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Quella notte avevo dormito decisamente poco, un po' perché avevo paura che il principe Everard cambiasse idea all'improvviso mandando soldati armati ad arrestarci e un po' perché vederlo aveva creato in me emozioni strane e sconosciute

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Quella notte avevo dormito decisamente poco, un po' perché avevo paura che il principe Everard cambiasse idea all'improvviso mandando soldati armati ad arrestarci e un po' perché vederlo aveva creato in me emozioni strane e sconosciute. Inoltre sentivo il mio potere come rigenerato, anzi sembrava quasi bruciare nel punto in cui le sue labbra avevano toccato la mia pelle. Non so spiegare cosa volesse dire, ma cominciai a sentire veramente la mancanza di mia madre... lei avrebbe potuto aiutarmi a comprendere. Perciò, oltre alle farfalle nello stomaco e la nausea per la paura, avevo anche tutto il corpo intorpidito a causa di una magia che non riuscivo più a controllare. A volte temevo che aver rinchiuso il mio potere non fosse stata un'idea così geniale.

Sospirai afferrando la scatoletta con le caramelle di Everard e mi trovai a sorridere come una stupida, in fondo era un gesto così... romantico. No! No, No! Non potevo pensare questo! Non c'era nulla di romantico nel suo gesto, era solo un uomo buono che si era ricordato della sua migliore amica, così mi aveva definita, no? Ma lo ero stata veramente? Io non la ricordavo un'amicizia così profonda... certo, passavamo del tempo insieme e a volte mi portava le caramelle, ma io avevo i miei amici e lui giocava sempre con Lady Mirielda e Lord Thomas. Non gli raccontai nemmeno di Phil e questa è un'informazione che darebbe una migliore amica, giusto?

Sorrisi al ricordo di quando Everard era venuto a saperlo: doveva essere primavera, ricordo che faceva abbastanza caldo ed io stavo aiutando mia madre con delle decorazioni floreali per il compleanno di Lord Thomas. Stavo sistemando i centrotavola, nell'enorme gazebo bianco, quando il principe arrivò di corsa. Ricordo che ero scoppiata a ridere vedendolo: aveva la camicia metà dentro e metà fuori, inoltre i vestiti erano al contrario e sistemati con delle spille da balia. Eppure la sua espressione era tutto tranne che divertita, si piazzò davanti a me e mi guardò per un lungo momento in silenzio poi disse: «Io odio Phil Martin» e se ne andò. Ricordo che risi di gusto per almeno altri dieci minuti mentre mia madre mi guardava confusa. Non avevo dato molto peso alle sue parole, d'altronde ero una ragazzina e il principe Everard aveva molte uscite particolari, a volte temevo quasi che vivesse in un mondo tutto suo.

Però ora, seduta in quel muro, con quella scatola stretta tra le mani, mi trovai a chiedermi se i gemelli non avessero ragione, magari Everard aveva veramente una cotta per me? Ma cosa ti viene in mente, Mary? Mi rimproverai nascondendo il mio bottino. Davvero mi stavo perdendo in lungometraggi mentali solo per un piccolo regalo di Natale? Stavo perdendo completamente la ragione! Così uscii dalla mia stanza e mi sedetti sul letto di Charlotte, un secondo dopo la porta si aprì ed io, dallo spavento, scattai di lato cadendo giù dal materasso.

Charlotte, con la valigetta stretta nella mano e il cappello nell'altra, mi studiò per un lungo momento e questo mi spinse a chiedermi se non vedesse qualcosa di diverso in me. Magari il segno delle labbra di Everard sulla mia fronte, lì dove sentivo ancora bruciare il mio potere nutrendosi di quell'energia sconosciuta. Così mi strofinai la fronte sperando di togliere quel marchio invisibile.

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