse lei a pensarlo.

Il ballo con Adelaide finì e lui fu travolto da altre ragazze: le sue sorelle maggiori, qualche amica e Mirielda... per poi ricominciare da capo! Per tutto il tempo Everard non aveva smesso un attimo di sorridere, ma in realtà non si stava divertendo per nulla. Anche perché la ragazza per cui aveva organizzato tutto quanto aveva passato gran parte della serata seduta in un angolo. "Possibile che nessuno qui si accorga di quanto è splendida?" pensò tra sé mentre faceva girare una giovane amica di Amelina. Aveva portato Mary a corte per farle vedere che Salem poteva ancora essere un posto magnifico, ma Salem la stava trattando come il fantasma quale era. "Forse ha ragione Mary, non c'è nulla di bello qui per lei!"

E mentre lui pensava questo, ormai rassegnato a doverla accompagnare ai cancelli di Salem, Charlotte Osborne si avvicinò alla cugina, seguita poi da due ragazzi: uno dei quali invitò Mary a ballare e, con una leggera spinta da parte dell'amica, lei si ritrovò in pista. Everard sorrise all'idea che finalmente qualcuno avesse notato la sua presenza.

Eppure, quando vide Mary ridere e divertirsi con un uomo che non era lui, ricordò perfettamente cosa aveva provato vedendola rivolgere lo stesso sorriso a Phil dieci anni prima. Improvvisamente la lama conficcata nel suo cuore tornò a farlo sanguinare, forse perché tutti i sentimenti che aveva represso per anni tornarono in superficie annegandolo all'istante.

E mentre lui si crogiolava in un dolore che non riusciva a comprendere, Phil, lo avrebbe riconosciuto tra mille, si avvicinò a Mary con passo deciso, creando in Everard il sospetto che avesse riconosciuto la sua amica d'infanzia. "Non è possibile" pensò bloccandosi e facendo un passo in avanti. Ovviamente la sua dama, un'amica di Audry, non fu affatto felice del gesto e cominciò a lamentarsi cercando di riacquistare l'attenzione del principe.

Everard però era troppo concentrato a guardare Phil per assecondarla. Anche perché, quest'ultimo, stava interrompendo il ballo di Mary, la quale lo guardò confusa facendo un traballante passo all'indietro. Quel gesto così spontaneo però creò in Everard un forte senso di protezione, un'emozione che prima di quel giorno non aveva mai provato.

Fortunatamente Thomas si posizionò prontamente alle spalle di Mary facendo un segno d'intesa al principe: non ti preoccupare, ci penso io. Ecco cosa voleva dirgli. Everard allora spostò lo sguardo verso l'unica persona in quella stanza che secondo lui poteva provare le sue stesse emozioni: Gilbert. E si sorprese nel notare che anche lui lo stava guardando, solo che era uno sguardo duro che, per qualche motivo, fece sentire Everard in difficoltà. Se fosse successo qualcosa a Mary il suo migliore amico non lo avrebbe mai perdonato, di questo Everard era sicuro e non voleva perdere la fiducia che Gilbert nutriva per lui.

La sua dama però non gli diede tempo di dire nulla perché lo afferrò spingendolo verso il centro della stanza e da quella angolazione vedere Mary era quasi impossibile. Il cuore di Everard iniziò a battergli forte nel petto, mentre provava a seguire i passi della sua accompagnatrice. Inaspettatamente cominciò a sentirsi cieco, quasi avesse dimenticato come muoversi o non riuscisse a vedere dove mettere i piedi.

"Phil l'ha riconosciuta?" si domandò facendo volteggiare la ragazza di cui non ricordava nemmeno il nome. "Starà ballando con lui adesso?" quella era la domanda che lo stava tormentando più di tutte. E mentre il suo cervello elaborava una scusa per congedarsi dall'amica di Audry in modo da raggiungere Mary, vide Thomas avvicinarsi tenendola per mano.

Quel gesto fu la cosa più dolorosa che avesse mai visto. Sentiva uno squarcio profondo nel petto che non lo lasciava respirare e la situazione peggiorò quando Thomas, il suo braccio destro a corte, la strinse a sé con fin troppa decisione.

Everard conosceva bene la tecnica, quel ballo intimo, le mani di Thomas che sfioravano il ricciolo ribelle di Mary, gli occhi di lui puntati in quelli di lei... sì, conosceva bene quella tecnica e si sorprese dei pensieri poco gentili che cominciarono a sfiorargli la mente, quando di solito avrebbe fatto il tifo per lui. Poi, con grande stupore di Everard, la musica cambiò diventando più lenta e le mani di Thomas si appoggiarono alla base della schiena di Mary, fin troppo in basso. A quel punto avrebbe voluto urlare, cacciare tutti da palazzo e prendere a botte il suo amico. Se gli avessero detto, qualche mese prima, che avrebbe sofferto così tanto vedendo le mani di un altro uomo sfiorare il corpo di una donna che di fatto non gli apparteneva, non ci avrebbe mai creduto. Ma eccolo lì, con le guance in fiamme, la mente piena di pensieri poco gentili e il cuore a pezzi.

Quello che successe dopo però fu ancora peggio, improvvisamente le mani di Mary, che fino a un attimo prima avevano creato un distacco tra i due, scivolarono permettendo così a Thomas di avvicinarsi ancora di più a lei. A quel punto Everard non ci vide più dalla rabbia, tant'è che non gli importava nemmeno di fare una scenata davanti ad Adelaide. Voleva solo mettere fine a quella scena pietosa.

Tuttavia non ne ebbe il tempo perché, con sua grande sorpresa, Mary si spostò da Thomas con un gesto secco, fece una graziosa e perfetta riverenza per poi uscire dalla stanza come una vera regina. Everard non poteva che sentirsi fiero di lei: forse per questo si trovò a sorridere.

"Mary non è cambiata per nulla!" pensò soddisfatto.

SALEM Noi e LoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora