II

107 14 90
                                    

La tenda venne spostata velocemente sul cardine e la luce di un mattino inoltrato colpì il giovane principe dritto negli occhi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La tenda venne spostata velocemente sul cardine e la luce di un mattino inoltrato colpì il giovane principe dritto negli occhi. Borbottando parole incomprensibili si girò dall'altra parte alzando le coperte sopra alla testa.

«Oh Signore!» esclamò la donna ferma davanti alle tende. Scosse la testa e strappò le coperte dal corpo addormentato del suo unico figlio maschio. «Buongiorno, principessina!»

«Madre, potreste evitare?» chiese Everard portandosi un braccio sul viso.

«Hai un aspetto orribile, figliolo» disse la donna scuotendo la testa. Everard sbuffò e si mise a sedere osservando la madre. Era splendida come sempre con quei capelli rossi acconciati alla perfezione e il lungo vestito verde che le fasciava come un guanto ogni forma del corpo. Gli occhi poi, della stessa tonalità dei suoi, lo stavano analizzando minuziosamente.

«Ho fatto un sacco di incubi...» disse Everard, sentendo improvvisamente il disperato bisogno di giustificarsi.

«Fammi indovinare, questi incubi hanno nome e cognome!» disse la donna scuotendo la testa mentre la cameriera entrava nella stanza con il vassoio della colazione. La giovane ragazza arrossì percorrendo lo spazio, forse per lei infinito, che separava la porta dalla scrivania. Appoggiò il vassoio, fece un inchino senza soffermarsi troppo sul petto scolpito, nudo e un po' sudato, a causa degli incubi, del principe e, rossa come un peperone, corse fuori.

La regina scoppiò a ridere rubando un mirtillo dal piatto del figlio. «Dovresti vestirti prima di andare a letto se non vuoi imbarazzare tutta la nostra servitù... sai quanto sono difficili da trovare cameriere accertate?» chiese girandosi verso il figlio. «Di cosa mi preoccupo poi, quella ragazza ha visto ben altro del Principe Ereditario.»

«Scusate, madre?» domandò Everard scioccato alzandosi dal letto di scatto.

Agatha lo guardò sbattendo le lunghe ciglia truccare. «Siamo a palazzo, le voci girano. Pensi che non sappia quante e quali ragazze hanno avuto ben altro di te in quel letto?» domandò ridendo.

Everard non era mai stato un ragazzo vergognoso, ma al suono di quelle parole uscite non solo dalla bocca di sua madre, ma anche della regina si sentì avvampare. Per anni aveva cercato l'amore con il genere più disparato di ragazze trovando, alla fine, solo l'amore. Donne che volevano il suo corpo o i suoi soldi o la sua posizione, nessuna che accendesse in lui una scintilla. Lui voleva curiosità, confronto e perché no? Sentirsi dare dell'idiota o di peggio se necessario. Nessuna ragazza che aveva lasciato quel letto gli aveva urlato contro... forse perché non aveva dato a nessuna il tempo di parlare veramente con lui.

«Guarda qua!» disse la regina distogliendo il principe dai suoi pensieri. «Hai messo la foto finalmente, l'ultima donna che toccherà il tuo letto! Complimenti, è molto bella!»

«Probabilmente è bella quanto stupida» ribatté lui. «Esattamente come Audry e le sue amiche!»

«Hai anche altre sorelle sai, decisamente più... argute» disse sua madre con un sorrisetto. «Vuoi un consiglio? Tra un'ora, quando lei sarà qui, chiedile come sta, poi offrile da bere e infine portala qui!» rise.

SALEM Noi e LoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora